LA COLPA E LA RESPONSABILITA'

01.02.2011 00:00 di  Marco Gori   vedi letture
LA COLPA E LA RESPONSABILITA'
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© foto di Giacomo Morini

Nella vita si fa spesso grande confusione tra il concetto di colpa e quello di responsabilità. Facciamo un semplice esempio: se il dirigente di un’azienda assume un dipendente che presenta buone credenziali e, soprattutto, lo fa in buona fede, e poi questo neo-assunto commette dei gravi errori, il dirigente non ne ha colpa ma ne è responsabile. Se poi questa azienda ha rilevanza anche a livello pubblico, il dirigente è esposto a responsabilità diffusa e istituzionalizzata. Ovvero è responsabile sia nei confronti del proprio datore di lavoro che dell’opinione pubblica. In questo caso il licenziamento è la conseguenza più ovvia. Ma se per caso il datore di lavoro ha influenzato il proprio diretto sottoposto, magari essendo poco chiaro riguardo ai requisiti dell’assunzione del nuovo impiegato, spetterebbe al dirigente andarsene sbattendo la porta. La Fiorentina ha un Responsabile dell’Area Tecnica che risponde al nome di Pantaleo Corvino. Che non era il miglior direttore sportivo d’Italia dopo che aveva venduto Felipe Melo alla Juventus per 25 milioni di euro e non è l’ultimo arrivato se in una giornata in cui si muovono Matri, Santon e Schelotto riesce a portare a Firenze soltanto il giovane Salifu. E non è colpa di Corvino se l’operazione Barreto è saltata all’ultimo minuto. E nemmeno se si è trovato costretto a cercare nuovamente un attaccante quando il reparto avanzato sembrava ormai assestato con il reintegro di Mutu. Però, lo dice il titolo stesso del ruolo che ricopre, ne è responsabile. Corvino dovrà pertanto rispondere ai tifosi viola di una rosa che, dopo la chiusura della sessione invernale della campagna trasferimenti, non pare granché rafforzata, o meglio, non sembra in grado di recuperare posizioni in classifica e forse nemmeno di evitare una sempre più preoccupante caduta verso il basso. Ma soprattutto dovrà rispondere del suo operato ai propri datori di lavoro. Ammettendo alcuni errori ma facendo anche valere le proprie ragioni. Se così non sarà andremo, come da tempo temiamo, verso una situazione simile a quella che ha visto coinvolto un anno fa Cesare Prandelli.

L’attuale CT della nazionale azzurra l’anno scorso, alla guida della Fiorentina, ha perso la bellezza di 17 gare. Eppure più che passa il tempo e più ci si rende conto che non era certo a causa sua se la squadra viola nello scorso campionato ha totalmente fallito. La cosa che ha fatto più male a Firenze è stato tuttavia il modo in cui è stato gestito il suo addio. Un qualcosa che ha lasciato delle cicatrici indelebili sulla Fiorentina e non solo. Forse era semplicemente finito un ciclo, e forse bastava semplicemente ammetterlo. Non sappiamo se sia finito anche il ciclo di Pantaleo Corvino. I fatti parlano chiaro: le ultime tre campagne acquisti condotte dal ds viola sono apparse decisamente sottotono. Ma la sensazione è che la colpa, e sottolineiamo colpa, non sia tutta sua. E se questo non significa la fine di un ciclo vuol dire che esiste un problema di coordinamento tra proprietà e staff tecnico-dirigenziale. L’auspicio è che questa situazione venga risolta nel minor tempo possibile. Se si troverà una soluzione, chiara e definitiva, saremo tutti felici e contenti. Se ciò non sarà possibile prenderemo atto della necessità di un cambiamento importante nell’organigramma societario. Consapevoli che trovare un dirigente con le capacità di Corvino non sarà certo facile ma nemmeno impossibile. Di sicuro avanti così non si può più andare.