ARBITRI, Crisi senza fine: così la Serie A perde credibilità

03.03.2024 09:45 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
ARBITRI, Crisi senza fine: così la Serie A perde credibilità
FirenzeViola.it

Stefano Agresti, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha scritto un editoriale su quello che ormai è diventato un tema costante in Serie A: la crisi degli arbitri. Queste le sue parole: “Arbitri che smarriscono la lucidità, innervosiscono le partite, le rovinano. Dovrebbero essere guidati dal regolamento e dal buon senso: non seguono né l’uno né l’altro. Sono lo specchio di un sistema che non funziona, che va cambiato. Per Rocchi sono state due serate nere: prima Di Bello in Lazio.Milan, poi Marchetti in Torino-Fiorentina, ne hanno combinate di tutti i colori, finendo per accendere gli animi in campo. In palio ci sono posizioni in classifica, qualificazione alle coppe europee, prestigio sportivo, introiti economici. Impossibile immaginare che certi errori non abbiano conseguenze e vengano accettati serenamente, a maggior ragione nel calcio di oggi, tutto Var e tv, immagini e moviola”. 

Riguardo l’arbitraggio di Marchetti, scrive: “L’espulsione di Ricci è incredibile e ha cambiato l’equilibrio della partita. Ammonito per un gomito largo, il centrocampista granata pochi secondi più tardi ha ricevuto un altro cartellino giallo per aver detto semplicemente:  «Ma come fai a non ammonirlo?». Si riferiva a Arthur, che lo aveva appena placcato e nei confronti del quale Marchetti sembrava non voler prendere decisioni disciplinari. Espulsione senza senso che fa sì che la partita cambi  non per la prodezza di un campione, ma per una decisione sbagliata dell’arbitro. Che tristezza”. 

Ancora sulla crisi degli arbitri: “ Il calcio italiano deve cambiare in modo profondo, definitivo: quanto sta accadendo toglie credibilità, spettacolo, fiducia, appeal. In ballo non c’è, non può esserci la riduzione della Serie A da venti a diciotto squadre: questi sono dettagli quasi insignificanti, anzi dannosi. Serve di più, molto di più. Nelle ultime settimane la Lega di Serie A ha parlato della scissione dalla Federcalcio: vuole andare per conto proprio per migliorare il prodotto da offrire ai tifosi e ai media, anche a quelli internazionali. Il modello è la Premier League, che da quando corre da sola, come entità indipendente, è cresciuta a dismisura.  Quanto può crescere il calcio italiano se segue lo stesso percorso? Quanti limiti, quanti difetti possono essere superati cambiando mentalità e organizzazione, e aumentando nello stesso tempo la libertà di scelta dei club di Serie A, quelli che producono la ricchezza con cui vive non solo il calcio, ma gran parte dello sport italiano??”.