ORA È FINITA… ANCHE L’AGONIA. ADESSO UN FUTURO CON MENO ERRORI. TOCCA AI DELLA VALLE UNA FUGA IN AVANTI. IL NAPOLI È CRESCIUTO PERCHÉ HA RISCHIATO. A PIOLI VA DATA UNA SQUADRA MIGLIORE DI QUESTA
Anche il miraggio del sesto posto è evaporato, ora la stagione è finita. La partita di domenica col Pescara servirà soltanto ad evitare l’onta dell’ottavo posto. Europa League addio, ma almeno è cessata una lenta agonia. Che brutta annata per la Fiorentina. La sensazione di negatività forse la rende addirittura peggiore di quella che sia stata davvero. L’organico era da settimo posto, dunque non ci sarebbe tanto da eccepire, ma i veleni fuoriusciti nelle guerre intestine tra Sousa e la società hanno reso ancora più vulnerabile il gruppo. La somma degli errori, ai quali si sono aggiunte delle scelte tecniche apparse talvolta come ripicche, hanno frenato la Fiorentina. Anche ai tempi di Prandelli e Montella i viola non sempre erano da quarto o terzo posto, eppure spesso riuscivano nell’impresa perché sapevano andare oltre i propri limiti approfittando di qualche scricchiolio di una o più grandi. Stavolta, invece, la Fiorentina è andata solo oltre la pazienza dei propri tifosi. Il dato inquietante infatti è la difesa: 55 gol subiti… Il Crotone ne ha presi appena 2 in più…
Una stagione da separati in casa, Sousa e la dirigenza: il calcio ti presenta sempre il conto quando cozza contro la logica. Come è possibile sperare di ottenere un traguardo quando due elementi fondamentali sono in guerra fredda tra loro?
Ma adesso basta, questa stagione è già in archivio: Sousa il passato remoto e l’unica cosa che conta è ripartire. Già, ma come? Intanto evitando di scaricare tutte le colpe su Sousa che, come spiegato, ha commesso errori abbastanza evidenti. Mettere lui sotto processo, pensando di aver risolto ogni problema, sarebbe un clamoroso autogol per i Della Valle. Al nuovo allenatore, verosimilmente Pioli, andrà consegnata una squadra diversa e migliore di questa. Ecco il primo punto. Perché la panchina conta, eccome se conta - certamente più di 30 anni fa -, ma sono sempre i calciatori a fare la differenza reale. E per averli servono i denari. Soldi che poi vanno spesi bene, sia chiaro. Inter docet…
La Fiorentina era ripartita con un ciclo non vincente, ma comunque efficace, nel 2012 dopo aver rischiato seriamente di retrocedere. Tre volte quarta con Montella, una quinta con Sousa e poi settima/ottava ancora con Sousa. Se si analizzano i numeri economici dovremmo meravigliarci di poco. Dal 2012 ad oggi il gruppo è stato progressivamente smontato dal punto di vista tecnico. Ai tempi di Montella erano stati fatti investimenti ingenti e il monte ingaggi era salito a circa 70 milioni lordi. D’accordo, c’erano anche giocatori inutili come Iakovenko che costava 2 milioni lordi all’anno di stipendio e faceva il turista, ma nella rosa si pesavano i valori. Non a caso la Fiorentina sfiorava la zona Champions e andava sempre in Europa League, pronta a sfruttare eventuali lacune della concorrenza. Con il varo dell’autofinanziamento e il drastico taglio del monte stipendi - ora è sui 45 milioni -, la squadra è scesa di livello, inutile girarci attorno.
Morale: tocca ai Della Valle decidere il percorso. Per vivacchiare la rotta è corretta, ma il malumore in città è tangibile. Per fare meglio, invece, occorre una fuga in avanti. Senza follie, ma qualche rischio in più potrebbe essere ripagato. Maggiori investimenti, maggiori possibilità di lottare per la Champions, ad esempio. Del resto la storia recente del Napoli spiega tanto: De Laurentiis ha venduto Lavezzi, Cavani e Higuain, ma ha sempre reinvestito sul mercato i proventi. In pochi anni ha più che raddoppiato il fatturato, adesso non è distante dai 300 milioni, ma tutto ciò è stato favorito dalle partecipazioni alla Champions. Come diritti tv il Napoli prende circa 15 milioni in più della Fiorentina. Si può vendere, rinforzarsi e provare ad alzare un po’ l’asticella. A Napoli ora chiedono lo scudetto, a Firenze basterebbe il quarto posto… E una Coppa Italia magari da mettere in bacheca...