ROMA, La svolta con il cambio tattico
Dopo la Juve, la svolta. Cinque partite, tra campionato e Champions: quattro vittorie e un pareggio, ma solo per un autogol d’autore in pienissimo recupero. Alla base della svolta una novità tattica, innanzi tutto. Ma anche una crescita tecnica. Incassata (1 novembre) l’ennesima sconfitta con il 4-2-3-1, via libera (obbligata...) ad un’altra Roma. Una nuova Roma, sotto tutti gli aspetti. A cominciare dalla partita contro il Chelsea (4 novembre), affrontato e battuto alla grandissima con un 4-3-1-2 (con Pizarro dietro Totti e Vucinic) ideato da Luciano Spalletti solo all’ora del the, cioè due ore e mezza prima del fischio d’avvio dell’arbitro Medina Cantalejo. A seguire la sfortunata trasferta di Bologna (8 novembre), con un 4-4-2 a dire il vero poco convincente, quindi il derby (16 novembre) vinto grazie al gol di Julio Baptista (uomo nuovo al posto di Pizarro) e al rombo 4-3-1-2 (ri)proposto da Spalletti dopo la gara con il Chelsea, poi il successo a Lecce (23 novembre) con la conferma del 4-3-1-2 e, infine, la passeggiata a Cluj con il redditizio 4-3-2-1, l’albero di Natale con Totti nelle vesti di luccicante puntale. In poco più di tre settimane, la Roma è tornata ad essere la Roma. Risultati vecchi, ma gioco nuovo. L’allenatore è stato bravo a capire che il 4-2-3-1 che aveva proiettato la squadra ai vertici del calcio continentale aveva bisogno di una rinfrescatina e ha cambiato il modulo. Oggi la squadra giallorossa sarà meno spettacolare di quella delle passate stagioni, ma il rendimento è lo stesso.
Grazie anche alla ritrovata vena di alcuni giocatori e alla scoperta di altri. Così la crescita tattica è andata di pari passo con quella tecnica (o viceversa?), però resta da dimostrare che la squadra non sarebbe cresciuta così vistosamente se avesse continuato a giocare il 4-2-3-1 ma con interpreti finalmente al top.
Da un punto di vista tecnico, i miglioramenti di Francesco Totti, quelli di Tonetto e Taddei e la promozione di Matteus Brighi, oltre alla ritrovata affidabilità del reparto difensivo, hanno prodotto effetti clamorosamente positivi. Al punto che adesso la Roma può permettersi di non far giocare Riise, Pizarro o Aquilani, una cosa che in avvio di stagione sembrava impossibile. A proposito: Aquilani, bloccatosi a Cluj, ha un problema muscolare che verrà monitorato giorno dopo giorno (Okaka distorsione alla caviglia, ieri).
Totti, assente a Torino in casa della Juventus, ha cominciato a giocare titolare contro il Chelsea, non è stato più spettatore e la Roma ha ricominciato a volare. Totti ha segnato a Bologna, a Lecce e a Cluj (e in precedenza pure a Udine), ora gli manca un gol all’Olimpico. Si è potuto allenare con continuità prima del derby, stessa cosa prima di Lecce e adesso la sua condizione atletica è tutta un’altra cosa rispetto ad inizio mese. E se Francesco sta bene, sta bene pure la Roma. Lo dice la Storia.