LA RINCORSA DI NETO

13.01.2014 01:48 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
LA RINCORSA DI NETO

L'ultima volta che abbiamo parlato di Neto fu dopo Fiorentina-Verona. E non fu un bel parlare. Era il 2 dicembre, un lunedì, si giocava al "Franchi" alle 19. Titolammo: "A porta vuota", perchè quella fu la sensazione. Una squadra spettacolare, che schierava Gonzalo, Vargas, Pizarro, Borja Valero, Cuadrado e Giuseppe Rossi tutti insieme, esposta alle turbe, alle incertezze del giovane Norberto. Al secolo Norberto Murara Neto. Un progetto di portiere, un'idea intrigante... rischiosa, molto rischiosa. Inadatto, inadeguato per "questa" Fiorentina. Qualcuno disse... "Ha ottime doti, però manca di tecnica". Rispondeva il popolo viola (compreso noi, lo ammettiamo...) "E quando la impara questa tecnica? La Fiorentina ha il tempo di aspettare?" La risposta era insita nella domanda, nell'insoddisfazione di porla. Ancor di più nell'esasperazione del tifoso, dell'addetto ai lavori che magnificava i gol di Rossi, di Vargas, la doppietta di Borja Valero (ci riferiamo alla famosa partita col Verona) e malediceva le incertezze sui due tiri di Iturbe. Due errori da oratorio, da ABC del portiere. Da allora qualcosa è cambiato. Già dalla trasferta di Roma (pur nella sconfitta) Neto salvò miracoloso su De Rossi e Gervinho. Poi il Bologna, quindi il Sassuolo... Alt! Per la prima volta al Mapei Stadium, Neto prese le sembianze di un portiere vero: sicuro in uscita, presente nell'area piccola, trasmetteva sicurezza, spavalderia. Poi, dalla domenica dopo col Livorno, sono arrivati anche i miracoli. Su Paulinho, poi sul tiro deviato di Benassi. E sono arrivati tre punti. I primi tre punti ottenuti per merito delle parate di Neto. Eh già, perchè si ha un bel dire... Il portiere? Ha fatto dei miracoli, peccato che si sia perso. Ecco, fate conto che non valga nulla. I miracoli si azzerano, conta solo il risultato.

Tutt'altra cosa dire: il portiere ha parato benissimo e siamo riusciti a vincere la partita. Più o meno com'è successo a Neto contro i labronici. E poche ore fa contro i granata torinesi. Non miracoli, per carità, bensì interventi mirati, sicuri. In una parola... decisivi. Due su Cerci, uno su Barreto, ed il risultato positivo (alla fine) è arrivato. Però, torniamo al punto di partenza. Finalmente Neto sembra all'altezza, la sua rincorsa sta per concludersi. E' come in una griglia di partenza di un Gran Premio: c'è la prima fila, con la Fiorentina in pole-position, c'è la terza, la quarta fila, con Neto che sta lì, che sbuffa, studia la curva migliore per recuperare posizioni. Adesso Neto è quasi risalito in prima fila, ha concluso inviolato la quinta partita consecutiva, è imbattuto da 527'. Non è un record (la Fiorentina fece meglio tra ottobre e fine novembre 2007, sei partite senza gol subìti), ma poco ci manca. Sopratutto è la sensazione, la prontezza, la reattività. E' il sospiro di paura che arrivava dalle curve, che adesso non c'è più, che viene a mancare. Oggi Neto dà sicurezza, Neto è uno di loro. Se poi è da Fiorentina, aspettiamo a dirlo. Certo che la strada, vivaddio, è stata intrapresa.