UN'UNICA CERTEZZA: SENZA TIFOSI IL CALCIO NON ESISTE

09.03.2020 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
UN'UNICA CERTEZZA: SENZA TIFOSI IL CALCIO NON ESISTE

Proviamo a parlare di calcio, ammesso che abbia ancora un senso. Quello che viviamo in questi giorni è paradossale e quello che speravamo fosse un momento di sollievo, due ore con la testa altrove, a quel gioco che amiamo tanto, il calcio, che ci può sollevare dalle preoccupazioni, si è rivelato un caos che dimostra come il pallone finisca per essere fuori dal mondo reale. Hanno deciso di giocare nonostante tutta l’Italia sia stata invitata a stare il più possibile in casa, per l’aggravarsi del contagio da Coronavirus, e lo stesso ministro dello sport ha sentenziato che la Lega è fuori dalla realtà credendo di essere intoccabile da questa emergenza sanitaria. Martedì prenderà una decisione in tal senso e c’è la possibilità che il campionato sia interrotto. Staremo a vedere anche se tutto ciò ci tocca profondamente, soprattutto per coloro che, come noi, vivono molto di calcio e di passione per la propria squadra.

Quella di ieri pomeriggio potrebbe quindi essere stata l’ultima gara della Fiorentina per questa stagione e il clima che si è vissuto al Dacia Arena aveva proprio le caratteristiche di una partitella senza alcun valore. Le due squadre in campo hanno messo veramente poco e la cosa che mi dispiace di più è il poco che ha fatto vedere la Viola perché, se si esclude il palo preso da Milenkovic, non c’è stata un’azione degna di nota, un pericolo vero e proprio per il portiere friulano. Il serbo si esalta quando incontra l’Udinese perché anche nella partita dell’andata a Firenze fu lui che ci regalò il gol della vittoria, ma stavolta ha trovato il legno sulla sua strada. Dispiace perché pensavo, prima dell’incontro, che si potesse arrivare ad un risultato pieno per dare un po’ di sprint alla nostra classifica ma non siamo riusciti a mettere in campo né idee né verve fisica. Purtroppo il nostro centrocampo è stato in grande difficoltà e non siamo stati capaci di creare gioco e l’attacco non ha ricevuto palle giocabili. Creazioni e magie dei singoli non pervenute e quindi, alla fine, il risultato è sembrato giusto.

Resta la sensazione che i calciatori abbiano giocato una partita “finta” perché poche ore prima era uscito un comunicato dell’Associazione Calciatori che proclamava lo sciopero per le giornate dell’8 e 9 marzo e perché già si ventilava l’ipotesi di chiudere il campionato. Resta anche viva la sensazione che il dio denaro, il business che ormai gestisce il calcio in modo assoluto, sia determinante in ogni valutazione che gira intorno alla Serie A. Il problema è che non ci siamo mai trovati in un momento catastrofico come quello attuale e tante decisioni devono prendere in considerazione il bene collettivo che in questo caso è la salute.

C’è però una cosa che risulta lampante da quello che abbiamo visto ieri negli stadi: il calcio senza i tifosi non esiste! Noi tanto bistrattati dal potere decisionale nel momento della compilazione dei calendari, con partite giocate a tutte le ore del giorno e della notte e in tutti i giorni della settimana in barba ai nostri impegni di lavoro, noi costretti a vedere partite in stadi fatiscenti al sole e sotto la pioggia, noi che se diciamo una parolaccia ci becchiamo il daspo, siamo il cuore del calcio e senza il nostro battito questo gioco non ha vita.

La Signora in viola