NUOVO FRANCHI E FONDI A RISCHIO, I POSSIBILI SCENARI

05.04.2023 10:48 di  Donato Mongatti   vedi letture
NUOVO FRANCHI E FONDI A RISCHIO, I POSSIBILI SCENARI
FirenzeViola.it

Da alcune settimane a Firenze non passa giorno in cui non ci sia una nuova notizia sulle vicende legate alla ristrutturazione dello stadio Franchi. Siamo a pochi giorni dalla approvazione da parte della Giunta comunale del progetto definitivo, ma oltre alla necessità di individuare un impianto dove far giocare la Fiorentina per le stagioni 2024-25 e 2025-26 (mentre si svolgeranno i lavori nell'impianto di Nervi), si è aggiunta la tegola della Commissione europea che ha sollevato dubbi su una parte dei fondi stanziati per gli interventi di ammodernamento: 55 milioni di euro.

Per quanto riguarda il primo problema (trovare una casa ai viola per due stagioni) c'è un po' più di un anno di tempo, ma qualora i 55 milioni di euro dei fondi per i Piani Urbani Integrati venissero ritirati, serviranno alternative più rapide.

Guardando indietro, quando il Comune prese la decisione di riammodernare un impianto sportivo di sua proprietà, i fondi legati al PNRR non erano assegnati, tant'è che nel febbraio del 2021 in Consiglio Comunale, il Sindaco Nardella ipotizzò di finanziare i lavori con queste dichiarazioni: “Ci siamo già attivati per la raccolta di risorse da parte del governo e dall’Europa e siamo pronti ad attivare i migliori canali di finanziamento possibili, dalla Banca europea degli investimenti, alla Cassa depositi e prestiti, all’Istituto del Credito sportivo. La parte di investimento a carico del Comune sarà comunque ripagata dalla valorizzazione e concessione dei nuovi spazi privati e dall’adeguamento del canone di concessione dell’impianto sportivo. È un’operazione sostenibilissima, che non avrà alcuna ripercussione negativa sui bilanci del Comune, anzi”.

Dunque, qualora venissero meno i 55 milioni di euro “contestati” dalla Commissione europea, niente vieterebbe al Comune di accedere ad altre forme di finanziamento, come attraverso la Cassa depositi e prestiti o al Credito sportivo, né è da escludere che il Governo, dato che col Ministero dell'Interno fu sottoscritto un atto formale per la suddetta quota, provveda a venire direttamente in soccorso a Firenze. Mentre è da scartare un intervento da parte del privato (come invece accade nel Comune di Bologna per il Dall'Ara): il procedimento autorizzativo è avviato da tempo, sono già stati spesi diversi milioni di euro (concorso, sviluppi progettuali, verifiche) e il passaggio dal ristrutturare un bene pubblico con fondi pubblici utilizzando invece capitali “misti”, implicherebbe una revisione di una lunga serie di atti che inevitabilmente dilaterebbe i tempi. Inoltre vanno ricordate le parole del Presidente della Fiorentina Rocco Commisso: “Senza controllo totale non metto un penny”. Serve altro per escludere un “soccorso a tinte viola”?

Ma se appare impraticabile un supporto finanziario da parte del patron gigliato, anche l'ipotesi di far continuare a giocare la squadra al Franchi per tutta la durata dei cantieri lo è altrettanto. E questo al netto di spifferi e pizzini vari, smerciati senza tenere conto di un aspetto fondamentale, ovvero che la Fiorentina è una Società privata che gioca in un impianto di proprietà pubblica, con una concessione (affitto dello stadio) che scadrà il prossimo 30 giugno. Gli atti di Palazzo Vecchio indicano una possibile proroga per la stagione 2023-24 (con riduzione del canone qualora iniziassero i cantieri e/o il Club lasciasse il centro sportivo dei “Campini” per trasferirsi in quello in fase di ultimazione a Bagno a Ripoli), ma alla fine del prossimo Campionato la situazione sarà equivalente a quella di un conduttore con un contratto di locazione scaduto: trovare una nuova casa è compito di chi paga l'affitto, non di chi lo riscuote. Questo, ovviamente, non significa che le istituzioni non si adopereranno per supportare la Fiorentina, come del resto accade ogni volta che ci sono manifestazioni che richiamano migliaia di persone.

Di difficile comprensione resta il fatto di come mai l'annuncio di dover migrare altrove sia stato dato dal solo Sindaco, quando una dichiarazione congiunta di Comune e ACF Fiorentina avrebbe evitato gran parte del cabaret al quale stiamo assistendo. Due stagioni sono un sacrificio per i tifosi e per la Società, ma poi sarà a disposizione un impianto che aumenterà sensibilmente i ricavi “da stadio” e il comfort del pubblico (a meno che non si voglia supporre che dopo i lavori ci giochi il Lumezzane Football Club).

Certo se poi dovesse andare tutto in cavalleria il problema di trovare un luogo alternativo non si porrebbe e imperituri continueremo in coro a cantar “Sotto l'acqua forza Viola alé”.