ALLEGRI-ITALIANO, NON SOLO LA COPPA: SFIDA TRA RESTAURAZIONE E INNOVAZIONE. ACCIUGA FA IL FURBO: “VIOLA DA CHAMPIONS”. LA FIORENTINA VUOLE REGALARSI UN SOGNO, MILLE A TORINO PER UN MERCOLEDÌ DA LEONI
La prima notizia è trovare il 18 aprile una Fiorentina in piena corsa per una qualificazione europea e per la conquista di una finale. Solo un anno fa, dopo 33 gare di campionato, i viola avevano 34 punti in classifica e speravano di farne 6 nelle restanti 5 partite per urlare finalmente: “Siamo rimasti in serie A”. Adesso ne hanno 56. Il mondo si è ribaltato, al di là di ogni ragionevole aspettativa.
La seconda notizia racconta che tra poche ore la Fiorentina andrà a Torino a giocarsela fino in fondo, scevra di timori reverenziali, forte di una manovra in grado di impensierire chiunque. Il resto si vedrà. Ma come punto di partenza non è male.
Ci sarebbe anche un’altra considerazione da fare. In questa stagione i viola hanno già incrociato i bianconeri in due occasioni: il 6 novembre in campionato e il 2 marzo in Coppa Italia. La Fiorentina è stata sempre sconfitta di corto muso, eppure ripercorrendo il nastro delle sfide, già un pareggio sarebbe andato stretto a Italiano.
Allo Stadium i 3 punti per la Juve arrivarono al 46’ della ripresa, grazie ad un tiro dal fondo di Cuadrado, carambolato sulla gamba di Biraghi, imprendibile a quel punto per Terracciano. Un colpo di fortuna, non di biliardo, figlio anche dell’inferiorità numerica della Fiorentina, rimasta in 10 al 28’ del secondo tempo per il doppio giallo di Milenkovic. Una Juventus povera sul piano del gioco, per larghi tratti dominata dai viola.
Al Franchi ancora peggio per la Fiorentina, gara praticamente a senso unico. Vlahovic, al ritorno a Firenze dopo la cessione clamorosa alla Juve, anestetizzato dalla contestazione di uno stadio intero e dalla museruola di Igor, viola ad attaccare continuamente cercando di spostare il pullman bianconero dal limite dell’area. Non segnare è una colpa, ma perdere in quel modo una crudeltà. Il calcio è bellissimo e perfido al tempo stesso, soprattutto quando sempre al 46’ della ripresa (una maledizione quel minuto) si materializza un autogol bizzarro da parte dello sfortunatissimo Venuti. Un altro colpo della buona sorte bianconera (chiamiamola così…), dopo una partita improvvisata da Allegri e organizzata da Italiano.
Mercoledì notte ci sarà il terzo confronto stagionale tra bianconeri e viola, ma se la Fiorentina si confermerà su quei brillanti standard di gioco stavolta l’esito dovrà essere per forza diverso. Magari la carambola potrebbe uscire sulla ruota viola.
La sfida tra Allegri e Italiano è anche il duello tra un tecnico dal palmares pesante, esperto, scaltro, espressione della nostra tradizione, un restauratore insomma, e un altro rappresentante del nuovo che avanza, simbolo dell’innovazione in un campionato che fatica a trovare interpreti così. La ragione non abita sola da una parte, nemmeno nel calcio. Allegri segue una strada, che per altro gli ha portato in passato grandi successi, e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Italiano ne batte un’altra e fino ad oggi gli sta regalando grandi soddisfazioni. La Juve punta tutto sui singoli, la Fiorentina su un gioco codificato, aggressivo e offensivo. In questo modo ha piegato 3 volte l’Atalanta, una Milan e Napoli e pareggiato a San Siro con l’Inter.
Allo Stadium si ripartirà dallo 0-1 del Franchi (in Coppa Italia vale ancora la regola del gol in trasferta), la Juve avrà due risultati su tre a disposizione, un buon vantaggio. Ma proprio perché la Fiorentina ha una mentalità europea - non conosce differenze tra gare casalinghe ed esterne - siamo autorizzati a pensare che i viola non saranno condizionati dallo svantaggio di Firenze. Anzi, se è possibile, potrebbero trarre uno spinta ulteriore nell’attuazione del proprio piano.
Raggiungere la finale di Coppa Italia - manca dal 2014 ai viola - sarà un’impresa, ma non impossibile. Anche perché la Juventus non arriverà nelle condizioni migliori all’appuntamento. Il pareggio di Bologna oltre ad aver scatenato grandi polemiche (rossoblu in 9, recupero infinito), ha frenato i bianconeri sulla corsa al quarto posto, animando un dibattito aspro nel club di Agnelli. Non solo: a centrocampo Allegri ha qualche problema. L’emergenza in mediana ha già presentato il conto contro il Bologna e potrebbe dare problemi anche in Coppa. Saranno fuori sicuramente Locatelli (ai box da un po’) e Arthur. Così come McKennie, altro lungo degente. In avvio potrebbe essere escluso pure Zakaria. Allegri non ha un regista e si deve arrangiare. E’ successo anche che Dybala si abbassasse per dare un mano, ma quello non è proprio il suo mestiere. Infatti ha rischiato di fare danni. La Fiorentina potrebbe proprio colpire in mezzo al campo, diretta dalla regia di Torreira. Per non dimenticare gli esterni, punto di forza della manovra di Italiano.
Allegri, maestro nel creare condizioni psicologiche sfavorevoli per l’avversario, ha provato a creare confusione nella testa della Fiorentina: “Per la Champions - ha detto Acciuga - ci sono anche i viola che hanno un calendario migliore, devono recuperare una partita e hanno lo scontro diretto con noi all’ultima giornata…”. Allegri ha fatto il furbo, giocando le proprie carte, alla vigilia di una gara che vale una stagione perché la Coppa Italia è diventata improvvisamente un obiettivo importante anche per la Juve.
La Fiorentina vuole regalarsi un sogno, ne ha tutto il diritto. Provarci non costa nulla, riuscirci vale un patrimonio. Se la partita con la Juventus non sarà mai come tutte le altre, figuriamoci questa… A Torino ci saranno 1000 tifosi viola, a proposito di sogni. Loro ci hanno sempre creduto. Andando ovunque. La Fiesole itinerante. Firenze aspetta un mercoledì da leoni.