TUTTI GLI ERRORI DI SOUSA CON LA SAMP E IN EUROPA LEAGUE. MA LA FIORENTINA È QUESTA: MANCA IL CARATTERE. AI LIVELLI DI MIHAJLOVIC. I FISCHI SONO MERITATI. BABA SPARITO. LINEA DURA CON BADELJ
Non mi ero eccitato più di tanto per una cinquina al Cagliari o per un tempo giocato bene a Bologna. Per non parlare dell’Europa League dove le avversarie dei viola forse valgono una bassa serie B. La Fiorentina, e questo è vero, mi sembrava solo una squadra in crescita, ma ancora con evidenti problemi. Purtroppo in giro ci sono sempre quelli che pensano e scrivono come fossero sulle montagne russe (oggi la Fiorentina è da Champions, domani da retrocessione) ad alterare valori e voleri. A falsare la situazione e le attese.
Dopo la Samp mi sto convincendo sempre più, purtroppo, che la Fiorentina sia questa. Banalmente questa. Una squadra che alterna prestazioni buone a incertezze e cadute di rendimento e di gioco. Una squadra che si cerca, ma non sempre si trova. Una squadra che si specchia, ma fa fatica a vedersi. Perennemente in mezzo al guado. Una squadra che manca di continuità, energia e carattere. A tratti gioca anche bene, ma solo contro quegli avversari che la fanno giocare. Poi si ferma e si fa mangiare da tutti quelli che hanno fame.
E’ una Fiorentina con dei grossi limiti strutturali e caratteriali, forse a fine ciclo, e a questo punto, dopo dodici giornate, il giudizio si avvale di prove e controprove. Almeno temo. I numeri, poi, sono impietosi. Rispetto all’anno scorso mancano dieci punti. Negli ultimi dieci anni hanno fatto peggio solo le Fiorentine di Mihajlovic e di Mondonico. Anche quella del 2014 di Montella, ma a gennaio arrivò Salah e sistemò la pratica Europa League. Oggi cosa può succedere? E’ vero che il mercato di gennaio c’è sempre e volendo…., ma non penso basterebbero un giocatore o due a cambiare il trend.
Penso invece che molto sia legato all’idea di gioco. Alla filosofia di Sousa. L’ho già detto, ma lo ripeto. Per me questo possesso palla, questo modulo interscambiabile, costringe la Fiorentina a un enorme dispendio di energie mentali, è un gioco presuntuoso, più adatto a una grande squadra. E questa Viola una grande squadra non lo è più. Negli anni ha perso per strada dei pezzi (ultimo Alonso), ma anche motivazioni e rabbia agonistica.
Per spiegare la squadra che un anno fa era in testa alla classifica, rapportandola a questa, bisognerebbe far ricorso alla psicoanalisi. E Paulo Sousa non mi sembra un grande psicoanalista. Purtroppo non posso non sottolineare come non mi abbiano convinto le scelte dell’allenatore né giovedì in Europa League, né domenica con la Samp.
Qualcuno mi spieghi perché con il Liberec, con la partita in mano e il risultato acquisito già nell’intervallo, Sousa non ha tolto Kalinic per far entrare Babacar. Il croato è uscito solo a quattro minuti dalla fine e guarda caso ieri era appannato e stanco, fino a farsi male alla coscia. Ma anche Ilicic e Borja sono rimasti in campo per settanta minuti il primo, per ottanta il secondo. Perche? Il pareggio con la Samp è nato anche da qui, da questo inutile spreco di energie il giovedì sera.
