Grazie Pioli, il gioco è tornato a Firenze. C'è già una cifra, Fiorentina riconoscibile. L'allenatore è stato chiaro: accontentatelo. Ioannidis davanti, in difesa c'è fermento... Fagioli cresce, se gira lui i viola volano

Bilancio della prima parte dell’estate viola: più che positivo. Il primo traguardo del percorso, seppur virtuale, è stato raggiunto. Dopo un mese di lavoro Pioli ha apposto la propria firma. La Fiorentina ha già una cifra, è riconoscibile. L’opera non è conclusa, ci mancherebbe, ma siamo a buon punto. Le tessere che saranno inserite in questo mosaico troveranno terreno fertile. Non dovranno fare altro che assecondare un codice identificativo. Nella misura del momento attuale della Fiorentina, si trova un elemento tutt’altro che banale, considerando pure lo spiccato senso estetico della città: il bel gioco è tornato a Firenze. I tifosi si divertono con le vittorie, ma in riva all’Arno qualsiasi indirizzo della vita si declina con i canoni della grande bellezza. Vincere non basta, bisogna farlo con modalità gradevoli all’occhio.
Nella manovra convincente che la Fiorentina ha espresso nella tournée inglese, si è manifestata una certa personalità. C’è voglia di attaccare, di aggredire, di recuperare palla, di prediligere lo scontro uomo contro uomo, di saper dosare la quota palleggio, sempre importante, con quella della profondità. Il calcio è fatto anche di impressioni, ecco la Fiorentina dà la netta sensazione di essere conscia dei propri mezzi. Non ha timore di mostrarsi, ma si incammina a comandare la partita il più spesso possibile. Non esiste una sola strada per conquistare i risultati però il cambiamento rispetto al passato è evidente, filosofie quasi opposte. Anche se è giusto ricordare che nell’ultima stagione una Fiorentina poco scintillante ha comunque portato a casa un sesto posto con 65 punti all’incasso.
Una buona regola dei rapporti lavorativi consiglierebbe di dare prima di chiedere. La fiducia va conquistata per convincere il tuo presidente a concedertela. Pioli in 4 settimane ha già lanciato un messaggio mettendo in mostra i progressi fatti dalla Fiorentina. Adesso si tratta di spingere il motore ancora più in alto attraverso un mercato di qualità. Pioli ha spiegato che è necessario alzare il livello, un tasto che avevamo già toccato nei nostri commenti. Benissimo Dzeko, Fazzini e Viti, ma ora chi arriva deve essere migliore di chi c’è già. E’ semplice, ma è anche l’unico sistema per scalare quote di classifica, aumentando anche la possibilità di vincere un trofeo dopo 24 anni di fastidiosa astinenza. Anzi a giugno saranno 25 addirittura. Un quarto di secolo nell’anno in cui la società viola festeggerà i primi 100 anni.
La priorità è un attaccante centrale, lo ha rimarcato anche Pioli dopo la partita. “Uno che dia profondità”. In alternativa a Kean, mentre Dzeko e Gudmundsson li inseriamo nella categoria “rifinitori”. Ioannidis resta un nome caldo perché raccoglierebbe le diverse caratteristiche che piacciono all’allenatore. Più facile, comunque, trovare un profilo così all’estero che in Italia, dove il listino è sicuramente più pesante.
E’ caccia aperta anche ad un centrocampista anche se Pioli ha prodotto dopo i test inglesi valutazioni sulla metà campo. Sohm, un gol e una traversa, si è inserito all’istante, come forse non era neppure pronosticabile. E’ presto per dirlo, ma anche in questa caso l’impressione che sprigiona è che lo svizzero sia proprio il centrocampista di cui ha bisogno la Fiorentina. Speriamo sia solo l’inizio di una bellissima stagione per l’ex Parma. Il sogno era di affiancarlo a Kessie, ma in termini economici la manovra sembra quasi impossibile. Nel frattempo la situazione di Mandragora è sempre molto incerta, non a caso un po’ di tempo fa avevamo segnalato che Rolando, se non avesse firmato, sarebbe stato a rischio partenza. Ma una sua cessione avverrebbe solo con l’acquisto di un altro mediano di spessore.
Fagioli sta crescendo, a Manchester la sua prestazione è stata di rilievo. Non ci sono vie di mezzo: se gira lui la Fiorentina vola, altrimenti nascono i problemi. Fagioli è realmente la mente della squadra e sul suo valore nessuno si azzarda a nutrire dubbi. Sono gli aspetti psicologici della sua nota vicenda a destare perplessità, ma davanti a prove come quella in Inghilterra, la speranza che gli spettri siano alle spalle aumenta concretamente.
In difesa c’è un bel fermento. Intanto con i corteggiamenti a Comuzzo, sia in Inghilterra che in Germania. In Italia c’era il Milan, ma la Fiorentina ha fatto muro di sbarramento. Al di là della sua permanenza o meno, Pioli vuole in difensore centrale veloce che la dirigenza dovrà individuare. Se poi fosse ceduto Comuzzo, va da sé che i difensori da prendere diventerebbero due.
Tutto è in ballo, dunque, ma le basi edificate da Pioli sono già una certezza. Ora tocca a Rocco Commisso, è lui l’uomo decisivo, colui che può aprire un po’ di più il rubinetto. Se il presidente intuisce che l’anno può diventare ricco di soddisfazioni agonistiche, cioè che solo il campo può proiettare in alto la Fiorentina, allora ci siamo. Accontentando Pioli si può sognare mettendo a terra la realtà. Gli errori del passato possono servire come volano verso un grande futuro. La Fiorentina ha perso troppo tempo. Ecco la sfida a cui sono attesi Commisso e suoi manager del mercato.
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