NON ERA IL CASO DI FAR DRAMMI: QUESTA FIORENTINA GIOCA A CALCIO. SAPONARA, UNA PARTITA SUPER. VLAHOVIC, CHE PRESTAZIONE. CLASSIFICA DI QUALITÀ
Non poteva essere vera la sconfitta di Venezia. Una serata troppo brutta per dimostrarsi concreta. Purtroppo intoppi così sono il corredo di una squadra che vuole crescere. Si procede tra alti e bassi, nella speranza che i primi siano maggiori dei secondi. Ma così è se vi pare. Come si fa a non comprenderlo. E’ faticoso risalire la corrente. La squadra è figlia dei propri valori. Sta facendo molto meglio di un anno fa, ma è un gruppo che per migliorare ancora avrà bisogno progressivamente di innesti. Intanto lievita la propria consapevolezza. Il Cagliari ha agevolato il compito, i sardi non hanno mai tirato in porta, sgonfi, senza anima. Non è la squadra di Mazzarri. Il tecnico di San Vincenzo è chiamato ad un grande lavoro per rimettere in carreggiata il Cagliari.
Ma la Fiorentina ha avuto il merito di non assecondare un ritmo lento, accontentandosi di quello che sarebbe arrivato, un gol è via. I viola hanno strangolato il Cagliari con una manovra avvolgente, cercando l’ampiezza del campo, con gli esterni finalmente a piede invertito - bravo Italiano a convincere Gonzalez a mettersi a destra -, e tenendo alta la concentrazione in difesa. La Fiorentina ha giocato a calcio, il proprio calcio. Non c’è stata partita, è mancato il confronto. Il 3-0 è un risultato stretto, in ragione delle tante chance create dai viola. Gonzalez, Quarta, ancora Vlahovic, Saponara, hanno sfiorato altri gol.
La manovra di Italiano è stata accompagnata, sostenuta e valorizzata da Saponara, autore di una partita super. Abbiamo rivisto il giocatore che Sarri sapeva esaltare nell’Empoli. Un trequartista che produceva prestazioni bellissime contro le grandi del campionato. Saponara è un calciatore con doti superiori alla media e se a 30 anni non gioca fisso in Nazionale è colpa sua perché non è riuscito a trovare continuità anche se probabilmente non sempre lo hanno aiutato a trovarla. Si può discutere Riccardo nella traiettoria altalenante della carriera, ma non sul piano tecnico e tattico. Le sue giocate, abbinate alla lettura dell’azione, sono da giocatore raffinato. Italiano lo stima moltissimo e lui lo ripaga.
Era la partita stress test per Vlahovic, al termine di una settimana da tritacarne. Ha superato l’esame giocando una gara di sostanza e intelligenza. Ha conquistato molti palloni, ha fatto il regista offensivo facendo lavorare la squadra, ha servito un tracciante a Saponara nell’occasione del raddoppio viola, gol di Gonzalez, che solo i grandi sanno porgere. Quindi una punizione bellissima che ha avuto il merito di chiudere la gara e un’altra fuori di centimetri. Poi il rigore.
Su questa vicenda si apre un dibattito che rischia di essere infinito. Come il bicchiere: è mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda di come lo si voglia guardare. Vlahovic non se l’è sentita di tirare un rigore, come Nino di De Gregori che aveva paura di sbagliarlo. Ma ci vuole anche coraggio, talvolta, a dire no dal dischetto. Ci sono specialisti che si incaponiscono nel tirare anche quando gli errori arrivano in sequenza. Il coraggio di fermarsi: Vlahovic viveva un frangente delicato e ha preferito farsi da parte. Biraghi, il suo vice dagli undici metri, ha trasformato in modo magistrale. Vlahovic poi ha messo il sigillo su punizione: quel gol è stato salutato da applausi, entusiasmo e anche un po’ di indifferenza. C’è chi ha scelto di festeggiare la squadra e non il singolo. Lo stadio è di tutti e ognuno fa come vuole. Ma l’abbraccio di Italiano e dei compagni è per aiutare Vlahovic a superare un periodo di difficoltà personale. Italiano gli sta vicino anche perché la Fiorentina ha bisogno di un centravanti così.
Il Franchi è stato emozionante, da troppi mesi non vedevano lo stadio così pieno di viola. E’ tornata la Fiesole e ha fatto sentire tutta la propria spinta. Sarà un caso, ma la Fiorentina ha tirato fuori una prestazione formidabile, all’altezza della gente che la ama e che la segue ovunque. La classifica è di gran qualità: un quinto posto a pari merito con l’Atalanta e Juventus, alle spalle la Lazio sconfitta dal poker di Simeone. L’obiettivo dello spogliatoio viola adesso è dare continuità alla graduatoria, consolidarsi in alto. Prendendo gara dopo gara una forte autostima. La Fiorentina mercoledì sera andrà all’Olimpico per vincere, per cogliere un risultato pesante contro una big del campionato, nel solco di Bergamo. Italiano e il suo gruppo non lo diranno mai, ma nel loro cuore alimentano il sogno di scrivere il romanzo di una stagionale indimenticabile. E’ durissimo anche immaginarlo, ma i pensieri belli aiutano a conquistare traguardi insperati.