Dicembre decisivo, altrimenti sarà Serie B. Per salvarsi però serve una rabbia diversa. Come si fa a essere così morbidi sotto porta. Dzeko parla con la Fiesole: avanti insieme

Dicembre decisivo, altrimenti sarà Serie B. Per salvarsi però serve una rabbia diversa. Come si fa a essere così morbidi sotto porta. Dzeko parla con la Fiesole: avanti insiemeFirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Mario Tenerani

Era nell’ordine delle cose lasciare punti a Bergamo, ma perdere fa male a prescindere. Oggi tra Atalanta e Fiorentina c’è poca partita, soprattutto se una squadra gioca e l’altra, ad esempio, va coi piedi dolci davanti alla porta sbagliando l’impossibile. E così è arrivata la settima sconfitta in 13 partite. Per la cronaca, mai nessun club si è salvato dopo non aver raccolto nemmeno una vittoria in altrettante gare appunto. I numeri sono lì anche per essere superati, è il bello della sfida, ma purtroppo sovente sono indicatori di una strada. E quella imboccata dalla Fiorentina è drammatica. 

I viola rispetto al pranzo a sacco praticato sul prato del Franchi contro i modesti greci dell’Aek, a Bergamo hanno fatto un piccolo passo in avanti. Il primo tempo è stato in equilibrio, ma le annate maledette si riconoscono dagli episodi sempre negativi. Kossounou voleva crossare e invece gli è uscita una parabola maligna, imprendibile per De Gea. Mancava poco all’intervallo e nei minuti precedenti l’Atalanta aveva avuto delle chance con De Gea però che le aveva neutralizzate. Ma le occasioni della Fiorentina erano state più clamorose: al 5’ minuto Kean e soprattutto Piccoli hanno esaltato Carnesecchi. L’ex attaccante del Cagliari al limite dell’area piccola è stato dolce come lo zucchero filato invece che sfondare la rete, abbattendo pali e traversa. Perché non c’è questo furore agonistico? Senza rabbia, quella sana, la Fiorentina non si salva. 

Piccoli ne ha avuta anche un’altra di carta buona, solo che ancora una volta l’ha fallita grazie anche a Carnesecchi.  Nella ripresa, sotto di un gol, i viola ci hanno provato però l’Atalanta è stata più aggressiva. Lookman ha raddoppiato mentre Kean ha centrato un palo di testa, l’ennesimo, a proposito di sfortuna. E’ finita così. 

Vanoli deve fare due cose: inoculare nell’anima dei viola una maggiore convinzione e poi provare magari a inventarsi qualcosa di nuovo dal punto di vista tattico. Per una ragione più delle altre: visto che fino ad oggi non c’è stata la svolta, né con Pioli, né con lui, forse un cambiamento potrebbe servire. 

Vanoli è stato chiaro: “Dicembre sarà il mese decisivo, inizierà il periodo della verità. L’ho scritto sulla lavagna negli spogliatoio”. Il tecnico viola ha ragione, c’è poco da chiosare. Alla fine di dicembre sapremo se la Fiorentina sarà avviata verso la permanenza in Serie A o se oppure la Serie B sarà ad un passo. Queste le tappe: Sassuolo, Verona, Udinese e dopo Natale Parma. Quattro appuntamenti da non fallire, senza se e senza ma. 

Alla fine della partita i tifosi della Fiesole presenti a Bergamo, protagonisti di un tifo pazzesco, hanno chiamato la squadra sotto il loro settore, in particolare volevano Dzeko. Motivo? Perché le parole del bosniaco dopo la partita con l’AEK Atene erano state motivo di roventi polemiche. Dzeko ha preso il megafono e ha parlato ai tifosi. Si è spiegato. Ha detto che erano state interpretate male, che lui non ce l’aveva con chi sostiene la Fiorentina e che la squadra aveva bisogno di aiuto perché solo tutti insieme sarebbe stato possibile uscire da questa brutta storia. I ragazzi della Fiesole hanno apprezzato il coraggio di metterci la faccia e i buoni propositi. Così hanno risposto incitando i viola ancora di più. Un corpo unico. Dzeko pur essendo arrivato da pochi mesi ha dimostrato di aver conficcata dentro il cuore la Fiorentina. Si è mosso come un leader e probabilmente ha supplito alle carenze di una società assente. Ora, però, dovrà parlare il campo. Perché la comunità viola non ha più bisogno di discorsi, ma di fatti. La Fiesole lo ha compreso, speriamo sia chiaro per tutti il messaggio.