FIORENTINA, UNA PAUSA RIGENERANTE PRIMA DELLE SFIDE DECISIVE. CABRAL, UNA CRESCITA NON CASUALE. LA PROGETTUALITÀ DEL CLUB: FUORI DAL CAMPO È DAVANTI A TUTTE LE ALTRE

26.03.2023 10:37 di  Luca Cilli  Twitter:    vedi letture
FIORENTINA, UNA PAUSA RIGENERANTE PRIMA DELLE SFIDE DECISIVE. CABRAL, UNA CRESCITA NON CASUALE. LA PROGETTUALITÀ DEL CLUB: FUORI DAL CAMPO È DAVANTI A TUTTE LE ALTRE

Nella vita come nello sport, dunque anche nel calcio, vale sempre la regola per cui le attenzioni maggiori vanno rivolte a ciò che dovrà avvenire e non a ciò che è già stato. Nel caso della Fiorentina però si può fare uno strappo a tale principio. Prima di pensare al futuro che potrebbe regalare soddisfazioni è giusto soffermarsi una volta in più sulla grande forza interiore che il gruppo squadra ha avuto nel momento più basso dell’annata. Da quel momento è nata questa nuova Fiorentina. Rinnovata prima nella testa, nello spirito, nella convinzione di poter fare ottime cose, e di conseguenza anche sul campo dove ora tutto riesce. Ed anche molto bene. Ricordare l’esatto momento in cui la stagione è svoltata in senso positivo è dunque fondamentale per affrontare i mesi decisivi, quelli che contano per davvero. Il bello arriva adesso, così come ora si capirà una volta in più la consistenza – e non solo tecnica – di una formazione che a prescindere da ciò che riuscirà ad ottenere fra campionato, Coppa Italia e Conference League dovrà essere rivisitata. Nel frattempo è giusto sottolineare i meriti di questa bella versione della Fiorentina e di alcuni singoli che (finalmente) stanno dimostrando il proprio potenziale. Artur Cabral da questo punto di vista è l’uomo copertina: non è diventato un attaccante in grado di segnare una partita si e l’altra pure dall’oggi al domani, semplicemente è stato messo nelle condizioni di poter esprimere al meglio quelle che sono le sue caratteristiche. Cioè da centravanti d’area di rigore e non di manovra. Bella anche la parabola di Dodò e quella di Barak, due calciatori al momento imprescindibili per Italiano. L’unico ancora rimasto inespresso è Ikone: nulla da dire sul piano dell’impegno e dell’abnegazione ma a determinati livelli ed in certi contesti non può bastare.

Pausa strategica Lo stop del campionato, fermo nel week end per dare spazio agli impegni delle nazionali, può rappresentare più un vantaggio che uno svantaggio. La rimonta in Serie A, gli exploit in Conference League, sono stati appaganti ma hanno comportato anche un notevole dispendio di energie fisiche e mentali. Se da un lato la pausa interrompe momentaneamente l’ascesa della Fiorentina, dall’altro permette alla squadra di riprendersi dagli sforzi compiuti. L’altro punto a favore è per Vincenzo Italiano, che pur dovendo rinunciare ai calciatori convocati dalle rispettive nazionali, potrà lavorare con la settimana al completo. Per un allenatore è il massimo, specialmente in vista di una ripresa che sarà caratterizzata da tante partite e tutte di fondamentale importanza. La brutta notizia è il grave infortunio occorso a Sirigu che purtroppo lo costringerà a chiudere l’annata prima del previsto. Un peccato per lui, che ha impiegato poco tempo per farsi apprezzare da ambiente e compagni di squadra, e per la Fiorentina che perde un elemento prezioso all’interno dello spogliatoio. La speranza di tutti è quella di poterlo rivedere nuovamente in campo.

Società all’avanguardia Se in campo le cose sembrano funzionare, all’esterno la Fiorentina sta continuando il suo ottimo lavoro per dotarsi delle migliori infrastrutture. Una visione lungimirante, fondamentale per alzare il livello di competitività della società e per attrarre campioni oltre che partner internazionali, e di conseguenza nuovi introiti finanziari. Non solo dunque la nascita di un modernissimo centro sportivo. Ma anche di uno stadio nuovo, al passo coi tempi, funzionale per una realtà che ha molte capacità e possibilità attrattive al momento però non del tutto espresse. Per la Fiorentina si tratta di un cambiamento epocale in grado di schiudere nuove opportunità e traguardi sempre più ambiziosi. Due anni di “esilio”, per così dire, valgono il sacrificio. Il progetto che sta portando avanti il club, parallelamente alla costante crescita sul campo, al momento rappresenta un unicum in Italia. Basti pensare, ad esempio, ad Inter e Milan che stanno ancora discutendo sul come, quando e dove costruire i rispettivi impianti di proprietà. Al tifoso, ed è comprensibile, interessano i risultati e le vittorie. Essere dominanti sul mercato e poter vedere in squadra i migliori calciatori. Tutto giusto, tutto corretto. Ma per arrivarci servono prima le strutture ed un certo tipo di organizzazione. Che nel calcio moderno valgono quanto un top player.