Cinque formazioni diverse in sei gare, viola ancora alla ricerca d'identità

Se tornassimo indietro di circa un mese, all'inizio di agosto, vedremo come Stefano Pioli avesse inizialmente optato, nelle prime due gare stagionali, per la conferma in blocco dell'undici titolare. L'obiettivo era quello di dare continuità all'assetto di gioco e trovare subito una propria identità di gioco. Sia nella sfida di andata contro il Polyssia che nel match di Cagliari il tecnico parmense schierò un 3-5-2 un po' anomalo con Ndour a fare da raccordo tra centrocampo e attacco al posto di Dzeko, utilizzato quasi sempre in amichevole. Come riportato dal quotidiano La Nazione oggi in edicola però Pioli la quadra non la trovò. Nella gara di ritorno contro il Polyssia toccò a Dzeko, Fazzini e altre alternative scendere in campo. Risultato? Qualificazione a rischio, nonostante il 3-0 di partenza, per circa un'ora di gioco.
A Torino invece Pioli era tornato sul tridente pesante con Gudmundsson alle spalle di Piccoli e Kean ma i viola non sono riusciti quasi mai a rendersi pericolosi dalle parti di Israel. Arriviamo infine alla doppia sconfitta contro Napoli e Como. Due sconfitte arrivate con due Fiorentine completamente diverse sia negli uomini che nell'assetto di gioco. In vista di Pisa sono giorni di lavoro di intenso al Viola Park, con Pioli ancora alla ricerca dell'identità della sua squadra.
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