DOWNGRADE FIORENTINA: NON SARA' LA PRIMA A SCEGLIERE IL TECNICO. OCCHI SU ROMA E MILANO: PRIMA PALLOTTA E SUNING, POI UNO TRA IL SOGNO SPALLETTI E LA POSSIBILITA' PIOLI. E RESTA 'SECONDA' ANCHE PER DI FRANCESCO
Incontri casuali. Voluti. Smentiti. La Fiorentina è già al lavoro per il futuro, per il tecnico del domani. Quello del dopo Paulo Sousa che, detto per inciso, è sempre più diviso tra Borussia Dortmund e Zenit San Pietroburgo. Ma se il futuro di Sousa non ha tinte viola, il sogno dei fratelli Della Valle, con il prezioso suggerimento di Giancarlo Antognoni ad aver fatto balenare per primo l'idea, resta quello di Luciano Spalletti. Quello nel ristorante fiorentino con Pantaleo Corvino è stato un incontro casuale, sì. Però le parti s'erano già sentite, aggiornate.
Spalletti è destinato a salutare una Roma che adesso, visto che Unai Emery sembra pronto per restare al PSG, è a un bivio: Spagna, con Marcelino, o Italia, con Eusebio Di Francesco (l'allenatore preferirebbe chiaramente la Roma ai viola, ndr). Il Sassuolo, a prescindere dal fatto che sia destinazione fiorentina o capitolina, è conscio che perderà il suo tecnico e ha già preso contatti con Leonardo Semplici della Spal dopo quelli intensi con Cesare Prandelli. Bivi del futuro, ancora le carte non sono scoperte per nessuno e la sensazione è che, come il Sassuolo, anche la Fiorentina dovrà attendere che Spalletti e Stefano Pioli conoscano il proprio domani prima di prendere ufficialmente un allenatore.
Già, Pioli. Sembra sempre più improbabile che resti a Milano, sebbene i sogni nerazzurri di arrivare ad Antonio Conte paiono oggi destinati a restare chimere. Sicché Suning andrebbe all-in su Diego Pablo Simeone, ora all'Atletico Madrid, con Mauricio Pochettino già preallertato per la sua sostituzione. Ora o tra un anno, lo scenario è possibile, però la verità è che nulla è ancora certo.
La Roma dovrà pescare il suo allenatore prima di liberare Spalletti e lo stesso dovrà fare l'Inter prima di salutarsi con Pioli. Che restino è difficile ma, se le alternative dovessero sfumare, non impossibile anche se le percentuali sono basse. Però la Fiorentina attende. Non può fare altrimenti. Non è più tra le prime della classe. Di quelle che sceglievano ai blocchi di partenza, senza aspettare i primi tasselli del domino delle big.