FIORENTINA, UNA RIVOLUZIONE. SOLO CINQUE-SEI GIOCATORI DA CONFERMARE. ENIGMA VLAHOVIC. DUBBIO RIBERY. DOPO DUE ANNI FALLIMENTARI SERVE CAMBIARE ROTTA. PER PRANDELLI DECIDERÀ ROCCO. MILAN STANCO, SQUADRA DA CORSA
Nove-dieci punti in undici partite, è questo quello che serve alla Fiorentina per conquistare la salvezza. Nessuno si nasconde le difficoltà, abbassare la guardia è vietato, ma la vittoria di Benevento consente di guardare il presente con prospettive diverse. E riapre il discorso sul futuro. E’ chiaro che tutto dipenderà dai programmi che ora sono in un cassetto e dalle idee di Rocco Commisso, ma calcisticamente parlando è chiaro che questa squadra andrà rivoluzionata. Dopo due anni fallimentari per la gran parte di questi giocatori, per quelli che arrivano dalla sofferta salvezza con i Della Valle sono addirittura tre, serve un progetto nuovo per immettere energie positive, voglia, fame, idee e mandar via quel “baco” della negatività che da troppo tempo si annida nello spogliatoio viola.
Nel calcio succede, nei gruppi anche, diventa perfino difficile trovare motivazioni valide. Senza cercare colpe e colpevoli, a un certo punto serve cambiare tutto, rotta e naviganti, per ripartire su basi diverse.
Si dovrà cominciare dall’allenatore, ovvio. A fine stagione scadranno i contratti di Montella e Iachini, ma anche quello di Prandelli. Rocco avrà finalmente le mani libere, potrà decidere in assoluta serenità senza pensare ai legami burocratici. Vi abbiamo già detto di contatti fra intermediari e proposte varie, radiomercato spesso trasmette i nomi di profili accostati alla Fiorentina che vanno dal solito Sarri a Gattuso, da Pippo Inzaghi a Italiano o De Zerbi, allo spagnolo Marcelino. I manager hanno tracciato di sicuro degli identikit alla ricerca dell’allenatore ideale e Rocco avrà elementi a sufficienza per valutare e decidere a tempo debito.
Se si vorrà partire subito per puntare all’UEFA è probabile che serva un allenatore più esperto, se invece piacciono una squadra giovane e brillante con il domani da costruire, l’ideale potrebbe essere un giovane mister in carriera.
Poi c’è Prandelli. I risultati non brillantissimi fino a sabato scorso e la voglia di cambiare tutto potrebbero far pensare che anche Cesare a fine stagione sia destinato a salutare. Non è detto. Sappiamo come ragiona Rocco Commisso, guarda alla meritocrazia, all’attaccamento, alla persona, spesso vede cose con un’ottica diversa da quella strettamente calcistica, a maggior ragione se la Fiorentina dovesse riprendersi con un grande finale. Poi Prandelli è l’allenatore che ha lanciato Vlahovic in una prospettiva diversa. In questo momento non mi pare di aver capito che la sua corsa sia davvero finita, il futuro deciso, forse ha ancora qualche carta da giocare. Ma vedremo. Appena la situazione si farà tranquilla, la scelta dell’allenatore sarà fatta tempestivamente. Fra l’altro Rocco dovrebbe arrivare presto, non s’è ancora capito se farà la Pasqua negli USA o in Italia, ma è roba di giorni per saperlo.
Comunque, allenatore o non allenatore, questa rosa di giocatori andrà radicalmente cambiata. Potranno rimanere al massimo cinque sei-giocatori. E forse sono anche troppi. La valutazione dovrà essere fatta non soltanto in base al rendimento, ma anche per le prospettive futuro e nell’interesse del gruppo da costruire.
Primo nodo da risolvere è quello di Vlahovic. Se lui dirà chiaramente di voler restare ancora a Firenze, felice, rinnovando il contratto, in attesa di crescere ancora, è ovvio che la nuova Fiorentina dovrà ripartire da lui. Ma ci dovrà essere chiarezza estrema, rimanere per forza non converrebbe a nessuno, ci sono esempi infiniti e scene già viste. Lo abbiamo già scritto. Ma Rocco deve agire liberamente, anche i tifosi ormai hanno molto chiari i meccanismi di mercato e le dinamiche dei procuratori, sanno che i presidenti possono avere le migliori intenzioni, ma poi alla fine è obbligatorio fare i conti con la volontà dei giocatori. Non farebbero drammi per un eventuale addio che porterebbe tanti soldi da reinvestire.
