ATALANTA-FIORENTINA, CHE RIPARTENZA. I VIOLA POSSONO FARE IL COLPO. MILENKOVIC E GONZALEZ, ARMI DECISIVE. COL VERONA SONO NATE BUONE SENSAZIONI. A TESTA BASSA FINO AL 13 NOVEMBRE. PUÒ ESSERE IL MOMENTO DEI VIOLA
Undici gare nello specchietto retrovisore, dodici davanti agli occhi, poi spazio alla sosta più lunga della storia del campionato italiano, Covid a parte. Si riparte da Bergamo, se parliamo della Fiorentina. La sfida con l’Atalanta è un fatto concreto, affascinante, stimolante. Il Gasp è in testa al campionato con 17 punti, a pari merito con Spalletti. L’Atalanta, zitta zitta, ha messo dietro l’Udinese di un punto, Lazio e Milan di 3, la Roma di 4, l’Inter di 5 lunghezze, mentre la distanza sulla Juve è addirittura di 7 punti. Con la Fiorentina il differenziale è di 8, ma i viola hanno tutta l’attenzione di portarlo a 5. Non è un sogno impossibile. Nella stagione scorsa la Fiorentina di Italiano vinse 3 volte con l’Atalanta, tra campionato e Coppa Italia. Perché non potrebbe riuscirci domenica prossima?
Vogliamo credere che la vittoria sul Verona non rappresenti solo una domenica giusta, bensì una piccola svolta. Vuoi per l’assetto tattico, vuoi per la voglia di Kouame (trattenuto a Firenze per un tempestivo intervento della società), vuoi per certe sensazioni sprigionate nell’aria in quel pomeriggio. La Fiorentina non deve sperare di vincere a Bergamo, lo deve pensare fortemente. Primo per la classifica, da rimpinguare. Secondo, per l’autostima. E’ dura, certo, ma che vuol dire? La Fiorentina non ha le armi adatte per scardinare un sistema difensivo diventato ancora più attento? Crediamo di sì. I viola hanno sbagliato sicuramente qualcosa in questo avvio di stagione. Attendono l’esplosione di Cabral e Jovic, d’accordo, ma hanno avuto anche criticità che da qualcuno sono state sottovalutate. Le assenze sono pesate. Non è un alibi, è cronaca.
Si può aggiungere che l’infermeria è un problema diffuso, ma si deve anche considerare che c’è chi ha più alternative. Nella Fiorentina Milenkovic, Gonzalez e Dodò fanno rumore. Togliamo l’ultimo che comunque veniva da un lungo periodo di inattività, non per colpa sua, ma gli altri due sono stati fermati da inconvenienti fisici. Milenkovic è il leader difensivo, un difensore con grandi qualità. Mentre Gonzalez è il giocatore più forte che la Fiorentina ha davanti. A qualcuno sfugge anche il fatto che l’esterno giochi nell’Argentina insieme a calciatori come Messi e Di Maria. Non ci vuole molto a capire che Gonzalez sia un giocatore di valore assoluto e se non c’è per 6 partite o di più, la sua mancanza è totalizzante. Non è un caso che col Verona al nazionale argentino siano bastati pochi minuti per entrare nel gabellino dei marcatori, con un guizzo, tra l’altro, da centravanti vero. Gonzalez ha alcune caratteristiche vincenti: crea superiorità numerica, fa ammonire o espellere gli avversari perché trova punizioni o rigori. Oltre a segnare qualche gol. Italiano e la Fiorentina non si possono permettere di regalare un calciatore così. Adesso è in tournée con l’Argentina a Miami. Non ha giocato con l’Honduras, vedremo se affronterà il prossimo impegno, ma quello che conta è quando tornerà a Firenze in settimana. Se si sarà riposato, tanto meglio.
Milenkovic si è allenato sempre a parte, ma se da domani o al massimo mercoledì, il serbo tornerà in gruppo, allora si candiderà in corsa per Bergamo. La speranza è concreta. Abbiamo ragionevole certezza di immaginare una grande Fiorentina contro l’Atalanta. Un trampolino per riprendersi quote di classifica. Fiorentina colga l’attimo per sgassare.
Italiano e il suo staff piegheranno la testa sul manubrio, pedaleranno come pazzi fino al 13 novembre. Poi vedremo quello che succederà. L’anno per la serie A finirà con i primi vagiti dell’autunno, con le castagne e l’olio nuovo. Il pallone, poi, ricomincerà a rotolare a gennaio, quando sarà già 2023. Sensazioni positive, tutto a livello empirico, ma ci sono. Potrebbe essere il momento della Fiorentina. Ci speriamo, ci contiamo.