"Analisi profonde" e spiegazioni necessarie. Il ko col Venezia rischia di innescare un'altra inattesa rivoluzione

La sconfitta contro il Venezia, che a due giornate dal termine del campionato potrebbe significare la pietra tombale sulle residue ambizioni europee, ha lasciato un segno profondo all'interno della Fiorentina. Non solo dello spogliatoio, ma ascoltando le parole del direttore sportivo Daniele Pradè, anche del club che solo pochi giorni fa ha annunciato il prolungamento fino al 2027 del tecnico Raffaele Palladino. La commozione dell'allenatore dopo la telefonata di Commisso a poche ore dal ritorno contro il Real Betis, si è trasformata velocemente in una rabbia diffusa, che parte dalla contestazione alla squadra da parte dei 700 viola presenti al Penzo e arriva fino ai dirigenti che ora sono pronti, almeno a parole, a fare "un'analisi profonda" che chiaramente coinvolge anche lo stesso Palladino.
Sgonfiata sul più bello
La Fiorentina si è sgonfiata sul più bello, quando, classifica alla mano, i giochi erano ancora aperti anche per i più clamorosi e inattesi obiettivi. Ha perso contro la Roma, è uscita dalla Conference contro il Betis ed è uscita drammaticamente sconfitta anche dalla sfida di Venezia. Per Pradè gli ultimi tre punti persi sono ingiustificabili a fronte di una rosa che, per ammissione degli stessi dirigenti e a più riprese è la migliore dell'era Commisso. E allora da questa analisi profonda dovrà forzatamente uscire anche un'ulteriore spiegazione su cosa significhi essere ambiziosi. L'allenatore è lo stesso da tutta la stagione. Quello delle otto vittorie di fila, dei successi contro le big del campionato, ma anche quello di tanti risultati negativi arrivati contro squadre di minor lignaggio e ambizione di classifica. È stato scelto nonostante la poca esperienza. Scelto per guidare una squadra che doveva puntare a migliorare risultati confermati per tre anni dal tecnico precedente. Un obiettivo complesso visto i precedenti, una scelta che non si è rivelata giusta se davvero si voleva puntare quanto meno all'Europa League.
Un rischioso dietro front
Se rinnovare l'accordo con Palladino ha significato avallare il suo operato stagionale, le dichiarazioni a caldo di Pradè sono suonate subito come un rischioso dietro front rispetto alla decisione presa da Commisso. Era auspicabile che, nonostante i risultati delle due partite successive all'annuncio, la coerenza fosse subito dichiarata dalla società, cosa che a conti fatti non è avvenuta. Forse dovrà essere lo stesso presidente a spiegare, a distanza, cosa significhi voler andare avanti con Palladino. Poi toccherà agli stessi dirigenti dare forza a questa decisione. Anche perché, al momento, non sono arrivate spiegazioni in merito e il rischio che a fine stagione debbano arrivare altre "scuse" nei confronti dei tifosi e dell'ambiente, è attualmente alto.
Altra rivoluzione in vista
Sia chiaro, la società fa la società e prende le decisioni che ritiene più giuste. Ma visto anche quanto queste decisioni siano state fin da subito divisive tra i tifosi, non si può far finta che non ci sia malumore davanti ai recenti risultati. Senza parlare del mercato che verrà, dove potrebbe verificarsi l'ennesima rivoluzione con tanti giocatori pronti a fare le valigie e salutare dopo una stagione. O addirittura anche solo mezza. Il macigno lanciato nello stagno dal direttore sportivo, dovrà dunque avere un seguito, in un senso o nell'altro. Mancano due giornate alla fine della stagione, poi sarà il tempo dei bilanci a 360°. La società, con una tempistica che rischia di essere rivedibile visto il rinnovo arrivato in netto anticipo, dovrà poi far sapere a tutti che tipo di strategia ha scelto per il futuro. Non fare le coppe sarebbe triste ma anche un'occasione per ripartire più forte di prima come accaduto in precedenza ad Atalanta e Napoli. Ma le idee devono essere chiare e, davanti alle ultime decisioni e ai successivi risultati e dichiarazioni, la sensazione è che non lo siano così tanto. O quanto meno che non siano così condivise da tutte le anime che compongono il club.
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