CINQUANTA MILIONI DI MOTIVI PER DIRE DI SÌ: KALINIC IN CINA, UNA CESSIONE CHE FAREBBE SVOLTARE UNA FIORENTINA IMMOBILE IN MODO PREOCCUPANTE
Cinquanta milioni di euro. Che, detti così, nel mondo del calcio, ora poi che è inondato dalle cifre cinesi, è cifra alta ma alla quale siamo pure tristemente abituati. Cinquanta milioni di euro. Fate così. Mettetevi comodi, perché questo è un esempio di quello che la Fiorentina potrebbe comprare con la cessione di Nikola Kalinic. I viola potrebbero acquistare duecentocinquanta Ferrari California V8 Turbo. Contando che un bilocale a Manhattan si aggira sui 600mila euro, la Fiorentina potrebbe prendere circa ottanta appartamenti nel centro di New York. Oppure cinquencentocinquantamilacinquecentocinquantacinque armadi Dombas da Ikea, o magari offrire un menù completo, vini esclusi, all'Enoteca Pinchiorri a oltre duecentoventimila persone.
Se l'elenco vi sembra assurdo, pensate al mercato di gennaio della Fiorentina. Una rosa che avrebbe bisogno di rinforzi e ritocchi ma che, invece, vive un paradossale immobilismo a fronte di una Serie A che va puntellando rose e regalando rinforzi ai vari allenatori. La Fiorentina aspetta, piazza una clausola fuori mercato a Nikola Kalinic e attende una decisione da parte del croato, incrociando le dita perché non può valere cinquanta milioni e a una proposta del genere non si può dire di no. E' l'amaro paradosso di un mercato dove la Cina la sta facendo da padrona, dove le valutazioni gonfiate stanno drogando anche i mercati dei club più oculati e che fanno della progettualità la propria ragione e filosofia. Il mercato della Fiorentina è bloccata da questa potenziale e assurda offerta a Kalinic ma così, per un club del livello viola, non dovrebbe essere.
I rinforzi, necessari, dovrebbero essere nel mirino a prescindere. Un terzino destro titolare, un terzino sinistro che possa prendere l'eredità non ancora raccolta di Marcos Alonso. Un portiere che dia garanzie tra presente e futuro a differenze di quelle che a Sousa e alla piazza non sta offrendo Tatarusanu. Un difensore centrale perché l'età di Gonzalo Rodriguez avanza, un esterno perché Cristian Tello non ha convinto. Ecco, questo servirebbe. A prescindere. Però la Fiorentina non vuole spendere, così saranno sfruttate eventuali opportunità di mercato e attesa a gloria l'offerta ufficiale dalla Cina per Kalinic e la successiva risposta da parte del croato. Un'offerta alla quale è impossibile dire di no, alla quale anche la punta non si sa come dovrebbe riuscire a resistere e rinunciare.
Scherzi iniziali a parte, con cinquanta milioni si può ricostruire una squadra. Si può far la voce grossa con Badelj, ancor di più. Può perdere Rodriguez a cuor leggero, può prendere due terzini degni di un posto da titolare in una grande squadra. Può regalare al tecnico che verrà, che non sarà Paulo Sousa, un portiere, ma nell'immediato rinforzare pure la trequarti ascoltando proposte anche per Tello e Ilicic. Cedendo Kalinic, al di là dei gol, la Fiorentina non ha di che guadagnarci. Per l'eventuale sostituzione, il nome sarebbe quello di Jonathan Calleri che, forse non a caso, chi gestisce segue da vicino anche le cose di casa Toledo.