CHANCE PER TORREIRA, POCHE MA VANNO GIOCATE FINO IN FONDO. ITALIANO: SERVE UN NUOVO CONTRATTO. BELOTTI RESTA UNA POSSIBILITÀ. GOLLINI PUÒ TORNARE A CASA. LA CONFERENCE È UNA COSA SERIA

28.05.2022 11:38 di  Mario Tenerani   vedi letture
CHANCE PER TORREIRA, POCHE MA VANNO GIOCATE FINO IN FONDO. ITALIANO: SERVE UN NUOVO CONTRATTO. BELOTTI RESTA UNA POSSIBILITÀ. GOLLINI PUÒ TORNARE A CASA. LA CONFERENCE È UNA COSA SERIA
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© foto di Giacomo Falsini

Un tempo c’era il partito di quelli che “ci andiamo a fare in Europa League, meglio puntare sul campionato…”. Vuoi mettere col telecomando in mano, gran divano, guardare gli altri giocare all’estero… Oggi c’è lo schieramento di quelli che “ci andiamo a fare in Conference, una coppetta…”. Del nonno o variegata al cacao, a seconda dei gusti. Che tristezza. La mediocrità e come il peggio: non c’è mai fine.  Eppure i festeggiamenti a Roma, la coppa al cielo, il palmares arricchito, dovrebbero spingere i “conferencescettici” a riflettere un attimo. La Fiorentina è tornata in Europa e tutto ciò che riporta ad una competizione Uefa ufficiale è cosa seria. Punto e basta.

Anche se è il terzo trofeo e non il primo, ma la visibilità rimane. E non è poca. Oltre a qualche milione di incasso e molti di più dall’indotto che ne ne consegue. A qualcuno sfugge un dettaglio non banale: per la Uefa non è tanta la differenza tra chi fa la Champions, l’Europa League o la Conference, ma enorme tra chi gioca a livello continentale e chi va alla sagra paesana del giovedì. A quei fiorentini ancora incerti o nei casi peggiori col naso arricciato di fronte al settimo posto viola, consigliamo di andarsi a rivedere le corse di Mourinho sul prato di Tirana, uno che se non ha vinto tutto nella vita, ci è andato vicino. 

Certo, per ben figurare in Europa è necessario avere una squadra all’altezza. Non che la Fiorentina attuale sia modesta, per carità, ma per renderla più autorevole servono rinforzi . In linea però con quanto annunciato di recente dal presidente viola. E qui veniamo al cuore della questione perché Rocco è stato chiaro anche se cotanta chiarezza - comunque apprezzabile - non è che sia “garbata” tanto.  

Primo: 50 milioni, non 150, dal residuo degli incassi di Chiesa e Vlahovic. Secondo: se non crescono i ricavi la Fiorentina difficilmente riuscirà a colmare il gap con le squadre che la precedono in classifica. Terzo: lo stadio sarebbe davvero utile per aumentare gli introiti, ma ancora non è chiaro come la Fiorentina potrà partecipare agli utili. Quarto: gli obiettivi saranno commisurati a quanto permettono i ricavi. Queste le linee guida, più o meno, del Commisso-pensiero. 

E allora? Intanto sarebbe produttivo risolvere il caso Torreira, trasformatosi in questione spinosa. Due giorni fa il riscatto pareva saltato, poi una schiarita. Eppure i 15 milioni sarebbero pagabili in sei tranche, il giocatore dovrebbe stare sotto i 3 milioni netti di ingaggio e avrebbe anche molta voglia di restare. Quindi? Probabilmente c’è qualcosa di non detto in questa vicenda, ci deve essere un bel muro tra procuratore e società viola. Ma fino a quando non ci racconteranno la verità, saranno solo congetture. Speriamo che in queste ore le parti in causa trovino una sintesi, rispetto alle posizioni ora distanti, affinché Torreira rimanga. I tifosi hanno fatto sentire la loro voce per far capire quanto ritengano strategico il regista nel progetto tattico dei viola. La società li ascolti e porti il risultato a casa. Conviene ripartire dalle certezze, smontando il meno possibile

Diverso il discorso per Odriozola, in prestito secco dal Real. Oltre ai 20 milioni per il cartellino, ne occorrevano 4 netti (8 lordi) per diversi anni, da destinare all’ingaggio. Il basco è fortissimo, ma con quello stipendio è fuori dal dettato del presidente. Purtroppo questi sono i fatti. Belotti resta una pista calda: il “Gallo” sta decidendo proprio adesso il proprio futuro. Lui non costa di cartellino, ma lo stipendio non è uno scherzo. Uno così, però, farebbe comodo ai viola perché su Cabral e Piatek non ci sono ancora idee chiarissime. Belotti è sempre piaciuto alla Fiorentina, uno scenario da monitorare con attenzione. 

Si parla di uno scambio di prestiti tra Atalanta e Fiorentina, in ballo Gollini e Kouame. Attenzione, in un mercato di contenimento dei costi, la politica degli scambi può diventare centrale. Anche quella del prestito con diritto di riscatto. Intanto si prende un giocatore, poi tra un anno si vedrà. Vacche magre, non grasse. Gollini è cresciuto nella Fiorentina prima di proseguire altrove il proprio percorso. Si tratterebbe di un ritorno a casa. Per Vicario, invece, che piace tanto, servono 10 milioni. Altro dettaglio non banale. 

Infine, si fa per dire, Italiano. Non è un caso, ma serve maneggiarlo con cura per non farlo diventare. Vincenzo sta bene a Firenze, la gente è con lui. Gli riconosce il primato del ritorno ad un calcio estetico in grado di raccogliere risultati concreti, come l’Europa appunto. Con la società c’è qualcosa da limare o meglio da spiegare. Gli ultimi tempi, nonostante un traguardo fenomenale (citando Commisso), non sono stati idilliaci. Piccole incomprensioni, qualche parola in fuorigioco, ma nel pallone sono cose che possono accadere. Non facciamo drammi. Ma nel prossimo incontro dovranno essere affrontare due questioni: il rafforzamento della squadra - Italiano ha intenzione di farsi ascoltare - e soprattutto un nuovo contratto. Di fatto il biennale scade tra un anno, a meno che la società viola non voglia far scattare l’opzione unilaterale per arrivare al 2024. Al contrario Italiano rischierebbe di iniziare la nuova stagione a 11 mesi dalla fine del rapporto. Impensabile. Cozzerebbe contro qualsiasi logica. Difficilmente Italiano accetterebbe di allenare a scadenza come una mozzarella. Ne uscirebbe indebolito di fronte al gruppo. Ecco perché per ricominciare al meglio la Fiorentina non potrà prescindere da un nuovo contratto da far firmare a Italiano.