MERCATO IN EVOLUZIONE: FUORI TERZIC E IGOR, DENTRO ARTHUR. STADIO E INCERTEZZE, LA QUESTIONE (E LE PERDITE) DEL PADOVANI UN ALTRO OSTACOLO LUNGO UN CAMMINO CHE RESTA INCERTO
La Fiorentina e in particolare il suo mercato cominciano a prendere forma, che si tratti di qualche cessione annunciata o di un affare come quello per Arthur probabilmente non preventivato fino a qualche tempo fa. La seconda settimana di ritiro al Viola Park (dove si spera di aprire le porte ai tifosi tra l’amichevole con il Parma di giovedì e quella di domenica con il Catanzaro) racconta l’attesa per le cessioni di Igor e Terzic rispettivamente a Brighton e Salisburgo, ma soprattutto di rinnovati colloqui con la Juventus, per il brasiliano Arthur.
Il centrocampista brasiliano reduce da annate deludenti tra Torino e Liverpool è un’idea che ha preso corpo col passare dei giorni, figlia del bisogno bianconero di gestire gli esuberi ma anche di un avallo che Italiano ha confermato contattando direttamente il mediano. Certo, in mezzo al campo la discriminante (tattica e di mercato) resta il futuro di Amrabat che nel giro di 48 ore dovrebbe farsi rivedere al Viola Park, ma dopo Parisi potrebbe essere proprio Arthur il secondo rinforzo da consegnare al tecnico in attesa (bontà loro) che dalla Uefa si decidano a fornire risposte sulla prossima Conference League e i suoi partecipanti.
Intanto sale il tasso di curiosità per un Viola Park non ancora a porte aperte per i tifosi, ma sullo sfondo è la questione stadio ad affrontare un nuovo stallo. Senza troppe certezze su come e quando partiranno i lavori allo stadio la Fiorentina ha ulteriormente chiarito costi e svantaggi di un eventuale trasferimento al Padovani. Là dove in linea teorica i viola dovrebbero attendere la loro nuova casa al Campo di Marte il club non vede ritorni, semmai il contrario, almeno contando mancati incassi e diminuzioni assortite. Uno spettro nemmeno troppo aggirabile immaginando una biglietteria dai prezzi elevati, e comunque molto ben rappresentato da una cifra tra i 14 e i 15 milioni da moltiplicare per le due stagioni incriminate. Ulteriore ostacolo che si profila sull’orizzonte ad incrementare l’incertezza che ancora regna sovrana sull’intera operazione.
Perchè mentre il Comune non sembra voler sventolare bandiera bianca sui passaggi che dovrebbero portare alla ristrutturazione del Franchi, e pur mantenendo aperto il confronto con il Governo, resta non solo da chiarire l’iter dell’intero intervento alla luce dei fondi negati dal PNRR, ma anche la soluzione ponte necessaria a rispettare i tempi di completamento da rispettare entro il 2026. A dispetto di incontri e colloqui sempre proseguiti, e di rapporti che pubblicamente sono sempre stati definiti ottimi, prima ancora del via ufficiale il restyling del Franchi resta un’incognita in cui non mancano divergenze di vedute. Non ultima quella dei viola, ben poco disposti a considerare il Padovani dopo aver fatto i propri conti e nonostante fosse stato lo stesso Commisso, prima di rientrare negli States, ad anticipare un'opzione che oggi risulta invece rispedita al mittente.