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Anche Nicolussi Caviglia gioca contro il suo passato (e i fantasmi di Venezia-Juventus)

Anche Nicolussi Caviglia gioca contro il suo passato (e i fantasmi di Venezia-Juventus)FirenzeViola.it
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Oggi alle 10:00Copertina
di Alessandro Di Nardo

Fiorentina-Juventus è, come sempre, uno svincolo emotivo. Due strade che si rincrociano, come quelle di Hans Nicolussi Caviglia e della Juventus. Nasce ad Aosta ma sportivamente a Torino: dodici anni in bianconero, da quando ne ha otto a quando ne ha quasi venti, prima dell'esordio datato 8 marzo 2019 contro l'Udinese. Poi inizia la centrifuga di prestiti: Perugia, Parma, intermezzo alla Juventus Next Gen, Sudtirol, Salernitana.

L'ultimo ricordo in bianconero
Nel 2023-24 la grande occasione alla casa madre la sfrutta come può: tra le rovine dell'impero dell'ultimo Max Allegri mette insieme dieci presenze, tra queste una pesa più delle altre, la maglia da titolare che proprio Allegri (in quella che de facto è stata la sua ultima panchina bianconera) gli consegna prima della finale di Coppa Italia vinta contro l'Atalanta. Sembrava essere il momento di svolta, invece poi arriva il Venezia in forcing e la decisione (sofferta, visto che Thiago Motta dirà che l'averlo fatto partire sia stato il più grosso suo rimpianto del breve interregno a Torino) di staccarsi, dopo sedici anni di tira e molla. La storia del rapporto tra Nicolussi Caviglia e la Juventus è quella di tanti talenti cresciuti in società che, dopo averli svezzati, non hanno più creduto in loro.



I fantasmi del Penzo
Una storia che aveva vissuto, a sorpresa, un atto drammatico nel maggio scorso: a un anno dalla finale vinta all'Olimpico, Hans e Juventus si ritrovano di nuovo, al Penzo, in una partita che vale la vita; per il suo Venezia, che può solo vincere e sperare per salvarsi, per la Juventus, che con tre punti centrerebbe la qualificazione in Champions. Siammo all'ultima giornata del campionato 2024-25 e la Juve alla fine passa in laguna per 3-2. Decisivo proprio il classe 2000, che con un fallo da rigore su Conceicao permette a Locatelli di trasformare dagli undici metri una conclusione che vale la B per i lagunari e la Champions per i bianconeri. Da lì tante illazioni - di chi probabilmente si è limitato a vedere risultato, tabellino e diretta testuale di una gara in cui l'attuale centrocampista viola era stato, come quasi sempre l'anno scorso, il migliore dei suoi - soliti gossippetti molto italiani e una ferita che rimane incisa per lui.

Un'altra occasione
A sei mesi di distanza un altro incrocio. Stavolta col giglio sul petto, contro il suo passato e i fantasmi che riportano a quella notte del Penzo.  Vanoli vuole costruire una Fiorentina diversa, in cui lui dovrebbe essere il perno. E vuole iniziare dalla gara di sabato. Una sfida che, per l'urgenza del momento ma anche per i noti trascorsi, ci potrà dire ancora meglio di che pasta è fatto il regista aostano.