VERI E FALSI RIMPIANTI

17.02.2011 01:15 di  Marco Gori   vedi letture
VERI E FALSI RIMPIANTI
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© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS

Il gol dell’ex ci sta. Quando l’ex si chiama Giampaolo Pazzini, però, le cose sono leggermente diverse. Perché inevitabilmente viene da ripensare a quella cessione avvenuta nel gennaio del 2009. Troppo frettolosa, seppure inevitabile, secondo molti. A nostro avviso ha poco senso parlare di qualcosa che appartiene ad una Fiorentina ben diversa da quella di oggi. C’era un tecnico che amava giocare con una sola punta, e le punte che piacevano a quel tecnico amavano non avere altri attaccanti tra i piedi. Non a caso, quella Fiorentina ebbe un’impennata in classifica quando venne a mancare Adrian Mutu, sostituito da un tatticamente più disciplinato Stevan Jovetic. Non a caso Emiliano Bonazzoli era la riserva ideale di Gilardino, e quando quest’ultimo ha dovuto saltare una partita la squadra girava lo stesso, nonostante l’attuale bomber della Reggina non sia certo un fuoriclasse. E non a caso, nella prima stagione dell’era Prandelli, lo stesso Pazzini e Bojinov hanno iniziato a vedere sempre più spesso il campo dalla panchina quando è stato acquistato Luis Jimenez. Forse un rimpianto c’è dal punto di vista finanziario. Forse Pazzini lo si poteva cedere con una formula diversa. Ma anche da questo punto di vista le cose da allora sono cambiate non poco, seppure siano passati solo due anni o poco più. La grande diffusione delle cessioni con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto sulla metà –alle quali spesso vengono abbinati bonus sulle successive cessioni o diritti di controriscatto- è una moda esplosa soprattutto nelle ultime tre sessioni di mercato.

Guardando poi le cose con la massima obbiettività, Alberto Gilardino sta seguendo un iter molto simile a quello del “Pazzo”. La punta toscana, pochi mesi dopo il passaggio dalla Fiorentina alla Sampdoria, poteva essere ceduta in Inghilterra per il triplo di quanto il club ligure aveva pagato a quello gigliato. Alla fine la Samp. lo ha ceduto all’Inter per 12 milioni più il cartellino di Biabiany. E nell'estate in cui i club della Premier corteggiavano l’attaccante pesciatino, il Lione si presentava a Firenze offrendo per "il Gila" 22 milioni cash. Cifra rifiutata, e che difficilmente la Fiorentina riuscirà ad ottenere l’estate prossima dalla Juventus. Che Milan, Fiorentina, Sampdoria, Lione, Liverpool, Chelsea e Tottenham si siano bevute il cervello? Non scherziamo. Le dinamiche del mercato sono spesso più semplici di quanto possano apparire, ma devono tener conto anche di altri fattori. Quanti soldi hanno fruttato alla Fiorentina i gol di Gilardino che hanno permesso ai viola di arrivare agli ottavi di finale di Champions League? E quanto avrebbero potuto ugualmente fruttare alla Samp i gol del "Pazzo" se il Werder non avesse beffato i blucerchiati nei tempi supplementari della doppia sfida per l’accesso della fase a gironi della stessa competizione? Per tutta questa serie di motivi ripetiamo che non ha senso stare a rimpiangere Giampaolo Pazzini. I rimpianti sono ben altri. Lo abbiamo già sottolineato, sia benedetto il momento in cui i vertici della Fiorentina hanno deciso di puntare su Adrian Mutu piuttosto che su Barreto. Ma non dimentichiamo che ora la Fiorentina gioca con un modulo diverso; ed una punta in più in organico ci sarebbe stata bene, a prescindere dallo stesso Mutu. Quella contro l'Inter era forse una gara dall’esito scontato. Ma niente ci toglie dalla testa che se Sinisa Mihajlovic, invece di Babacar, avesse potuto mandare in campo nei minuti finali un vecchio marpione dell’area di rigore, forse il miracolo di Palermo avrebbe potuto ripetersi anche ieri sera.