UNA PUNTA IN ARRIVO, SOUSA HA BOCCIATO BABACAR. PARTIRÀ ANCHE ZARATE. FIORENTINA, ORA C’È UNA BASE SOLIDA. CRESCIUTA LA CONDIZIONE FISICA. VECINO IL SACRIFICATO. CONTE VUOLE BERNARDESCHI PER FARLO GIOCARE ESTERNO: PRONTA MAXI OFFERTA

22.11.2016 00:00 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
UNA PUNTA IN ARRIVO, SOUSA HA BOCCIATO BABACAR. PARTIRÀ ANCHE ZARATE. FIORENTINA, ORA C’È UNA BASE SOLIDA. CRESCIUTA LA CONDIZIONE FISICA. VECINO IL SACRIFICATO. CONTE VUOLE BERNARDESCHI PER FARLO GIOCARE ESTERNO: PRONTA MAXI OFFERTA
© foto di Federico De Luca

La Fiorentina contro l’Empoli ha riannodato il filo al primo tempo con la Sampdoria e ora i conti cominciano a tornare. Non penso soltanto ai quattro gol segnati  (tanta roba), ma soprattutto a una squadra che ha raggiunto una buona condizione fisica, è più reattiva, più intensa, e gioca il suo calcio con una maggiore fluidità. Di sicuro ha influito anche la fragilità dell’Empoli che ha cercato di fare la partita lasciando gli spazi ai viola, ma la Fiorentina ha giocato complessivamente un’ottima gara difendendo bene quando gli Azzurri hanno prodotto il massimo sforzo nel primo tempo, cercando poi di recuperare palla e ripartire in velocità. Se è cresciuta la squadra è anche merito di una crescita individuale di giocatori fondamentali. Penso a Badelj, l’unico vero tattico del centrocampo, ma anche a Ilicic e Bernardeschi che finalmente hanno dato il loro contributo di classe e di gol, ma anche di lavoro per la squadra. Una volta tanto si è fatto notare anche Tatarusanu per la sua reattività e la cosa non dispiace. C’è ancora qualcuno un po’ indietro come personalità (penso a Milic), non mi convince ancora in pieno neppure Tello che non ha trovato grande opposizione da un giocatore fisicamente vulnerabile e poco reattivo come questo Pasqual di fine carriera eppure cose determinanti non ne ha fatte neppure domenica. Cresceranno, almeno si spera.

Comunque, dopo Empoli qualche mattone più solido nelle fondamenta si comincia a mettere, per il gioco e la condizione, ma anche per una serenità ritrovata. Pure la classifica serve a dare morale. Il secondo posto dista appena sei punti e se è vero che davanti ci sono tante (troppe) squadre è altrettanto vero che la Fiorentina ha una gara da recuperare con un Genoa (15 dicembre) che sembra meno intenso di quello di inizio stagione. Insomma, la zona Europa League è tornata a portata di mano. Ora serve quella famosa continuità di prestazioni oltre che di risultati e la partita di lunedì prossimo contro l’Inter servirà moltissimo per capire se si può davvero contare su questa Fiorentina per l’oggi e per il futuro.

Deve essere comunque chiarissimo, senza farsi illusioni, che molte squadre inattese sembrano solide come i viola e forse di più (Torino, Atalanta, la stessa Lazio) e il campionato è più complicato di quello dell’anno passato. Morale? Qualcosa sul mercato di gennaio andrà fatto e si farà perché se la squadra ha trovato i titolarissimi e in panchina ci sono soluzioni che in passato non c’erano, il reparto più a rischio resta sempre l’attacco. E’ ormai chiarissimo che Zarate non è più segnalato dai radar di Paulo Sousa, tra i due non c’è feeling, c’è stato anche qualcosa, quindi inutile tenere inutilizzato uno dei giocatori più pagati della rosa. 

