CARATTERE E CUORE, LA FIORENTINA RIPARTE ANCHE IN CAMPIONATO ALLA CACCIA DELL’EUROPA. SERATA COMPLICATA DAGLI ERRORI, LE ASSENZE E IL CLIMA ANTI-ITALIANO: VINCERE COSI’ VALE DOPPIO. AMRABAT GIOIE E DOLORI. E PIATEK SEGNA ANCORA
Ci sono vittorie come questa che valgono doppio, che danno tanto di più dei tre punti in classifica e possono essere una grande spinta per il futuro chiamato Europa.
Non era facile vincere alla Spezia per diverse ragioni che vanno oltre il valore dell’avversario. C’era di mezzo il ritorno di Italiano contestato, meglio offeso, per tutta la partita. La brutta sconfitta con la Lazio nella prima dopo Vlahovic e il periodo non buono in campionato da dimenticare (una vittoria in sei partite). L’assenza concomitante di due centrocampisti titolari e determinanti. Se volete pure la stanchezza per il giovedì di Coppa Italia a Bergamo. Erano queste le premesse, ma la Fiorentina è riuscita a complicarsi ancora di più la serata sbagliando un rigore e regalando il gol del momentaneo pareggio. Ma tutto questo messo assieme non ha impedito alla squadra di Italiano di vincere con il cuore, la rabbia di volere questa vittoria a tutti i costi. Una vittoria che profuma d’Europa, l’abbiamo detto, ma che soprattutto racconta di una squadra che ha un grande carattere, un senso di appartenenza e una carica che vanno ad aggiungersi al gioco, suo marchio di fabbrica.
Non è stata la serata perfetta, diversi errori anche sottoporta, ma proprio per questo sono sicuro che un allenatore come Italiano si porta via dal suo ex campo molto cose per dire bravi ai suoi ragazzi, altre per riflettere e crescere.Non è stata una partita bella tecnicamente, la Fiorentina l’ha dominata, ma spesso ha giocato meglio; è stato come se la squadra viola avesse somatizzato lo stato d’animo del suo allenatore, ha giocato con ansia, la voglia di fare eccessiva ha tolto un po’ di fluidità. Di sicuro anche l’assenza di Torreira ha inciso nella gestione dei meccanismi, nei tempi di gioco. Si sono visti diversi strappi, giocatori come Gonzalez con una voglia pazzesca di dimostrare e di fare gol che hanno cercato più le soluzioni individuali. Grande partita comunque, la sua. Ma in generale s’è vista questa grande spinta da parte di tutti, lo Spezia difficilmente ha saputo ragionare. Odriozola e Biraghi hanno spinto sempre con intensità. Anche Castrovilli ha provato a incidere, trovando poco spazio. La superiorità è stata sempre netta, la sensazione che la Fiorentina potesse gestire la partita non ci ha mai abbandonato. Con Piatek buon terminale offensivo. Il rigore poteva mettere tutto in discesa, ma il palo h detto no. La Fiorentina ha continuato, Piatek ha timbrato anche in campionato. E’ mancata la lucidità e anche la sfortuna (altri due pali) per chiudere la partita, poi il clamoroso errore di Amrabat che poteva compromettere tutto a dieci minuti dalla fine.
E qui ho visto la Fiorentina che nella serata più mi è piaciuta. Quel gol poteva tagliare le gambe e il fiato e invece ha dato nuova energia e ricaricato la volontà di vincere propria dei grandi gruppi, di chi coltiva ambizioni e ha sicurezze; è arrivata la vittoria e come spesso succede nel calcio che regala storie e situazioni a non finire, a firmarla è stato proprio Amrabat che con un gran gol rimedia al precedente errore. Segno del destino, è evidente.
Rimanendo ad Amrabat, non mi entusiasma in quel ruolo, ma oggettivamente è migliorato. Conosce meglio i tempi, prova a guidare il gioco. Non è Torreira, ovvio, ma anche qui si vede il lavoro dell’allenatore. Anche Piatek non è Vlahovic, ovvio, ma vedo un giocatore in crescita rispetto al goleador e basta che aveva impressionato a Genova. Aspettando Cabral e Ikonè. Bene anche Milenkovic e la coppia centrale a sorpresa senza Quarta.
Poi ci sarà da ragionare sui rigori, quarto errore tra campionato e coppe, sulle marcature preventive, ma questa partita è un altro tassello nella crescita di un gruppo che ha avuto uno scossone e ne sta uscendo alla grande. Ho consigliato tempo fa di non parlare più di Vlahovic e di compattare tutte le energie attorno a questo gruppo che darà soddisfazioni. A questo allenatore che ha idee, una grande cultura del lavoro, vive di calcio e trasmette a questo gruppo la sua ambizione. La strada è giusta.