RABBIA E FURORE, CONTRO IL CAGLIARI PER INTERROMPERE LA SERIE NO. IL PUBBLICO NON DIVENTI UN ALIBI, ADESSO TOCCA A VLAHOVIC DIMOSTRARE DI POTER ESSERE DAVVERO UN CAMPIONE
Furore. Convinzione. Rabbia. Voglia di superare Venezia e ricominciare a giocare da Fiorentina. La partita col Cagliari vale moltissimo. Per l’autostima innanzi tutto, ma anche per continuare a credere in quello che si sta costruendo e restare attaccati al treno che conta. Il caso Vlahovic non si può ignorare, ma i viola dovranno imparare a conviverci in fretta, almeno fino a gennaio, per non disperdere quanto di buono costruito finora.
A dare una mano ci sarà il pubblico, che a Firenze da sempre è un valore aggiunto e non certo un problema. La Fiesole sosterrà la squadra come sa fare, gli ultras sono fuori dagli stadi da un sacco di tempo e in più non hanno mai fatto mancare il loro appoggio: il resto però toccherà alla squadra. E’ lei che ha sbagliato partita in laguna, è lei che dovrà dimostrare di tornare aggressiva e determinata come a inizio stagione. E il discorso vale anche e soprattutto per Dusan, finito inevitabilmente nel mirino dopo l’uscita pubblica di Rocco. Starà a lui dimostrare di avere ancora la testa qui, starà a lui trascinare i compagni e tornare al gol.
La gente (o almeno la maggioranza) ha capito benissimo che fischiarlo a prescindere potrà soltanto danneggiare la Fiorentina, ma i mugugni fanno parte del gioco. E non potranno rappresentare alibi in nessun caso. Chi prende decisioni come quelle del giovane serbo, è anche giusto che sia pronto ad affrontare le conseguenze del caso. Se ci saranno fischi quando lo speaker annuncerà il suo nome, pazienza. Se si ascolteranno brusii dopo un cattivo controllo o un gol sbagliato, pazienza lo stesso. Vlahovic dicendo no alla Fiorentina ha legittimamente detto al mondo intero che è pronto per un grande del calcio europeo: ora lo dimostri coi fatti.
Sul suo impegno non possono esserci dubbi, sul suo talento neppure. Magari basterà un gol o una vittoria ad allentare la tensione, di sicuro il club dovrà lavorare sodo per uscire da questa situazione, anche perché la Vlahovic-dipendenza è figlia di scelte completamente sbagliate. Non avere nessuno in panchina che possa sostituirlo è imbarazzante. Dalla A fino ai dilettanti, non si ricordano squadre con simili lacune. A gennaio urgeranno rinforzi. Una punta titolare, per costruire il dopo Vlahovic prima possibile (e metterlo nelle condizioni di andarsene subito, per non rischiare la panchina) e un altro esterno che sostituisca Callejon tra i titolari.
Intanto comunque riavere Nico Gonzalez fresco e tirato a lucido dopo una settimana di lavoro, sarà un bel valore aggiunto. L’argentino è l’uomo in più, ha talento e benzina da vendere, a volte eccede nella frenesia, ma il suo calcio generoso è comunque linfa per Italiano, soprattutto perché nella Fiorentina, ultimamente troppo poco pericolosa per i portieri avversari, servono come il pane attaccanti capaci di saltare l’uomo e creare spazi nelle difese come quelle di Mazzarri. Chiuse, puntigliose, arcigne e dichiaratamente pronte a lanciare verso la porta viola schegge come Keita. Vincere non sarà affatto banale, ma in una settimana piena zeppa di impegni, sarebbe un gran bel segnale. A Firenze, al campionato e alla squadra stessa.