VARGAS, L'ASSO NELLA MANICA

05.02.2014 03:11 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
VARGAS, L'ASSO NELLA MANICA
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© foto di Federico De Luca

Intendiamoci, Manuel Vargas non è ancora il miglior Vargas. Per capirsi, quello della Champions League 2009-2010. E non sappiamo se tornerà mai a quei livelli. Qualcuno ricorderà il gol di Lisbona nel preliminare, la notte magica contro il Liverpool (il peruviano tirava da tutte le parti, fino ad innescare Jovetic per il gol dell'1-0). Qualcun altro ricorderà il rigore decisivo col Lione. Fino alla sublimazione del gol contro il Bayern, quello dell'1-0 (sinistro all'incrocio dei pali su respinta di Butt). Una sorta di canto del cigno, per lui e per la Fiorentina di Prandelli. Però, anche il Vargas di oggi... lo buttiamo via? Oppure, se gestito bene, può ancora “spaccare” le partite? Andiamo avanti. Vargas è ben lontano dalla “bestia” che gettava il pallone avanti e lo raggiungeva prima dell'avversario. E' ben lontano dal brandire il povero dirimpettaio che gli montava addosso inutilmente, mentre il “loco” crossava, crossava... Un po' come successe ad Anfield. Ricordate anche questo? Le sue progressioni si concludevano col mancino tagliato, teso, chirurgico, sul quale si avventava il Gilardino di turno. Tutto questo, non ce ne voglia, è solo un tenue ricordo. Tornera? Chissà, non è facile. Però, anche così, Vargas è un giocatore da Fiorentina. E lo sta dimostrando. Certo Manuel va per i 31, e le prime a soffrirne (parliamo di peculiarità) sono esplosività e spunto sul breve. Appunto, ciò che differenziava Vargas dagli altri. Il tiro da fuori? No, quello per fortuna è rimasto. La “bordata” è quella di un tempo, e la serata di Udine ce ne ha dato la riprova. Ieri al Friuli è arrivato il 5° sigillo stagionale, il momentaneo gol dell'1-1, sempre da fuori, sempre di sinistro, che non ha evitato la sconfitta. Al contrario può decidere la qualificazione. Insomma Vargas... un jolly per Montella, un asso nella manica da tirare fuori al momento opportuno. Qualcuno può dire: ti accontenti di poco. Un calciatore, che prende 1 milione e mezzo d'ingaggio, che non salta più l'uomo, che non è capace di allungare, che ha solo il tiro da fuori area... Può servire uno così? Beh, in un periodo nel quale le avversarie si chiudono a riccio e la Fiorentina ha difficoltà ad imporre il gioco, l'arma del tiro da fuori può rivelarsi fondamentale. Come lo è stato a Roma, a San Siro contro il Milan, oppure contro il Verona. Come lo è stato ad Udine.

CERCASI PASQUAL DISPERATAMENTE – Senza contare il ruolo che Vargas potrebbe avere come alternativa a Pasqual. Inutile negarlo, il capitano sta passando un periodo di crisi profonda. Eccezion fatta per la partita di Catania (tre assist), Manuel vive un'evidente involuzione. Per assurdo iniziato con l'agognata convocazione in nazionale. Quasi come se il capitano viola soffrisse di una sindrome da appagamento. Non è così (conosciamo bene Pasqual per accusarlo di una cosa simile) però l'adrenalina non è quella di un tempo, la corsa la reattività non è quella che lo ha riportato in maglia azzurra. Anche qui la riprova è servita. A Udine lo scatto di Widmer lo ha lasciato fermo, piantato, con lo svizzero che si è involato fornendo l'assist vincente per il gol di Di Natale. Scusate, ma il vero Pasqual non si sarebbe mai fatto sorprendere. In quest'ottica il recupero di Vargas, per Montella, è un asso nella manica. Sia per la variante tecnica del tiro da fuori, sia per la variabile tattica dell'esterno offensivo nel 3-5-2. Col rientro di Gomez (e la presumibile conferma di Matri come seconda punta) Montella giocherà con la difesa a tre ed il centrocampo assistito da due esterni alti: Vargas e Cuadrado. Ecco che il peruviano tornerebbe più utile di Pasqual, fermo restando che Manuel resta il titolare ed il capitano della Fiorentina. Insomma, Montella può scegliere, può variare, può “camaleontizzare” la sua Fiorentina. Sopratutto a sinistra c'è l'imbarazzo della scelta.