MONTELLA, TRA MALESANI E... TRAPATTONI

04.11.2013 00:28 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
MONTELLA, TRA MALESANI E... TRAPATTONI

La Fiorentina batte il Milan a San Siro e conquista la 4° vittoria fuori casa (su sei partite). Genoa, Atalanta, Chievo e Milan, più il pareggio a Roma contro la Lazio e la sconfitta (sempre a San Siro) contro l'Inter. Non solo, la squadra viola si è aggiudicata anche le due trasferte (su due) disputate in Europa League: Grasshopper e Dnipro. Il totale è semplicemente spaventoso: la Fiorentina di Montella ha vinto 6 partite su otto disputate fuori casa, con una percentuale del 75%. Del resto l'aeroplanino non è nuovo ad imprese simili: la scorsa stagione la Fiorentina del "primo" Montella conquistò 8 vittorie fuori casa, più l'ottavo di finale di coppa Italia contro l'Udinese (1-0, gol di Borja Valero). Il totale fu di 9 vittorie totali su 20 partite fuori casa (19 di campionato +1 di coppa Italia), un vero e proprio record per la recente storia viola. Ecco spiegata la prima parte del nostro titolo: "Montella, tra Malesani..." Si sa, il calcio vive di confronti, di ricordi, di paragoni, e allora provate a chiedere ad un tifoso viola perchè ha nel cuore la Fiorentina di Malesani... Lui vi risponderà perchè quella Fiorentina esprimeva un gran calcio, fatto di pressing, fuorigioco alto, grandi geometrie (il tecnico veronese praticava un rivoluzionario 3-4-3, e trasformò addirittura Rui Costa in regista con Morfeo tre-quartista), ripartenze fulminee. Ma sopratutto perchè quella Fiorentina vinse ben sette partite in trasferta (sulle 17 disputate), perchè quella Fiorentina ci provava sempre, contro qualsiasi avversario, fino al 90'. Inseguendo la vittoria, sempre e comunque. Proprio come la Fiorentina di Montella. E come la Fiorentina di Montella vinceva contro le grandi: lo stesso 2-0 a Milano contro il Milan, 3-0 alla Juventus in casa, 4-0 al Napoli, 4-1 a Roma contro la Lazio. Fino all'ultima in casa, ancora un 2-0 contro i rossoneri. Se ci fate caso, nella scorsa stagione, la Fiorentina di Montella ha battuto 4-1 l'Inter, 3-1 il Milan, due volte la Lazio per 2-0, mise alle corde la Juventus in casa nonostante lo 0-0 finale. E quest'anno ha già battuto Juve e Milan. Certo, ci sono state anche altre Fiorentine capaci di imporsi fuori dalle mura amiche (citiamo quelle di Prandelli delle stagioni 2007-2008 e 2008-2009, capaci di vincere tra coppa e campionato il 33% delle trasferte totali), ma per affinità e caratteristiche quelle di Montella e Malesani sono le più vicine. Almeno nell'immaginario del tifo viola.

E TRAPATTONI? Non sembri una blasfemia, un mischiare il sacro col profano. Certo non ci riferiamo al rendimento fuori casa (la Fiorentina del Trap, nella stagione '98-'99, vinse solo tre volte in esterna e ne perse addirittura 10), facciamo riferimento invece al nuovo atteggiamento tattico (e comportamentale) sfoggiato da Montella nelle ultime trasferte. Niente a che vedere col catenaccio all'italiana, oppure al difensivismo ostinato di Mazzarri, ma la Fiorentina di Roma con la Lazio, di Verona col Chievo e di Milano col Milan ha mostrato un cinismo, una praticità, un'umiltà che ci ha ricordato il miglior Trapattoni. Che nei numeri si traduce in due vittorie ed un pareggio, 4 gol fatti ed uno solo subìto, pochissimi tiri degli avversari verso la porta di Neto. In più una giusta dose di prudenza, (chessò) la classica sostituzione a metà ripresa che congela il risultato. E badate bene, non è ironia, men che meno una diminutio del lavoro di Montella... anzi, esattamente il contrario. Il modo con il quale la Fiorentina ha condotto le ultime trasferte è (a nostro parere) un deciso salto di qualità, una crescita in maturità e consapevolezza. Un passo avanti, insomma, verso la sintesi tra spettacolo e concretezza che da più parti veniva chiesta all'aeroplanino. Una presa di coscienza che... va bene il possesso palla, va bene il "tiki-taka", va bene il coro: "il pallone è quello giallo", ma alla fine contano i punti, contano i risultati. Proprio come predicava Trapattoni. Montella sta imparando a stare nel mezzo, senza disconoscere i propri principi ma con un occhio attento alla classifica. Ed i risultati cominciano ad arrivare.