INCERTEZZE E ASPETTATIVE
Sempre e solo una questione di aspettative, se non proprio alimentate da una proprietà che ha più volte ricordato di non voler fare promesse che non può mantenere (e che anche sul fronte dei numeri ha già messo in chiaro molto per bocca del suo presidente) almeno da un gruppo capace di stupire. Già, perché se questo stand-by d’inizio giugno ha il sapore di una sospensione non troppo piacevole è anche e soprattutto perché la Fiorentina dell’ultimo anno, quella scesa in campo, ha saputo ricreare entusiasmo e interesse intorno a sé. Una corsa che in pochi avrebbero immaginato così positiva, anche in termini di gioco, e proseguita anche dopo un’operazione difficile da vedere nei mercati invernali come la cessione del capocannoniere.
Così presi dalle prime temperature pesanti, e voltando per un attimo lo sguardo al passato, fa un certo effetto pensare al clima infuocato di appena un anno fa, quando proprio in questi giorni Gattuso si presentava al centro sportivo Astori senza troppa convinzione. Com’è andata a finire con il futuro tecnico del Valencia è storia nota, altrettanto la bontà della scelta successiva orientata su Italiano pur con tutte le difficoltà del caso rappresentate da una clausola che avrebbe fatto molto discutere in Liguria.
Sotto questo profilo restano indubbi i meriti della società nell’aver puntato su di un tecnico emergente, e forse è anche per questo che è difficile comprendere come mai la questione non sia ancora definitivamente chiusa alla luce dell’esito di quella scommessa di un anno fa. Quasi che, adesso, le aspettative dei diversi interlocutori fossero cambiate. Ecco perché a qualche giorno da quello che dovrebbe essere il summit decisivo la maggior parte delle attenzioni è rivolta al futuro del tecnico, considerato grande artefice del settimo posto (almeno a detta dei diretti protagonisti). L’incertezza che regna intorno a lui, e di conseguenza intorno ai progetti di mercato, è la cifra del momento vissuto dall’ambiente, già spiazzato da un riscatto di Torreira che per tanti motivi praticamente tutti davano pressoché fatto.
Uno stato di cose che solo Commisso e la dirigenza possono ribaltare nelle settimane che separano dal ritiro di Moena al via il 10 luglio, a partire da un confronto con lo stesso Italiano dal quale possa nascere condivisione d’intenti e possibilmente ambizioni, se non proprio identiche, almeno simili. Perché poi, al di là di quel che potrà accadere in una stagione da giocare su tre fronti Europa inclusa, saranno proprio le aspettative legate al prossimo anno a fare la differenza, da una parte e dall’altra.