CORSA CONTRO IL TEMPO PER IL 12 LUGLIO. SI LAVORA GIORNO E NOTTE AL VIOLA PARK. ASTA PER HJULMAND, ERA TUTTO PREVISTO. I PORTIERI STRANIERI VANNO DI MODA. STADIO: TUTTO SI COMPLICA, POI I COSTI…
La data del primo raduno in città nell’era post atomica si avvicina a grandi passi. Non manca molto al 12 luglio quando la squadra di Italiano si ritroverà - speriamo con qualche volto nuovo: stiamo chiedendo troppo? - al Viola Park che però non è ancora pronto. Ma la macchina ha il motore caldo, si lavora giorno e notte - chiedere per conoscenza a chi abita nei paraggi - pur di rendere fruibile almeno una parte dell’avveniristico centro sportivo di Bagno a Ripoli. È una vera e propria corsa contro il tempo. Del resto il dado è tratto da un po’. Da quando la società viola ha deciso di salutare la splendida quota 1.100 di Moena per sposare quella altezza Arno.
I dirigenti viola immaginavano che quantomeno per luglio la prima squadra fosse in grado di allenarsi lì e a questo stanno lavorano, spingendo il piede sull’acceleratore.
Ce la faranno? Probabilmente sì, ma l’indiscrezione scritta ieri dall’ottima Luciana Magistrato sul nostro sito, fa pensare che la Fiorentina, con molte ragioni, abbia predisposto un piano B: il Comune ha consentito al club viola di traslocare entro il 31 agosto, dando così respiro ad un’estate un po’ complicata dal punto di vista logistico. Verosimilmente il 12 luglio al Viola Park sarà tutto a posto, ma se all’ultimo istante sorgessero criticità, i vecchi Campini - quanto li abbiamo amati - tornerebbero subito di grande attualità.
Il mercato della Fiorentina ancora non è decollato, ma in fin dei conti oggi è il 1° luglio, quindi tecnicamente tutto comincia da oggi. Certo, se i dirigenti viola avessero già assicurato qualche colpo alla comunità, male non sarebbe stato, ma i tifosi si consolano con la frase canonica che vale per tutte le stagioni del calcio: “Stiamo lavorando”.
Qualcuno potrebbe obiettare: “Ci mancherebbe altro…”.
I manager del presidente sono al pezzo: sondano, studiano, verificano, in attesa di sferrare la strategia vincente. Partono da un assunto: “Abbiamo una squadra molto competitiva”. E qui potrebbe aprirsi un dibattito infinito che ci porterebbe lontano, troppo. Che significa competitiva? Per cosa? Ottavo posto? Settimo? Sesto? Fermiamoci qui. Per ogni piazzamento aumentano i calciatori da pescare per innalzare il tasso di qualità della rosa.
Amrabat non è facile da vendere, a meno che la Fiorentina non abbassi le pretese (30 milioni minimo), ma la società viola legittimamente non ha intenzione di farlo. E quindi? Si partecipa al gioco dello sfinimento che potrebbe stroncare un elefante. L’incasso della cessione di Amrabat sarà il detonatore della campagna acquisti? Speriamo di no. Ci auguriamo che i dirigenti si muovano a prescindere, altrimenti tutto diventerà veramente più duro.
Hjulmand poteva essere una buona idea, ma adesso lo vogliono tutti. Corvino, poi, è un venditore sublime (ma non diteglielo perché potreste vederlo infuriato), quindi in questa situazione ci sguazza. Voleva l’asta Pantaleo e ora ce l’ha. Gli altri si arrangino. Per carità, il mondo non finisce a Hjulmand, ma uno così alla Fiorentina farebbe un comodo matto per dimenticare in fretta Amrabat, senza dolori, anzi.
Terracciano rimarrà a Firenze anche se molti non condividono questa scelta (non chi scrive), ma gli affiancheranno un altro portiere. Sembra soffiare la pista estera. E pensare che la scuola dei numeri uno italiani era la prescelta. Ma i tempi cambiano, non resta che prenderne atto. Vanno di gran moda i portieri stranieri anche se Vicario, Provedel e Meret sono italiani. Già, Vicario: la Fiorentina con una decina di milioni se lo poteva prendere un anno fa, ma l’erba del vicino, soprattutto se è di Empoli, è sempre meno verde degli altri… Dinamiche inspiegabili per noi umani. Vuoi mettere Livakovic a 6-7 milioni o Horn a zero?
E’ stata la settimana della vicenda stadio, con tutte le sue problematiche: ci mancava anche l’asta deserta per aggiudicarsi i lavori. Un disastro. Siamo onesti: oggi la realizzazione del nuovo Franchi sembra la scalata dell’Everest. Palazzo Vecchio cerca i 55 milioni che la UE non ha riconosciuto e che il Governo sembra non voler assicurare. Per ora ci sono solo i 138 circa che invece l’Europa garantirebbe. Ma siamo sicuri che se anche si reperissero i 55 con 200 milioni totali, euro più o in meno, il Franchi potrebbe essere restaurato? Pare di no, i costi potrebbero lievitare di non poco. Morale: occorrono tanti milioni in più se le previsioni non sono sbagliate. Ma speriamo di essere in torto. Oggi, però, la ristrutturazione del Franchi è una nebulosa, il sole non si intravede nemmeno.
Tutti gli scenari sono plausibili, anche quello che si fermino le macchine e non se ne faccia di nulla.