FINE D’ANNO CON UNA CRITICA E UN AUGURIO
Dopo un anno di parole positive verso la Fiorentina e il suo padrone, è giusto chiudere nell’ultimo articolo decembrino con una piccola indicazione di una possibile criticità, altrimenti, se non è un po’ critica, a che serve la stampa?
Altrimenti, per dire sempre tutto bene madama la marchesa, avrei fatto l’impiegato alle poste (magari).
Parlerò quindi di una deriva che è nel mondo del calcio e dalla quale non va esente la Fiorentina.
La società viola, specialmente in questa nuova era Commisso, ama parlare senza contraddittorio, usando spesso il suo sito ufficiale per diffondere parole stentoree e autoreferenziate, ne sia un esempio, la recente uscita dal titolo: ‘10 proposte per un calcio sostenibile’, definite da qualcuno con mosaica ironia: le dieci tavole della legge.
Epperò, bisognerebbe che in viale Fanti ci si rendesse conto che Rocco, per quanto simpatico e grandissimo imprenditore, non è il profeta sulla montagna ai cui piedi stanno gli ebrei colpevoli d’aver adorato il vitello d’oro, fabbricato da Aronne.
Le proposte, come le chiama la Fiorentina, si propongono appunto, e poi si discutono, magari in un confronto aperto a domande o obiezioni, è per questo che hanno inventato le interviste e le conferenze stampa, che poi confrontandosi si evitano più facilmente imprecisioni e incomprensioni.
Cerca cerca sulla rete, mi sono imbattuto in alcune duchiarazioni di Mario Sconcerti che - in un recente video di calciomercato.com - lamenta come ‘nel calcio viga un regime totalitario sull’informazione, che passa per essere un male, l’autorevole giornalista usa una splendida metafora dicendo: ‘ai giornalisti basta essere portati dentro l’alveare, non interessa la qualità del miele’, per figurare l’arrendevolezza della categoria col mio stesso tesserino professionale, ormai limitata nella sua attività, anche dalle stringenti norme anti virus.
Tuttavia va tristemente detto come l’atteggiamento di molti colleghi nei confronti del club e di chi lo guida è un po’ come quello, mutuando il linguaggio giornalistico di un secolo e mezzo fa, della servetta che trasalisce di gioia e d’orgoglio quando un signore le fa una carezza, quand’anche questa carezza sia di quelle di cui s’avrebbe a male una donna per bene.
Certamente nel calcio l’uso di parlare solo tramite house organ non è della sola Fiorentina, ormai tutte le società parlano tramite veline ufficiali, evitando con destrezza il libero confronto con la stampa, anzi chiudendosi il più possibile a questa.
Tuttavia tale deriva non è nel solo calcio, i politici parlano ormai solo con dirette social e accettano di presenziare in tv coi giornalisti, solo perché il tubo catodico è ancora un forte collettore di consensi, invece nel calcio i consensi dei tifosi sono a prescindere.
Sconcerti nel suo video, dice che nel calcio c’è dittatura e lamenta la mancanza di democrazia, affermazione che appare una boutade in un paese dove la legge di bilancio approvata ieri, la norma più importante dello stato che stabilisce da chi lo stato prende i soldi e a chi li ridistribuisce, è stata lasciata alla camera dei deputati, solo in una lettura formale per rispettare il termine di approvazione di oggi 31 Dicembre, alla faccia della democrazia, avrebbe detto Totò.
Il calcio non fa altro che riprodurre la cultura o la subcultura di un paese, del resto le ‘ tavole della legge’ di cui abbiamo parlato, le hanno riprese tutti i media, con un copia incolla accaduto anche con diversi comunicati di Commisso.
Un appecoronamento che rende efficace, agli occhi del club viola, questo sistema aggressivo autoreferenziale e scarsamente democratico.
Ed ora, fatta la critica libera e aggiunto che anche la stampa, non ultima quella locale e sportiva, farebbe bene a porre più cura nella propria qualità, passiamo all’augurio: l’invito a Rocco Commisso è che con l’anno nuovo apra maggiormente la Fiorentina al confronto libero e democratico, non gliene sfuggirà infatti l’importanza, venendo egli dal mondo americano, di grande tradizione per ciò che concerne la libertà di stampa.
Perché se finisce che diventiamo tutti servette che trasaliscono a carezze sconvenienti, ciò non giova alla Fiorentina ed a tutto l’ambiente viola.