Comunque la Fiorentina era riuscita a prendere in mano la partita, a creare occasioni, a segnare. Il primo tempo è stato ottimo. Cosa avrebbe dovuto fare Sousa avendo iniziato con una squadra piena di gente portata ad attaccare e il solo Badelj centrocampista di interdizione? Io avrei tolto Tello nell’intervallo vista la sua scarsissima lucidità. Invece no, il primo cambio è stato proprio Badelj, l’unico che reggeva il centrocampo nella fase difensiva e teneva le distanze fra i reparti. L’ingresso di Sanchez ha buttato tutto all’aria. Non è mai stato in zona, inseguendo il pallone, ha sbagliato passaggi e recuperi. Morale? La Samp ha preso in mano il centrocampo e la partita. Con la Fiorentina spesso in inferiorità numerica, ha mostrato maggiore energia e personalità. Era successo anche nel secondo tempo con il Bologna, per fortuna allora i rossoblù erano in dieci e non ce l’hanno fatta a pareggiare. Le sostituzioni di Sousa, toglie un esterno e mette un esterno, toglie una mezza punta e mette una mezza punta, non cambiano le partite. Giampaolo invece l’ha cambiata, Sousa l’ha subita.
Ma vogliamo poi parlare dell’inutilità del modestissimo Milic? Un altro da togliere (volendo) era il croato, almeno per cercare più spinta sulla fascia. Giornataccia nella lettura della partita? Non credo. Sousa è questo, di sicuro un maestro di campo, un grande lavoratore, un allenatore pieno di idee, ma anche preda di un sogno e di una utopia. Sarà che io sono legato a un calcio più muscolare, più vivo, più aggressivo, alle squadre capaci di cambiare pelle e atteggiamento anche durante la stessa partita, ma questo titik titak, anche se riveduto e corretto, è roba da playstation. Non è un caso se le squadre cattive, aggressive e determinate, mettono in difficoltà la Fiorentina.
Così siamo punto e a capo. I sette punti in tre partite, la crescita atletica e il gioco ritrovato, facevano sperare che ci fosse una base solida per ripartire verso un campionato migliore. Illusione. Magari rivedremo belle gare, qualcuno crescerà (Gonzalo dove sei?), ma prepariamoci per la notte. O per l’imbrunire. Sarà dura centrare l’Europa League anche quest’anno, la Lazio è più forte. Temo anche il Torino. L’Inter tornerà, ha grandi giocatori. Davanti ci sono anche Juve, Roma, Milan e Napoli.
Servirebbe quella famosa scossa che non arriva mai, ma poi, chi la può dare? Torno allora alla considerazione che ha spento il mio ottimismo già nella scorsa primavera e soprattutto in estate: la Fiorentina di un anno fa era un’illusione. Forse quella vera è quella di domenica scorsa o poco di più: dopo dodici giornate il campionato qualcosa di vero o di verosimile ce l’ha raccontato. Però nel calcio ne ho viste tante, forse troppe, e allora la luce la lascio accesa in fondo a quel famoso tunnel. Non si sa mai.
Intanto però se non mi chiedo che fine ha fatto Zarate, un giocatore inutile per il gioco di Sousa, un anarchico individualista, non mi torna la sparizione di Babacar. Nel giro di un paio di settimane, da titolare al nulla. Qualcosa mi puzza. Non mi puzza, invece, l’atteggiamento del pubblico. I fischi sono sempre sacrosanti e devono essere accettati. La reazione di Berna e Astori è sbagliata, non si va mai contro i tifosi che pagano. Soprattutto gli straordinari tifosi viola. Un gruppo pieno di personalità (cosa che non ha la Fiorentina) avrebbe reagito tramite le parole dell’allenatore. Servivano le scuse per il pareggio, ma da questi fischi dovevano arrivare anche una forte reazione e una promessa. C’era solo una cosa da dire: questi fischi ci hanno ferito, faremo di tutto per trasformarli in applausi. Vi smentiremo. La lagna del post partita invece assomiglia troppo al gioco della Fiorentina.
Badelj, invece, è contestato per la storia del contratto. Il croato è un giocatore importante, su questo non ho dubbi. La società però deve avere una reazione forte. E’ in scadenza nel 2018, il suo procuratore è un anno che rompe. Troppo. Bisogna essere chiari: o rinnova ora e poi (volendo) potrà andar via, o la Fiorentina dovrà avere la forza di mandarlo in tribuna per tutto l’anno prossimo. A costo di rimetterci, un segnale netto va dato. Spero che l’affare Montolivo abbia insegnato qualcosa.