IKONÉ E CABRAL, ECCO PERCHÉ NON GIOCANO. MA ITALIANO SCOMMETTE SU DI LORO. IL FRANCESE MEGLIO DI BOGA. BALLOTAGGIO DRAGO-TERRACCIANO. CON LA JUVE STADIO FORSE AL CENTO PER CENTO. FRANCHI, SCELTO IL PROGETTO

24.02.2022 11:05 di  Enzo Bucchioni  Twitter:    vedi letture
IKONÉ E CABRAL, ECCO PERCHÉ NON GIOCANO. MA ITALIANO SCOMMETTE SU DI LORO. IL FRANCESE MEGLIO DI BOGA. BALLOTAGGIO DRAGO-TERRACCIANO. CON LA JUVE STADIO FORSE AL CENTO PER CENTO. FRANCHI, SCELTO IL PROGETTO

Ikonè e Cabral perché non giocano?

Quando saranno pronti?

Domande che girano con insistenza nel mondo viola, inutile negare che c’è grande attesa e curiosità attorno ai due grandi acquisti di gennaio che fino a oggi si sono visti pochissimo.

Il solito simpatico fiorentinaccio l’altro giorno scriveva provocatoriamente sui sociali: saranno mica il Kokorin francese e il Kokorin brasiliano. Ironia tipica, una battuta che strappa un facile sorriso e merita una risposta rapida, netta e decisa: assolutamente no. Con l’aggiunta di un commento: non scherziamo su una roba seria.

Ikonè e Cabral sono due attaccanti tecnicamente molto forti per i quali la Fiorentina ha investito trenta milioni di euro, saranno il futuro della Viola.

E allora perché questo momento di difficoltà, questi ritardi?

Tutto normale e facilmente spiegabile, come ha già cercato di dire e far capire Vincenzo Italiano nelle ultime conferenza stampa. Ma noi abbiamo cercato di saperne di più, soprattutto per avere un’idea precisa sul presente e sul domani di questi due ragazzi, entrambi nati nel 1998 a pochi giorni di distanza, dei quali tanti addetti ai lavori italiani e stranieri parlano benissimo.

Secondo molti stupiranno presto, per Ikonè a qualcuno nell’ambiente viola è scappata anche una frase del tipo “Il francese sarà presto più forte e determinante di Boga”

Perché non giochino è spiegabile per diversi motivi. Il primo, quello fondamentale, è che anche del dopo-Vlahovic la Fiorentina sta andando molto bene, non c’è bisogno di forzare la presenza di due giocatori che non sono ancora pronti per il campionato italiano e per la Fiorentina.

Nel ruolo di centroavanti Piatek s’è inserito benissimo e fa gol, avvantaggiato dal fatto di sapere la lingua e di conoscere la serie A nella quale aveva già giocato due campionati. Sugli esterni la crescita di Sottil, la grande forma di Gonzalez, le certezze di Saponara, danno all’allenatore diverse soluzioni.

E’ proprio l’allenatore che ha deciso di far crescere Ikonè e Cabral senza la necessità di inserirli in fretta e furia, con il rischio di esporli a prestazioni non all’altezza del loro valore e quindi a critiche. Quando c’è stata l’emergenza sia Ikonè e Cabral sono stati schierati dal primo minuto, ma in questo momento per loro è meglio continuare ad apprendere in sostanza tre cose: 1) la lingua italiana 2) Come si deve giocare nella Fiorentina 3) Il campionato italiano. Tutte cose banali, non impossibili, non serve la laurea alla Sorbona, ma necessitano di tempo. Normale quando i giocatori arrivano a gennaio e non hanno la possibilità di fare un bel ritiro di un paio di mesi come succede in estate.

Il tutto complicato dal modo di proporre calcio della Fiorentina che, come abbiamo spiegato mille volte, mette al centro il gioco e non i giocatori. Qui è più difficile imparare a giocare in sintonia con i compagni, fare i movimenti con i tempi e negli spazi giusti, che non giocare e far giocate individuali.

E proprio questo, fondamentalmente, è il vero motivo del perché i due giocatori non sono ancora in corsa per una maglia da titolare. Entrambi, sia Ikonè che Cabral, stanno cercando di cambiare il modo di pensare e il modo di fare calcio.

Ikonè, ad esempio, al di là dei problemi di lingua, viene dal Lille, da una squadra molto basata sui singoli, che giocava un calcio diverso. A lui in particolare venivano chiesti i contropiede, spesso era chiamato a giocare in mezzo al campo, doveva cercare la giocata uno contro uno per puntare la porta. Nella Fiorentina sta imparando a giocare esterno destro, a dialogare con il terzino che attacca, scambia e si sovrappone, ma anche con il centrocampista di destra. Deve soprattutto agire in spazi stretti, deve giocare con rapidità di piede e di testa. Meccanismi che non fatti con i tempi giusti rischiano di compromettere il gioco d’assieme.

Ma come sta procedendo l’istruzione? Filtra positività. Come detto, se ci fossero necessità urgenti Ikonè potrebbe giocare. Italiano lo raccontano contento dei progressi, ma siccome Ikonè è un giocatore che potenzialmente può fare la differenza, è giusto che impari al meglio quello che l’allenatore e i compagni chiedono a lui. Fisicamente è a posto, già reattivo. E’ un brevilineo quindi non ha problemi di carichi di lavoro o robe del genere.

Quanto servirà ancora per vederlo al meglio?

