C'è grande confusione in casa viola. Ora l'unica via è un grande allenatore

La conferenza stampa di fine anno era scivolata via senza sussulti, almeno tecnici o programmatici, l’unico sbalzo d’umore era stato quello del proprietario messosi in postura critica e indifferente nei confronti del biasimo della curva Fiesole. Ma a imporre un picco all’elettroencefalogramma, davvero a sorpresa dopo la conferenza stampa di fine anno, ci ha pensato inopinatamente Raffaele Palladino che ieri ha presentato le sue dimissioni alla Fiorentina, scatenando uno psicodramma mediatico collettivo per la clamorosità della notizia e mettendo in grande difficoltà chi lo ha pagato e soprattutto difeso fino alla fine della stagione, Commisso era persino arrivato a definire filiale il rapporto che lo legava al suo allenatore.
Nell’immediato si accavallano le versioni possibili per spiegare la sorprendente notizia: c’è chi crede che la Fiorentina sapesse già tutto anche il giorno prima ed abbia taciuto sa Iddio perché, altri credono che Palladino si sia fatto allettare da altre proposte in serie A. Una ragionevole ipotesi è che tra la conferenza stampa e il deflagrare della notizia si sia prodotta una frizione insanabile tra le parti, in tal senso ciò che accadde a suo tempo con Gattuso, il quale ebbe uno screzio quasi fisico con il figlio del presidente Commisso che a quel tempo frequentava sovente e da vicino le cose di casa viola, e fece in fretta le valigie, potrebbe essere un precedente credibile. Una frizione derivata o da qualcosa che è stato affermato in conferenza stampa oppure qualcosa di inerente la costruzione della squadra viola del prossimo anno o infine appunto la proposta di un altro club che avrebbe attirato di più Palladino (si parla di Atalanta e Torino).
Un’altra indiscrezione vorrebbe la decisione già maturata da un tempo precedente e non d’ improvviso, ma se così fosse ci si domanderebbe quale sia il grado di serietà dell’uomo Palladino che avrebbe taciuto fino a poche ore fa, e sarebbe poi possibile che i dirigenti viola non si siano resi conto della cogitazione in corso dell’allenatore? Ma ammettiamo di praticare pericolosamente il terreno delle supposizioni. Al momento si sa poco o nulla e c’è anche chi afferma siano in corso tentativi di mediazione per convincere Palladino a restare, il che farebbe pensare che oltre al danno possa arrivare la beffa, poiché un allenatore che in moltissimi non volevano più, prima viene confermato per altri due anni, ma poi si dimette e infine si fa convincere a ritirare le dimissioni, nel caso grottesco si andrebbe ben oltre la macchietta.
Il senso pieno del bislacco momento viola lo dà l’house organ societario che nel pieno del bailamme per le dimissioni di Palladino, fa campeggiare sulla sua home page il titolone: "Il dt Goretti rinnova fino al 2027’. Tanti anni fa, quando nel calcio italiano e fiorentino c’era meno assuefazione a bersi qualunque cosa e le società calcistiche non erano fortilizi chiusi al mondo circostante, certe motivazioni venivano fuori piuttosto in fretta e l’opinione pubblica ne veniva informata in modo esaustivo: accadde nella Fiorentina di 21 anni fa, quando il tecnico Terim, il suo secondo Di Gennaro e il dirigente Antognoni si dimisero in polemica con la proprietà e indissero subito una conferenza stampa, affollatissima, per spiegare i loro motivi. Oggi nell’era dell’informazione globalizzata e in tempo reale, occorrerà invece armarsi di santa pazienza e attendere che i fatti acquisiscano un contorno più chiaro.
Il club dalla sua non può attendere molto, ma anzi deve reagire tempestivamente e l’unica soluzione sensata che ha davanti è fare di necessità virtù, facendo proprio il detto di Mao Tse Tung che disse: c’è grande confusione sotto il cielo la situazione è eccellente. E quindi prendere atto delle dimissioni di Palladino e voltare pagina pensando solo a chi arriverà. La tifoseria è spiazzata non sembrano quindi consigliabili soluzioni di mezzo, occorre essere decisi, la Fiorentina deve dimostrare di aver appreso la lezione e puntare su una grande risposta con vitalità e vera ambizione andando a prendere, velocemente e con idee chiare, un grande allenatore con il quale costruire l’anno venturo, il nome che sovviene in automatico è quello di Maurizio Sarri (anche se per lui si parla molto di un possibile ritorno alla Lazio), altre scelte mezzane aggiungerebbero solo ridicolo al ridicolo. Resta la certezza di come la cifra tipica della Fiorentina non sia la monotonia. Tutto il resto è noia, per dirla come Califano, no non ho detto gioia.
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