COME SI CAMBIA IN 60 GIORNI: GLI INCREDIBILI ULTIMI 2 MESI DELLA FIORENTINA. UN BIGLIETTO PER ROMA, UN ALTRO APERTO PER FRANCIA O SVIZZERA E NUOVE CERTEZZE. DIETRO LA RINASCITA C'E' CONCRETEZZA MA ANCHE TANTA SOLIDITA'
Gli ultimi due mesi della Fiorentina sono stati per certi versi irripetibili, e spalancano prospettive ed opportunità incredibili ma assolutamente meritate nei restanti due che mancano prima della conclusione di una stagione vissuta fra mille emozioni. Sembra passata una stagione dall’ultima sconfitta, in campionato contro la Juventus a Torino dopo quella subita precedentemente in casa con il Bologna. Ed invece dal punto più basso dell’annata a quello più alto sono trascorsi circa 60 giorni. Nel mezzo 13 risultati utili di fila messi insieme in tutte le competizioni in cui la Fiorentina è ancora libera di tracciare il proprio destino. Ha in tasca il biglietto per la finale di Coppa Italia e si è garantita in Polonia quello per le semifinali di Conference League, rendendo le gare di ritorno con Cremonese e Lech Poznan due sfide quasi celebrative, per festeggiare davanti ai propri tifosi il raggiungimento di due traguardi prestigiosi e comunque non scontati nonostante i percorsi nelle due competizioni non sono stati particolarmente complicati. Ciò non significa sminuire i meriti della Fiorentina, anzi il contrario. Le squadre forti sotto tutti i punti di vista infatti, sono quelle che mostrano le proprie capacità sia contro le squadre di pari o livello superiore ma anche nel momento in cui affrontano quelle tecnicamente e qualitativamente inferiori. Una big – o aspirante tale – si vede e si riconosce proprio in questi contesti: mentalità ed atteggiamento, capacità di non prendere mai sottogamba l’avversario, testa orientata solamente a raggiungere il traguardo. Rispettando tutti ma senza guardare in faccia a nessuno. Requisiti che la squadra di Vincenzo Italiano ha dimostrato di possedere, e che probabilmente sono quasi più importanti dei risultati che sta ottenendo. Perché questi ultimi sono una conseguenza quasi logica della condizione precedente. Sono comunque da copertina, roba da stuzzicare fantasie per il futuro ed alimentare più di un rimpianto per quel che poteva essere ed invece non è stato. Difficile dire se a prevalere sia il primo o il secondo sentimento, ma al momento è giusto guardare con orgoglio alle 11 vittorie, ai 2 pareggi, ad una squadra che segna finalmente tanto e con continuità ma soprattutto concentrarsi sugli appena 7 gol subiti e le altrettante partite chiuse senza averne incassato nemmeno uno.
La Fiorentina è cambiata in meglio non solo perché sta riuscendo a concretizzare quanto di buono produce in mezzo al campo, ma anche per via del fatto che non subisce più. Concede il minimo sindacale, tutti contribuiscono di più alla fase difensiva e specialmente si sono ridotti sensibilmente gli sbagli dei singoli. Una costante del passato, che aveva finito per coinvolgere un po' tutti a giro. Errori evidenti, a volte incomprensibili, frutto di una mancanza di attenzione e concentrazione che sono costati punti e partite. Dall’aver compreso questa debolezza, prima mentale che tecnica, si è sviluppato un lato forte che forse è stato oscurato dai tanti gol realizzati ma che è altrettanto significativo per capire l’evoluzione della nuova Fiorentina. Che ora anche quando domina la gara, il risultato e l’avversario, - e gli sta capitando spesso - è affamata e cattiva nel non voler subire gol. Una sorta di sfida in una sfida magari già segnata a proprio favore, assolutamente con se stessa, di quelle che riescono a creare solamente i calciatori ed i gruppi forti che vogliono alzare sempre di più il proprio livello qualitativo e di prestazione.
A proposito di sfide: Coppa Italia, Conference League ma anche campionato. Sarà una bella partita quella contro l’Atalanta, utile per provare ad avvicinare ancor di più il settimo posto (pareggiare il piazzamento dello scorso anno al momento è l’obiettivo più vicino da raggiungere) e confrontarsi con un club che negli ultimi anni ha saputo ritagliarsi un proprio posto al sole sia in Serie A che nell’Europa che conta. Vincere e convincere potrebbe rappresentare una sorta di passaggio di consegne, oltre che dare continuità ad un’ascesa che lascia ben sperare per ciò che dovrà ancora arrivare.