Serve una scadenza: per quanto ancora la Fiorentina può andare avanti così?

No, il Dio del calcio non ha sorriso a Pioli e alla Fiorentina. A 48 ore dalla trasferta di Milano il tecnico si era augurato che alle 500 panchine in serie A potesse accomunarsi un felice compleanno (auguri) salvo doversi ricredere già domenica in nottata. Con il k.o. del Meazza salgono a 4 le sconfitte in campionato, 3 delle quali arrivate dopo che i viola erano passati in vantaggio, mentre dei 3 pareggi fin qui raccolti anche il primo, quello con il Cagliari, era arrivato in rimonta.
Fragilità mentale e conseguenti timori reverenziali
Il dato in questione testimonia una fragilità mentale preoccupante, e d’altronde volti e sguardi dei calciatori basterebbero a raccontare un clima nel gruppo tutt’altro che fiducioso. La Fiorentina di Pioli sembra senza idee, senza grinta, e particolarmente impaurita dalla situazione che si va creando, ma soprattutto continua a non fornire segnali di ripresa. Nonostante tutte le rassicurazioni del caso, quelle riferite da Pioli in sala stampa, anche a Milano i tiri nello specchio della porta sono stati merce rarissima, e più in generale la manovra è tutt’altro che fluida, senza contare un attacco quest’anno molto più numeroso ma nel quale, in campionato, ha segnato il solo Kean un’unica volta in 7 giornate. Numeri lontani anni luce da chi deve calarsi nella realtà di una classifica che non racconta nulla di buono, eppure in casa viola è tempo di essere il più realisti possibile.
Balletto di responsabilità
A margine del 2-1 patito dai rossoneri sia Pradè che Pioli si sono assunti pubbliche responsabilità, ma senza che dal club arrivassero ulteriori segnali (anche nella giornata di oggi). In assenza di un intervento da parte dell’altro dirigente a capo della struttura, il direttore generale, servirebbero segnali dalla proprietà che non arrivano, mentre il calendario riferisce due trasferte (Vienna e Milano contro l’Inter) intervallate dal ritorno di Italiano al Franchi in programma domenica. Insomma continuare a far finta di niente sarebbe una pessima idea, pensare di cambiare qualcosa (dalla tattica alla quotidianità fino alla gestione del gruppo da parte della dirigenza) una scelta inevitabile, anche perché questa Fiorentina, quella vista in campo, più che di pranzi e ritrovi di gruppo pare aver bisogno di un vero e proprio elettroschock.
Quanto tempo ancora?
Sotto questo profilo diventa fondamentale capire quanto tempo vuole ancora concedersi il club, sia nei confronti di un direttore sportivo che la piazza ha totalmente sfiduciato che verso un tecnico i cui risultati non lasciano spazio a interpretazioni. In altre condizioni, e con un altro profilo, l’allenatore sarebbe già in forte bilico, per questo è impossibile, persino pericoloso in questo momento, ignorare a prescindere la peggiore delle ipotesi. Inutile fare nomi di eventuali sostituti, anche perché i più importanti liberi da vincoli si contano sulle dita di una mano, piuttosto sarebbe il caso di darsi scadenze, oltre le quali qualsiasi intervento non è più rimandabile. Perché di questo passo una stagione cominciata malissimo rischia di diventare un incubo senza fine.
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