NUOVO FRANCHI, SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO. LA FIORENTINA GIOCHERÀ ALTROVE PER 2 STAGIONI

22.03.2023 14:20 di  Donato Mongatti   vedi letture
NUOVO FRANCHI, SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO. LA FIORENTINA GIOCHERÀ ALTROVE PER 2 STAGIONI

“Ho superato il punto di non ritorno. Lo sai qual è? È il punto in cui in un viaggio è più conveniente proseguire, che tornare indietro”. Sono le parole di Michael Douglas in “Falling Down” (Un Giorno di Ordinaria Follia – film del 1993) che annuncia alla sua ex moglie che sta per tornare a casa.

Ma se nel thriller di Joel Schumacher le intenzioni di William "Bill" Foster nei confronti della ex moglie Elisabeth sono tutt'altro che buone, nella genesi che porterà al via ai lavori di ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi, la settimana scorsa, è stato superato il punto di non ritorno che prefigura un esito positivo dell'iniziativa voluta dal Comune di Firenze.

I pareri favorevoli sul progetto definitivo arrivati dai soggetti che compongono la Conferenza dei Servizi (l'insieme di coloro che sono coinvolti in un progetto, direttamente o indirettamente, che devono esprimere pareri, raccomandazioni e prescrizioni, come Soprintendenza Speciale per il PNRR, Questura, eccetera), sommato al sì del CONI, rappresentano il passo determinante per giungere all'avvio dei cantieri per la ristrutturazione dell'impianto di Campo di Marte.

L'iter burocratico non è ancora finito, ma come abbiamo spiegato sulle pagine di FirenzeViola.it il passaggio più “impervio” era rappresentato dalla Conferenza dei Servizi e l'ostacolo ora è alle spalle.

Quanto sopra è stato confermato giovedì scorso dal Sindaco di Firenze, Dario Nardella: “Abbiamo avuto anche l'ultimo parere positivo del CONI, quindi – ha dichiarato il Primo cittadino - disco verde con la Conferenza dei Servizi alla fase finale di progettazione dello stadio Franchi. A questo punto tutti gli attori coinvolti nella procedura hanno dato l'ok, ora dobbiamo chiudere le procedure di affidamento dei lavori (gara per l'appalto integrato, ndr). Direi che mai come in questa occasione sullo stadio la strada è aperta e – ha concluso Nardella – ci sono tutte le condizioni per arrivare in fondo”.

Dunque il Comune di Firenze dovrà predisporre la gara per il cosiddetto “appalto integrato”, ossia individuare tra le ditte che hanno manifestato l'interesse a partecipare al bando, quella società di costruzioni che si occuperà di far realizzare il progetto esecutivo del restauro dell'impianto di Nervi (sulla base del definitivo firmato da ARUP) e, soprattutto, di eseguire materialmente i lavori.

Secondo fonti politiche qualificate del Comune di Firenze, sono molte le ditte che hanno comunicato formalmente a Palazzo Vecchio la volontà di partecipare al bando per l'appalto (che sarà aggiudicato verosimilmente entro inizio estate, ad aprile sarà chiesto di presentare le offerte). Gli uffici della Pubblica Amministrazione, visto il grande numero di società interessate, stanno ancora ultimando la verifica dei requisiti richiesti. Requisiti altissimi, in maniera tale da ridurre al minimo il rischio che una volta assegnati i lavori non si verifichino accadimenti che possano rallentare il cronoprogramma della ristrutturazione, ma che necessariamente impongono un'analisi lunga e complessa, che comunque è quasi ultimata.

Manca poco, visti gli esiti positivi del percorso burocratico fin qui effettuato, all'approvazione del progetto definitivo da parte della Giunta comunale. L'auspicio è che, una volta compiuto tale atto, l'intervento di ristrutturazione sia presentato alla città.

Intanto, ieri, Nardella ha annunciato che la Fiorentina continuerà a giocare al Franchi per il Campionato 2023/24. I lavori inizieranno durante la prossima stagione, poi, come avevamo previsto su queste pagine, nel 2024/25 e 2025/26 il Club viola disputerà le partite altrove (questa è l'idea emersa a seguito di una interlocuzione con la Società gigliata).

Mantenere la squadra per tutta la durata dei cantieri avrebbe dilatato i tempi e soprattutto innalzato i costi (di un buon 33%). Costi dei quali, dato che si tratta di un intervento su un bene pubblico con fondi interamente pubblici, non si sarebbe dovuto certo far carico l'Amministrazione comunale.