Per il resto sembrano destinati a rimanere Dragowski, Quarta, Bonaventura, Amrabat per rilanciarsi anche se ha molte richieste da Napoli a Roma e all’estero, forse Castrovilli, Igor e il soldatino Venuti. Però anche Castrovilli, se dovesse far capire di avere idee diverse, non andrebbe trattenuto a forza. Pure Kouamè che non è riuscito a imporsi e dopo un’annata come questa ha bisogno di giocare. Pulgar ha mercato in Spagna e in Premier. Sarà fondamentali immettere giocatori che sentano la Fiorentina come un’occasione, che abbiano voglia di una sfida importante, con la riapertura degli stadi servirà gente con la maglia viola nel cuore e un grande carattere.
E’ chiaro, infatti, che da tempo Milenkovic ha fatto una scelta diversa, ma anche Pezzella è giusto che cambi aria.
Poi ci sono i grandi vecchi, Ribery su tutti. In questa squadra mediocre e in difficoltà fa la differenza, ma a 38 anni e con un progetto tecnico diverso sarà ancora fondamentale? Tema da mettere in mano al nuovo allenatore, ammesso e non concesso che il francese abbia voglia di rimanere e di abbassarsi l’ingaggio. Lo stesso discorso, in proporzioni diverse, si può fare per Caceres, 34 anni. Sicuramente Borja Valero chiuderà qui. Via anche quelli che hanno giocato pochissimo e pure Callejon a 34 anni dopo un anno passato in panchina che futuro potrà mai avere? Poco. Eysseric e Maxi Olivera sono in scadenza.
E Kokorin? E’ stato pagato relativamente poco, 4,5 milioni, sarebbe facile rivenderlo, ma è giusto valutare in questi due mesi che restano e magari nel ritiro estivo, se potrà avere un futuro nel calcio italiano per caratteristiche tecniche e capacità di ambientamento.
Come si vede, sono davvero pochi quelli da promuovere e su cui contare. Ma dopo una stagione come questa calcisticamente è tutto normale, funziona così. Un esempio è quello che successe proprio alla Fiorentina nel 2012, la fine del primo ciclo Corvino, con salvezza sofferta. Per ripartire furono venduti tutti, compresi quelli che si erano salvati come Behrami che andò al Napoli.
Per fare questo rinnovamento Rocco dovrebbe calarsi completamente nella parte del manager calcistico senza farsi prendere dal suo discorso della famiglia, del gruppo, di nuove chances per rilanciarsi. Il calcio in certi momenti impone anche il cinismo.
Comunque, ovvio, la palla passa al presidente che molti nel mondo del calcio e in ottica mercato, raccontano come molto motivato e voglioso di rilanciare. Tutta Firenze lo spera fortemente e spera pure che la vicenda stadio e il ricorso di Italia Nostra per il Viola Park non siano un freno alle ambizioni del presidente viola.
Fra le altre cose da sistemare e i contratti in scadenza, c’è anche quello del direttore sportivo Pradè che ha fatto cose buone (Quarta), altre meno come tutti. Sembra ancora in sintonia con Joe Barone e l’ambiente viola, proprio nell’ottica della squadra che piace a Rocco, ma anche in questo caso una decisione andrà presa ben prima di giugno, scadenza dell’accordo.
In soldoni, dovrebbe accadere tutto un minuto dopo la salvezza raggiunta. E’ logico che i dirigenti adesso siano ancora tutti tesi a portare la Fiorentina prima possibile fuori dalle sabbie mobili della classifica.
A proposito, domenica pomeriggio arriva il Milan e sulla carta è gara complicatissima. I rossoneri però, come sappiamo, giocano questa sera una sfida decisiva con il Manchester e al Franchi saranno presumibilmente stanchi. Proprio domenica scorsa contro il Napoli l’appannamento dei rossoneri è apparso evidente e anche se probabilmente ci sarà Ibra, da questo bisogna ripartire per mettere insieme tutte le armi a disposizione.
Prandelli ha fatto bene a Benevento, è l’ora delle scelte decise, è giusto che vadano in campo i giocatori più pronti mentalmente e soprattutto fisicamente. Servono grinta, carattere, determinazione. Non credo che l’undici iniziale si discosterà molto da quello di Benevento, molto dipenderà dalle condizioni di Amrabat e Castrovilli, ma oggi è appena giovedì.