LA CONFERMA DI VLAHOVIC, POI NICO, TORREIRA E IL GIOCO: LA SVOLTA È VICINA. PER SOGNARE ADESSO SERVONO GLI ULTIMI COLPI, E BERARDI SAREBBE IL MASSIMO. SABATO UN’ALTRA VENTATA D’ENTUSIASMO, CON L’ABBRACCIO DEL FRANCHI
La svolta è vicina. La permanenza di Vlahovic, quella di Milenkovic, l’arrivo di Nico Gonzalez, già ottimo a Roma, quello fresco fresco di Torreira, il regista atteso dai tempi del Pek e soprattutto quel gioco, quell’identità di squadra che ha fatto sognare l’impresa all’Olimpico nonostante gli errori di Pairetto. Commisso l’aveva promesso e i fatti gli stanno dando ragione: la Fiorentina sta costruendo qualcosa di importante. Alla fine del mercato però manca ancora una settimana, nella quale i viola si butteranno a capo fitto alla caccia di un terzino destro, di un vice Vlahovic (se l’oggetto misterioso Kokorin troverà una sistemazione) e soprattutto di quell’esterno d’attacco tanto richiesto da Italiano. Il nome che fa sognare naturalmente è quello di Berardi, fresco campione d’Europa e giocatore in grado di alzare il tasso tecnico e il potenziale gol della squadra. Sarebbe un colpo fantastico, in grado di accendere la tifoseria e rilanciare per davvero le ambizioni. L’alternativa Orsolini non avrebbe altrettanto appeal, ma farebbe comunque capire la voglia di alzare l’asticella viola. Ancora qualche giorno e sapremo, tra i due litiganti non è affatto escluso che possa spuntarla un colpo a sorpresa.
Intanto però Torreira sistema molte cose. L’uruguaiano ha grinta, dinamismo, resistenza, efficacia in fase d’interdizione e carisma per diventare, fin da subito, un punto di riferimento. Non è un regista classico, non ha la classe di Pizarro o Pjanic, ma è comunque l’uomo giusto al posto giusto. Anche e soprattutto perché a Roma si è capito bene che la squadra ha bisogno di maggiore equilibrio soprattutto in mezzo al campo. Pradè lo inseguiva da due anni e finalmente è riuscito a portarlo qui: la sua voglia di rivincita, sarà un valore aggiunto. Il protocollo Covid potrebbe lasciarlo fuori col Toro (servirà una deroga dell’Asl per renderlo convocabile), ma visto che finora si è allenato da solo, Torreira sarà comunque giudicabile solo dopo la sosta. Di sicuro Lucas è un grande colpo, da Fiorentina, di quelli che contribuiscono a pensare positivo. C’è bisogno, come detto anche di un terzino. Che sappia spingere, ma al tempo stesso anche coprire la sua zona. Celik del Lille sarebbe un altro acquisto eccellente, ma i costi sono alti e le difficoltà quindi notevoli. Oltre al turco occhi puntati anche su Odriozola del Real Madrid, già seguito dai viola durante il mercato di gennaio. Molto dipenderà anche dal mercato in uscita, con Amrabat che non sembra affatto intoccabile, Duncan e il già citato Kokorin che aspettano offerte.
La squadra insomma è ancora incompleta, ma già così promette bene. A Roma si è vista personalità e capacità di imporre il gioco, uno spirito comune e una consapevolezza di squadra che non si vedevano da tempo. Al gol di Milenkovic siamo tutti balzati dalla sedia, perché dopo un’ora di ingiusta inferiorità numerica, la Fiorentina si era guadagnata un pari strameritato. Il finale però è stato amaro, i centimetri hanno aiutato Mourinho, ma anche certi errori difensivi sono stati fin troppo evidenti per non essere sottolineati. La Fiorentina gioca (e giocherà sempre) col baricentro alto, certi rischi li accetta per cultura. Un conto però è prendere contropiede, un altro è subire gol a difesa schierata, come capitato sull’ 1-0 di Mkhitaryan e sul terzo gol di Veretout: è lì che l’allenatore dovrà lavorare, perché altrimenti tanta mole di lavoro rischia di essere vanificata dai dettagli. Siamo solo all’inizio comunque, per oliare i meccanismi servirà tempo. E tempo questa Fiorentina lo merita sul serio, perché Italiano è bravo e ha già tracciato una strada, nella quale credono tutti, dal primo all’ultimo giocatore, e perché la società si è messa in testa che quest’anno zero dovrà essere per davvero quello della svolta. Sabato riapre il Franchi e sarà una boccata d’entusiasmo, anche se mancheranno i gruppi organizzati della Fiesole. Una bella vittoria sarebbe come avere il vento in poppa, in attesa degli ultimi colpi, quelli decisivi per cambiare marcia una volta per tutte.