VENUTI: "PAROLE TIFO ORGOGLIO. DARÒ SENSO D’APPARTENENZA. VLAHOVIC INSEGUA I SUOI SOGNI"

27.07.2021 12:30 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
VENUTI: "PAROLE TIFO ORGOGLIO. DARÒ SENSO D’APPARTENENZA. VLAHOVIC INSEGUA I SUOI SOGNI"

Al termine dell'allenamento di questa mattina, presso la sala stampa del centro sportivo Benatti di Moena ha preso la parola il terzino viola Lorenzo Venuti. Ecco le sue parole:

Sul momento che sta vivendo da quando è tornato nel 2019: "Sto vivendo questo periodo come un sogno, sono felice di aver trovato la continuità che mi mancava. Non ho mai nascosto che affermarmi qua è sempre stato un mio obiettivo. Per me è motivo d'orgoglio quello che mi hanno detto i tifosi: per quelli che sono i miei valori, vuol dire che sto facendo un buon lavoro".

Sull'esempio da dare agli altri: "La squadra non mi deve chiedere nulla, io devo cercare di trasmettere quello che vuol dire rappresentare questa maglia e ciò che ci sta attorno: il senso d'appartenenza. Se le motivazioni personali vanno di pari passo con quelle della squadra va tutto al meglio. Io posso far capire cosa vuol dire essere di Firenze e indossare questa maglia. La fascia da capitano? Per me è stato un onore indossarla ma adesso il nostro capitano è Pezzella, se poi dovesse andare via la scelta del nuovo capitano sarà presa da società, allenatore e gruppo".

Sul nuovo ruolo: "La filosofia del mister è molto propositiva e mi piace, c'è molta organizzazione e molta possibilità per noi terzini di metterci in mostra e di essere determinanti. Lirola? Non so quelle che saranno le sue decisioni: lui ha dimostrato di essere un giocatore importante e un valore aggiunto per tutta la squadra. Anche per me avere competizione con lui è importante perché permette alla squadra e a me di alzare il livello".

Sul settore giovanile fatta da giovani toscani: "Ci sono tanti ragazzi bravi e penso che se i giovani ci crederanno come ho fatto io a suo tempo sarà possibile avere tanti fiorentini all'interno di questo club: sarebbe davvero un vanto".

Su una caratteristica che Italiano può dare alla squadra: "A livello caratteriale è un vincente, parla anche la sua carriera da calciatore: lo scorso anno con lo Spezia ha raggiunto la salvezza con una vera identità. Da lì dobbiamo partire e vedremo dove riusciremo ad arrivare".

Sul lavoro delle catene: "Il mister ci chiede un lavoro di grande costruzione: tutti devono saper gestire bene la palla per farsi trovare nelle posizioni intermedie per andare poi a far male agli avversari. Tutti possiamo dare qualcosa alla squadra, dobbiamo essere tutti la miglior versione di noi stessi, solo così possiamo raggiungere obiettivi importanti".

Sul soprannome di Jorgensen di Prandelli: "La cosa che ha fatto la differenza è stata la continuità che mi ha dato nel giocare titolare: questo mi ha permesso di trovare fiducia e minuti. Gli obiettivi dell'anno prossimo? Sono d'accordo con Bonaventura: non dobbiamo fare voli pindarici, dobbiamo partire con i piedi per terra. Prima troviamo un'identità, poi potremo decidere quali obiettivi raggiungere".

Su Terzic: "Deve continuare a fare quello che sta facendo, lo scorso anno ha fatto un bel campionato e tutto ciò lo ha aiutato molto. La mentalità che hanno i serbi è quella di voler arrivare: si toglierà soddisfazioni se andrà avanti così".

Sulla medaglia del fiorentino Zazzeri: "Gli faccio i miei complimenti, spero sia solo una di tante medaglie".

Sull'assenza dei sei Nazionali: "Per ogni allenatore, specie se sei nuovo e hai idee di calcio diverse rispetto al solito, è fondamentale avere tutto il gruppo a disposizione. Chi è qui però si sta allenando meglio, quando torneranno i Nazionali il livello si alzerà".

Sul perché Vlahovic dovrebbe restare a Firenze: "Dusan ha un futuro davanti inimmaginabile, io quello che posso dirgli è che è giusto che lui segua i suoi sogni. Non voglio mettere i paletti ai giocatori. Chi è qui ci deve voler stare e lui sta dimostrando questo. Ma ripeto, è giusto che ognuno segua i suoi sogni".

Sul lavoro con Italiano: "La ricerca dei particolari mi ha stupito: si vede che è un tecnico che studia molto calcio, ci chiede un gioco minuzioso. E' grazie alla ripetitività che impareremo in fretta le sue idee di gioco".