Ma nella scarsa considerazione dell’allenatore sta tornando anche Babacar. Non utilizzato nell’ultima di Europa League, mai ritenuto pronto neppure quando le partite sono chiuse con largo anticipo come ieri, bocciate le due punte, è evidente che Paulo Sousa lo ritiene poco adatto al suo calcio. Si sapeva già dall’anno corso, forse sarebbe stato logico darlo in prestito l’estate scorsa e prendere qualche altro attaccante di scorta, più funzionale. In questa situazione, con due attaccanti dei quali non si fida o si fida poco, Paulo Sousa finisce per far giocare sempre Kalinic con il rischio di esporlo ad affaticamenti (è recente l’infortunio muscolare) e averlo poco lucido sotto porta. Via Babacar e Zarate, dentro un attaccante capace di muoversi anche senza palla, congegnale al gioco viola? Questo è l’obiettivo primario di Corvino. Nomi? Il direttore si sta ancora guardando in giro, sta puntando soluzioni italiane, vuole giocatori utili subito, il mercato vero si farà in estate. Come ho sempre detto e scusate se insisto, il nome non è Jovetic per molte ragioni già elencate. Ma il mercato è roba divertente, a volte sembra una caccia a chi è più originale. Vi sembra normale pensare che il Napoli, squadra organizzata per eccellenza, punti su Babacar che non gioca neppure nella Fiorentina per motivi soprattutto tattici? A volte penso che chi scrive certe robe non abbia mai visto giocare il Napoli. Possibile. Non c’è da stupirsi.

Tornando alla Fiorentina, ho molto apprezzato la prestazione, ma anche le parole di Bernardeschi. E’ tornato con i piedi per terra, ha lasciato da una parte le confusioni denunciate da Sousa, spero abbia capito che a 23 anni è il momento di provare a diventare un giocatore vero. Non c’è più tempo per cullarsi nel ruolo di eterna promessa, alla gara di Empoli deve attaccare tante altre prestazioni simili, non deve fermarsi più. 

Inutile dire che un giocatore così lo stanno guardando in tanti e non da oggi. Ho anticipato nella scorsa primavera la convocazione di Conte in Nazionale e nei mesi scorsi l’interesse del Chelsea per questo ragazzo. Concludendo: Conte stravede per Berna. Lo immagina esterno d’attacco, gli piace la sua fisicità, come attacca gli spazi, ma anche, naturalmente, la potenza e la tecnica. Pensa che sia pronto per decollare. In Inghilterra sarebbe perfetto e di sicuro sta preparando la sua maxi-offerta, se non per gennaio di sicuro per giugno. E di fronte ai soldi del Chelsea è impossibile dire di no e lo sappiamo bene. Nel calcio d’oggi, però, situazioni simili sono normali, Bernardeschi deve saperle gestire con semplicità e normalità, continuando a giocare per la Fiorentina, per la maglia viola, senza rincorrere illusioni. Se continuerà a giocare come sa e come ha fatto vedere domenica, il resto (se lo vorrà) verrà da solo. E’ stato invece detto chiaramente al procuratore di Badelj che a gennaio il giocatore non si muove. Di mercato, caso mai, si parlerà solo dopo il rinnovo del contratto che per ora non è nell’agenda di Corvino, come sappiamo il Dg si vuole prima occupare di Gonzalo.

Nel frattempo, prima dell’Inter, c’è un’altra partita da vincere contro il Paok in Europa League. Mi aspetto il solito turn over intelligente e soprattutto mi aspetto in campo Vecino. Il nuovo corso con Borja arretrato e Berna dietro Kalinic, ha tagliato fuori Vecino visto che Badelj è imprescindibile. Un peccato perché Vecino è un centrocampista di qualità e quantità, valutato più di 25 milioni nello scorso mercato estivo, ma ritenuto incedibile dalla Fiorentina. Il giocatore sa stare al suo posto, ma tenere in panchina un giocatore così importante penso sia uno spreco. L’allenatore dovrebbe usare tutte le risorse più importanti a disposizione, se necessario passando al centrocampo a tre. Lo scrivo per puro esercizio tattico sapendo che Sousa non lo farà mai e questo (per me) è il limite di certi allenatori innamorati più del loro gioco che dei giocatori. Vecchia storia. Alcuni alla lunga capiscono e si convincono e porto come esempio Montella. Per tre anni a Firenze (e quante volte l’ho scritto…) ha continuato a prendere gol e contropiede assurdi perdendo gare cruciali. C’è voluto il Milan a fargli cambiare idea, a renderlo più duttile, quindi un allenatore più completo. Ora in contropiede ci gioca Montella e ottiene risultati insperati. Sousa, ti fischiano le orecchie?