FIORENTINA NELLA BOLGIA DEL MARADONA. ALLA CACCIA DI PUNTI PESANTI. MA I VIOLA ORA HANNO UN CARATTERE TOSTO. ITALIANO CHIEDE PIU’ ATTENZIONE IN DIFESA. OBIETTIVO: CONGELARE LA CLASSIFICA. ANCHE A FIRENZE C’È SOLO UNA SQUADRA…
Andare ad una festa senza essere invitati non è il massimo… Peggio ancora quando il frastuono copre tutto, pensieri e parole. La Fiorentina arriverà al Maradona e si troverà di fronte un muro azzurro, migliaia e migliaia di tifosi napoletani. Alcuni, non più di 55mila, entreranno nello stadio, gli altri, di gran lunga la maggioranza, staranno fuori prima, durante e dopo la partita. La Fiesole che ha spiegato chiaramente i motivi della non partenza, ha fatto bene a restare a casa.
La festa del terzo scudetto del Napoli è cominciata giovedì notte e durerà probabilmente per qualche settimana. Ma quello di domani sarà l’esordio in casa da campione d’Italia per il Napoli di Spalletti. Succederà di tutto, il Maradona sarà la cassa di risonanza di una vittoria storica. E la Fiorentina, ospite poco desiderato, dovrà trovare la concentrazione in mezzo a quella bolgia infernale, per recuperare punti utili a congelare la classifica. Un ottavo posto che magari non esalta il testosterone viola, ma che può diventare efficace.
Italiano dopo Salerno ha reclamato, con buone ragioni, una maggiore attenzione in difesa: sia come reparto che come fase difensiva. I cali di tensione devono finire perché non sempre c’è la possibilità di rimediare. Dipende sempre dall’avversario che incontri. Contro Lautaro e Dzeko o Lukaku, ad esempio, il gioco può farsi pericoloso. La gara del Maradona potrebbe servire anche per questo scopo: montare una guardia attenta contro attaccanti fortissimi e imprevedibili, un modo come un altro per migliorare il coefficiente di preparazione alle gare da dentro o fuori nelle coppe.
Salerno, però, non ha lasciato solo incertezze circa le fragilità difensive: è stata una partita nella quale i viola hanno dimostrato di avere carattere perché recuperare 3 volte in casa di una formazione in lotta per non retrocedere non è un passaggio banale. La Fiorentina è più tosta di prima, più convinta, più cattiva quando serve. Ci sono limiti, ma sono meno di qualche tempo fa. Oggi la Fiorentina sembra più affidabile e col Napoli la tenuta mentale sarà necessaria. Del resto in tutta la stagione i viola di Italiano sono entrati nell’esclusivo club delle squadre che hanno sottratto almeno un punto alla cavalcata trionfale del Napoli.
Scudetto meritato, poche discussioni. Con 5 giornate di anticipo i dibattiti sono aboliti per legge. Il Napoli ha fatto presto il vuoto rispetto alle pretendenti o quantomeno presunte tali. Il trionfo di un presidente che forse non attrae la simpatia di tutti, ma che ha dimostrato presto di capire molto di calcio. Il Napoli arriva al tricolore dopo oltre dieci anni consecutivi di coppe europee, qualche vittoria in Italia e soprattutto tanti campioni arrivati sotto il Vesuvio.
Giuntoli, diesse di Agliana, è uno dei più capaci in assoluto: lavora in silenzio e fa un colpo dietro l’altro.
Spalletti è il più vecchio allenatore della serie A a vincere uno scudetto (64 anni), ma lo fa dopo gavetta, sudore e qualità. Un fuoriclasse della panchina, leader della scuola toscana, la migliore in assoluto. Toscani anche Baldini e Domenichini storici vice. Spagnolo-fiorentino il preparatore dei portieri, Alejandro Rosalen Lopez, un altro maestro del ruolo. Toscano anche il capitano, Di Lorenzo. E’ lo scudetto del merito. E anche della speranza: il Napoli ha vinto nella stagione della forte riduzione del monte stipendi e della partenza dei giocatori più importanti. Un modello che potrebbe essere di stimolo per altre società.
Ma ci sono anche quelli che per affermare il proprio tifo finiscono col dire delle sciocchezze quasi comiche. Il noto scrittore di gialli, Maurizio De Giovanni, ultrà del Napoli, interpellato a nastro in queste ore (come fosse depositario chissà di quale pietra filosofale), ha ripetuto come un mantra questa frase: “Napoli è l’unica grande città che ha una sola squadra…”. Caro De Giovanni, ci ha sfiniti… La lista sarebbe lunga, a partire da Firenze e Bologna che qualche scudetto hanno vinto. Così come Cagliari e Verona (anche se lungo Adige per un po’ di anni c’è stato il Chievo), se vogliamo parlare di squadre che almeno una volta sono state campioni d’Italia. Nel 1987 la Fiorentina aveva già vinto due scudetti, una Coppa delle Coppe, perso a Madrid una finale di Coppa dei Campioni… E ci fermiamo qui. Insomma prima che a Napoli sbarcasse un marziano, Diego, pronto a cambiare la storia di quel club, consegnandogli il primo tricolore.
E’ vero che gli intellettuali possono permettersi tutto, tranne il lusso della non conoscenza…