BUSO, Vlahovic super in tutto. LMQ alla Vierchowod
L’ex giocatore e tecnico delle giovanili viola Renato Buso (fino all’anno scorso anche collaboratore della prima squadra) è intervenuto per parlare della Fiorentina prima della sfida contro la Juventus. Di seguito le sue dichiarazioni:
Si aspettava una classifica del genere?
"Me lo auguravo per la Fiorentina, ma non mi aspettavo una Juventus così indietro. Da un anno all'altro sono cambiate tante cose, il calcio è così. Penso che sarà una partita molto interessante dal punto di vista tattico perché sono curioso di vedere come la Fiorentina affronterà la Juventus, che viene da due sconfitte in campionato. Per i viola giocare molto alti in un campo come quello di Torino può essere veramente un viatico importante. Dall'altra parte c'è una Juventus che deve recuperare terreno, che ha dei problemi, ma anche giocatori di grandissima qualità tecnica. I bianconeri vogliono riprendersi e sotto questo punto di vista sarà una partita bella e spettacolare con la squadra di Italiano che ha già dimostrato di voler condurre il match".
I problemini che ha avuto la Juventus da cosa derivano?
"Allegri ha ripreso un po' di potere nello spogliatoio e ci vuole tempo per determinare le gerarchie e le posizioni al suo interno".
La Juventus è fuori dalla rincorsa allo scudetto?
"E' difficile che possa recuperare perché vorrebbe dire che le altre avranno una battuta d'arresto importante. Penso si sia chiuso un po' un ciclo con l'arrivo e l'esonero a fine anno di Pirlo. I bianconeri avevano in mente qualcos'altro, ma si sono resi conto che non potevano proporlo perché dovevano cercare sempre di vincere. Con Allegri la Juventus è tornata al 'passato' perché vuol programmare con lui sapendo benissimo che quest'anno può essere un'annata difficile, ma riaprire un ciclo prendendo giocatori giovani. E' andato via Cristiano Ronaldo, che era un giocatore straordinario, ma che non gli permetteva, avendo il club difficoltà economiche, un ringiovanimento e una ripartenza. E' ovvio però che perdi qualcosa, ma è una Juventus che ha ancora dei campioni. Certamente non da scudetto, ma da arrivare in Champions League, che è l'obiettivo minimo della stagione".
Ci racconti un po' lo spogliatoio della Fiorentina dove testa e autostima fanno la differenza. E' d'accordo?
"Assolutamente, l'aspetto psicologico è fondamentale. Quando vai a toccare uno spogliatoio dal quale escono calciatori importanti come Ribery, Pezzella e Caceres ti devi riposizionare. Figuriamoci la Juventus che ha ceduto uno come Cristiano Ronaldo che ha vinto tutto. Il portoghese ha condizionato il mercato, l'aspetto tecnico e tattico di una squadra e quello societario. La società e il gruppo devono poi ricompattarsi; la Fiorentina ci è riuscita perché veniva da un'annata veramente negativa, la Juve aveva vinto comunque la Coppa Italia malgrado la stagione negativa in campionato. Di conseguenza si è trovata in uno spogliatoio che era Ronaldo dipendente in molte situazioni, non solo tecnico-tattico, ma anche di importanza... E' un giocatore impegnativo per tutto quello che gli gira intorno".
Quanto ha aiutato Vlahovic nei movimenti e quanto ci ha lavorato?
"Sono felicissimo e contento perché è un ragazzo che merita. Non l'ho mai messo in discussione perché è straordinario nell'atteggiamento, nei modi, nella personalità e nella determinazione. Non avevo dubbi che continuasse in questo modo. Io ho cercato nella mia piccola esperienza di parlarci per farlo rimanere dentro al gioco quando non performava bene, per fargli capire di lasciar stare le critiche. Gli ho sempre detto di continuare ad allenarsi come stava facendo perché vedevo che era sempre il primo a arrivare e l'ultimo ad andare via, sempre a tirare, fare i movimenti. Si è lavorato anche sul mantenimento e perfezionamento dello stop e del controllo, ma soprattutto dello scarico e dell'inserimento dentro perché era un po' una pecca che aveva. Sono lavori però che fanno tanti, è stato solo merito suo perché non c'erano dubbi su quelli che erano le sue qualità. Gli mancava la fiducia che Prandelli gli ha dato ovvero di giocare, di poter sbagliare, ma rimanere sempre dentro con la sua cattiveria e la sua determinazione perché poi se c'è la fiducia è un conto se non ce l'hai diventa difficile dimostrare di essere all'altezza appena entri quando giochi. Prandelli gli ha dato in mano le chiavi dell'attacco e per lui è stato fondamentale".
Il modo di calciare di Vlahovic come lo giudica?
"Ha questo calcio incredibile con il collo-interno. Gli parte sempre un colpo secco, molto forte e con un certo effetto. Poi lui ha forza, è roba sua e lo ha nel DNA".
Anche Martinez Quarta ha completato il suo processo di maturazione?
"E' un giocatore straordinario che l'anno scorso aveva qualche difficoltà di lingua e di comprensione, però alla fine le sue presenze le ha fatte. Doveva solo migliorare nell'irruenza perché in Argentina è differente dall'Italia dove tu se entri in certe situazioni, se vai fuori posizionamento poi devi avere l'entrata pronta perché in Italia o ti buttano fuori o ti saltano facilmente perché sono molto preparati. Lui in questo è migliorato molto perché, con una difesa alta, si completa benissimo con Milenkovic ed è uno che è molto bravo nell'aggressione in avanti, oltre ad essere un giocatore molto rapido che compensa la lentezza del serbo. E' anche molto intelligente perché si mette a disposizione, si allena molto bene, silenzioso, ma che poi alla fine si capiva benissimo che aveva un apprendimento e una voglia di capire cos'era il calcio italiano. E' un calciatore molto importante, di grande prospettiva e che fa la differenza in una difesa che bada molto più all'altezza e lui ha attacco, potenza, elevazione. Rivedo un po' Vierchowod in lui perché ti marca, non ti molla mai".