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Fiorentina senza idee e senza scossa: ora serve davvero la mano di Vanoli

Fiorentina senza idee e senza scossa: ora serve davvero la mano di VanoliFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 13:00Copertina
di Andrea Giannattasio

La sconfitta in Conference contro l’AEK non è stata solo il secondo inciampo consecutivo a livello europeo. È stato il punto in cui, per la prima volta, anche Paolo Vanoli è finito sul banco degli imputati. Non certo il principale - società e squadra restano i primi responsabili di questo declino senza fine - ma comunque un protagonista chiamato ora a incidere più di quanto abbia fatto fin qui. Vanoli è arrivato da nemmeno un mese e ha trovato una squadra allo stremo, fisicamente e mentalmente. Eppure, dopo tre gare ufficiali e una pausa di campionato utile per lavorare con la rosa, era lecito aspettarsi un imprinting più visibile. Lo ha dato nello spogliatoio, dove il feeling con il gruppo è scattato subito, e lo ha dato in sala stampa, dove la schiettezza del tecnico ha conquistato tifosi e cronisti. Sul campo, però, l’impatto è rimato fin qui soffuso.

Quel limite di essere monocordi
L’idea è stata infatti quella di ripartire dal 3-5-2 già varato da Pioli e prima ancora, un anno fa, da Palladino, con molti degli stessi interpreti e, inevitabilmente, con gli stessi problemi. Di invenzioni tecniche o tattiche, per ora, se ne sono viste poche, almeno negli appuntamenti ufficiali (non è escluso che nelle segrete stanze del Viola Park qualcosa di diverso sia stato provato: e allora perché non metterlo in mostra?). È positivo aver recuperato Parisi e Kouadio, così come aver rispolverato Fagioli contro la Juventus (ma se deve essere quello visto ieri, meglio davvero valutarne una cessione) e aver registrato la difesa sui calci piazzati, ma l’impianto per il resto è rimasto monocorde: stesso spartito, medesime difficoltà nell’eseguirlo.

Serve una sterzata immediata
Ecco perché la gara di domenica a Bergamo - prima di sei sfide contro avversari più alla portata dei viola - diventa un crocevia. Alla Fiorentina serve un cambio di passo e a fornirlo non possono essere solo le urla dalla panchina, pur giustificate e comprensibili. Servono soluzioni nuove, varianti di modulo e letture differenti. Serve, insomma, la mano dell’allenatore. Vanoli non ha colpe primarie ma ha sicuramente una responsabilità chiara: trasformare una squadra rassegnata in un gruppo che deve credere fino all'ultimo nella salvezza. Certo, un contributo pesante dal mercato in tal senso potrebbe dare una grossa mano. Anche a costo di sacrifici importanti.