Non ci sono tabelle o tempi certi. L’allenamento è duro e costante, messe le basi, certi progressi si possono ottenere anche d’improvviso, nel giro di pochi allenamenti. Qui, come detto, c’è l’aggravante della lingua che complica le sedute tecniche al video o le lezioni dello staff di Italiano.

Per Cabral il discorso è simile. Il brasiliano è un tipico attaccante d’area, forte fisicamente, con un grande stacco aereo e con una “frustata” di testa che ha sorpreso tutti, ma nel Basilea gli chiedevano di stare là davanti e la squadra giocava per lui. Ora la Fiorentina gioca anche per lui, ma lui deve imparare a giocare per la squadra. Sta provando a stare spalle alla porta, a difendere la palla per far salire la squadra, a smistare a destra e sinistra per poi attaccare la profondità. I piedi buoni lo aiutano e i progressi sono evidenti. Rispetto a Ikonè deve però migliorare anche la forma fisica e in particolare la reattività. Stanno lavorando duramente su questo.

Nel campionato svizzero si gioca a una velocità inferiore, c’è meno intensità e Cabral si deve adattare, deve crescere. Lo sta facendo.

Ma tutti lo fanno con grande applicazione, vogliono giocare e mettersi a disposizione prima possibile.

L’esempio per tutti è Piatek che ha cambiato il suo modo di giocare, anche lui era solo un uomo d’area, ma ha capito che con la Fiorentina, con questo gioco, con Italiano potrà crescere.

C’è chi racconta proprio di una considerazione del giocatore fatta con i compagni del tipo “con questi movimenti, con questo modo di giocare, posso diventare un giocatore migliore”. E’ questo il punto: giocatori migliori.

Lo stanno diventando quasi tutti per il gioco proposto dall’allenatore, le sue idee e il grande lavoro che chiede ai suoi giocatori.

Giocatori che, lo abbiamo scritto mille volte, lo seguono come un guru, lavorano duramente e sottolineare l’umiltà e la voglia di Piatek è l’esempio giusto che vale per tutti.

Tornando a Ikonè e Cabral, saranno i due che aiuteranno la Fiorentina a fare un ulteriore step di crescita. Ne è convinto soprattutto l’allenatore che alla bisogna sarebbe pronto a inserirli anche subito, ma che conta di averli rodati nel rush finale del campionato che sta aprendo diversi orizzonti interessanti. Soluzioni in più, qualità e quantità.

Questi mesi di lavoro sono serviti a fare calcio bene, Italiano ha costruito basi forti sulle quali adesso si può crescere e con le quali si può essere ottimisti. Poi c’è da costruire e se Rocco Commisso vorrà fare una casa a tre piani o un grattacielo lo scopriremo presto. Ikonè e Cabral fanno parte di questo piano di crescita e altri verranno.

Vi anticipo che i dirigenti viola hanno già allacciato contatti per giocatori di assoluto interesse, già disposti a venire a Firenze. Avremo tempo e modo per scoprire, capire, entrare nei dettagli.

Ci sono anche prestiti da trasformare in rapporti duraturi come quello di Torreira per il quale serviranno dai dieci ai quindici milioni. Dalla Spagna parlano pure di Odriozola. Vi confermo quanto scritto nei giorni scorsi. Se il Real gli vorrà dare una maglia da titolare, ovvio e scontato, lui tornerà a Madrid. In caso contrario il giocatore vuole solo la Fiorentina e si punterà al rinnovo del prestito per un altro anno. Magari oneroso.

E sabato c’è il Sassuolo, cliente difficile. Già all’andata il gioco, il ritmo e la mentalità degli emiliani hanno fatto tremare la Fiorentina. Italiano dovrà essere bravo a pensare due partite in una (mercoledì c’è la Juve), ma a far capire ai giocatori che prima c’è solo e unicamente il Sassuolo. Il resto verrà e che resto…

Per la formazione è sicuro Quarta in difesa per la squalifica di Milenkovic, in coppia con Igor. A centrocampo crescono le quotazioni di Amrabat anche se Torreira ha recuperato. La qualità di Castrovilli in mezzo può far comodo. Venuti in difesa e Saponara in attacco possono essere alternative sugli esterni per Odriozola e Sottil da tenere caldi per la Juve. Un po’ di sano turn over me lo aspetto. E in porta? Gran ballottaggio, ma siccome Dragowski era il titolare, probabilmente si ripartirà da lui.

A proposito della Juve si vocifera (come direbbe Ruffini) che visti i dati sanitari molto buoni, gli stadi potrebbero essere aperti al cento per cento dal primo di marzo con obbligo di green pass, naturale. Vedremo. La Fiorentina spera visto che la richiesta dei biglietti è superiore al 75 per cento previsto, il tutto esaurito è assicurato con coreografia e attesa per Vlahovic che avrà sicuramente sorprese. Né rose, né fiori…mi viene da pensare.

Cosa penso invece della ristrutturazione del Franchi e dei 100 milioni per ora (soldi nostri) che saranno buttati, lo sapete già. Lunedì sette marzo conosceremo il progetto vincitore del concorso alla presenza di Draghi. Lo hanno informato che si spenderanno soldi della collettività che avrebbero potuto essere investiti altrove con lo stadio nuovo pagato da Commisso? Temo di no, ovvio.

Ma così vanno le cose in Italia e a Firenze spinta dall’ottimismo nardelliano che sta per mettere a ferro e fuoco Campo di Marte (Stadio senza tutti i soldi, tranvia, viale Paoli interrato, 30mila metri cubi di cemento e altro), ma tanto lui non ci sarà perché nel 2024 finisce il mandato. E forse anche prima se si candida alle politiche. Auguri a chi resta…