FERRAGOSTO TRASCINA INCERTEZZE E MUSI LUNGHI. VLAHOVIC COME CHIESA ALL'ULTIMO TUFFO E MAL SOSTITUITO ANCHE NO. COMMISSO STAVOLTA SI GIOCA LA CREDIBILITÀ
Ferragosto, mercato mio non ti conosco. La dirigenza si è presa infatti qualche giorno, come d'altronde la squadra, fissando dunque negli ultimi giorni di mercato eventuali operazioni roventi e lasciando in tutto l'ambiente quella sensazione che tutto o nulla può succedere da qui al 31. Sono lontani i Ferragosto fiorentini in cui il clima era più rovente negli uffici viola che fuori, come quando l'ex Corvino passò tutto il giorno al centro sportivo a litigare con l'entourage di Tello e con gli avvocati del giocatore e del Barcellona per le mille clausole del contratto o quando Gil Diaz, con medicina del lavoro di Careggi chiusa per la festa dell'Assunzione, movimentò la mattinata del personale del Cto dove appunto sostenne gli esami prima delle firme. Ora invece a Ferragosto chiudono tutti per "ferie", anche club che hanno situazioni importanti da risolvere (non è una questione solo viola insomma: vedi la Juve con Locatelli e Dybala, il Napoli con Insigne per citarne alcune) e, restando a Firenze, la due giorni di vacanza prolunga quell'immobilità che il mercato viola, dopo l'arrivo di Gonzalez a luglio (e di Maleh già bloccato a gennaio), sta vivendo. Eppure la Roma è già dietro l'angolo, da inizio settimana la squadra inizierà a preparare l'esordio in campionato e ancora non si sa se questa è la squadra definitiva.
La gara di Coppa ha raccontato - al netto di un Cosenza troppo indietro nella costruzione e pieno di ragazzi per impensierire avversari più blasonati- una Fiorentina piacevole e brillante soprattutto sulla sinistra, con numeri interessanti che hanno promosso le uniche due facce nuove (Gonzalez e Maleh) e confermato Vlahovic come bocca di fuoco e trascinatore della squadra. Ma è proprio il caso Vlahovic che - al 15 di agosto -fa tremare l'ambiente perché la domanda è quanto vale questa squadra senza Vlahovic, soprattutto quando l'avversaria sarà la Roma e non il Cosenza? Non bastano certo le idee del pur bravo tecnico senza la qualità e la concretezza (e i gol) dei giocatori a tornare a lottare per l'Europa.
Venerdì il serbo ha lottato, segnato una doppietta e, al netto di qualche errore, giocato con la solita fame. I suoi applausi verso il poco ma caloroso pubblico del Franchi sono stati un ringraziamento reciproco con quel retrogusto amaro però del saluto. Italiano lo ha detto a chiare lettere che "Vlahovic non è un problema" (finché ce l'hai, aggiungo io) ma che non ha chiesto garanzie su di lui alla società e che dunque "dipende dalla volontà del calciatore". Ecco ma la volontà della società qual è? Perché senza una firma sul rinnovo (pur nell'ottimismo mostrato fino a poco tempo fa e dalla volontà ribadita a parole da Burdisso nell'intervista pre-gara) e a forza di sventolare tariffari dei giocatori poi qualche club che quel prezzo te lo paghi per uno come Vlahovic lo trovi davvero, come sembra voler fare l'Atletico.
E allora la Fiorentina che fa, vende il suo unico vero talento così a cuor leggero e all'ultimo tuffo per un tesoretto che al momento non si sa neanche come verrebbe utilizzato, se Vlahovic alla fine, stufo anche di questa telenovela, manifestasse qualche dubbio di voler andare? Eppure nessuno dei dirigenti si è presentato a dire alle pretendenti che Vlahovic è incedibile e che è al centro della rinascita viola che tutti si aspettano. Nei prossimi giorni tornerà a Firenze (dopo una tappa in Calabria) anche il presidente Rocco Commisso e speriamo che lo faccia lui visto che avrà sicuramente l'ultima parola sulla vicenda. Di sicuro vorrà parlare anche con il giocatore con il quale ha sempre avuto un rapporto di stima e affetto paterno. Ma dovrebbe capire che con Vlahovic si gioca la sua credibilità, soprattutto se lo dovesse cedere negli ultimi giorni e non lo dovesse rimpiazzare in modo adeguato. La vicenda Chiesa non ha insegnato nulla? Callejon purtroppo - dieci anni di più, caratteristiche non adatte al vecchio modulo, uno smalto ormai perso e uno stipendio da big - è stato un flop (non si offenda nessuno) e i tifosi hanno dovuto vedere l'ex viola diventare un punto fermo della Juventus mentre la Fiorentina perdeva un'altra stagione. La situazione è diversa nei rapporti e nelle intenzioni giocatore-società e per questo non deve ripetersi un Chiesa-bis, è davvero una questione di credibilità.
Ora è il momento non di cedere i migliori ma di rinforzare, di puntellare le zone deboli del campo o sostituire - possibilmente in modo adeguato - giocatori che hanno trattative già avviate per andare via, come Lirola e Milenkovic. Se, come lo spagnolo, un giocatore ha la testa completamente altrove, fa le bizze stile Kalinic e c'è una società disposta a prenderlo, perché trascinare la vicenda all'infinito e non concentrarsi invece su un sostituto al pari o migliore (che poi è quello che interessa)? Per il terzino forse ci siamo davvero. Milenkovic invece ha un atteggiamento diverso e riesce a stare più concentrato, come ha fatto con il Cosenza, ma certo se è destinato comunque a partire occorre affrettare i tempi e cercare un sostituto come si deve, basterà il solo Nastasic tra l'altro? L'incertezza sta diventando pericolosa e in alcuni casi, tra rinnovi e cessioni, la colpa è anche della battaglia, onorevole per carità, della Fiorentina contro le supercommissioni e le intermediazioni che ora rischia però di diventare un boomerang. Godiamoci allora questo Ferragosto, il passaggio del turno in Coppa (mai scontato in gare secche qualunque sia l'avversaria) e questi ragazzi che per una sera hanno riacceso il Franchi perché poi certezze non ce ne sono. C'è solo la speranza, quella sì, di ritrovare tutti i migliori, con Vlahovic in testa, il 1° settembre.