APOTEOSI VIOLA, UN SABATO ITALIANO DOVE SOGNARE SI PUO’. UNA VITTORIA FIGLIA DEL GIOCO E DELLO SPIRITO DI SQUADRA, DIVIDERSI NON HA SENSO: A GENNAIO C’È L’OCCASIONE PER GUARDARE DAVVERO IN ALTO
Apoteosi viola, per una gioia attesa anni. Perché è vero che dodici mesi fa Prandelli batteva la Juve, ma questa è una vittoria diversa. Cercata, costruita, ottenuta attraverso papere e incertezze di un Diavolo in versione annacquata, ma anche figlia del gioco. Il sabato Italiano viola è frutto di un lavoro straordinario dell’allenatore, che anche stavolta ha azzeccato tutto, ma soprattutto è riuscito a dare consapevolezza a una squadra incerottata e piena di assenze. Sul 3-2, dopo la doppietta di Ibra e la grande paura, è stato lui a suonare la carica e a imporre di non mollare: la vecchia Fiorentina probabilmente la rimonta l’avrebbe subita, questa no. Perché non molla mai, perché potrà barcollare, ma non rinunciare a lottare. Anche questo è calcio, anche così si costruisce un gruppo vincente. In panchina infatti, il martello Italiano, un piccolo Conte, ma fortunatamente senza strisce, urla e sbraccia, e la sua squadra, in campo, è a sua immagine e somiglianza. La classifica così diventa solo la dolce conseguenza, il frutto del lavoro iniziato a Moena e che adesso fa godere il Franchi.
In una notte da ricordare, la Fiorentina ha dimostrato carattere, attributi e voglia di andare oltre i suoi limiti. Non era facile, perché il Milan era imbattuto e perché comunque il gol di Cuadrado era stato un macigno col quale convivere 15 giorni. Invece la squadra ha gonfiato il petto e ha finito per esaltare le seconde linee, con Igor e Venuti davvero speciali nell’annullare le assenze dei titolari, con Odriozola encomiabile per spirito e resistenza, con l’aggressività di Duncan ormai valore aggiunto. E’ una squadra più consapevole e matura, la Fiorentina. Che prende l’avversario per le corna, ma non eccede più come contro la Roma o l’Inter a inizio anno. E’ meno zemaniana di prima, ma comunque cosciente di poter far male. All’inizio ha tenuto il centrocampo altissimo, con Torreira in pressione su Kessie e con Tonali costretto a costruire sulla linea dei difensori, ma durante questo batti ribatti di emozioni che è stata la partita di ieri, ha anche saputo cambiare atteggiamento.
Il resto naturalmente l’hanno fatto il super, magico gol di Ricky Saponara, l’inguardabile uscita di Tatarusanu e Dusan Vlahovic. Esaltante ed esaltato nel segnare due reti su azione, raggiungere la doppia cifra e soprattutto un mito come uccellino Hamrin in fatto di gol (27) segnati nell’anno salire. Apoteosi viola. Sognare si può, anzi si deve. Perché da una vita non vedevamo giocare così e fra una vita non vedevamo la Fiorentina gomito a gomito con la Juve. Con la Lazio. Con la Roma. E’ bello veder crescere questa squadra, è bello saperla partecipe di qualcosa, è bello pensarla protagonista e felice insieme ai suo tifosi. Tra qualche giorno poi torna Rocco. Le polemiche sul fondo arabo, le voci di chissà cosa, i Guelfi e Ghibellini ora non hanno alcun senso. Ora serve solo difendere il fortino viola e lavorare duro per comprare quello che serve. Se non sbaglia gennaio, questa Fiorentina può davvero guardare in alto.