TRA UNA PROVA CONVINCENTE E LA TRASFERTA DI ROMA: SERVE UN'ALTRA VIOLA CON LE BIG?
Sono passate poco più di ventiquattro ore dalla convincente vittoria della Fiorentina sul Cagliari, ma in casa viola è già tempo di pensare alla Lazio: il calendario corre è il day after del successo contro i sardi coincide con l’antivigilia dell’impegno infrasettimanale con la Lazio. Ci troviamo quindi in mezzo a due giornate di campionato e -probabilmente- a due Fiorentine diverse, visto la tendenza a ruotare interpreti evidenziata da Vincenzo Italiano. Negli occhi abbiamo ancora la prestazione scintillante di Vlahovic e Saponara, la prova illuminata in regia di Torreira e la sicurezza difensiva mostrata da Quarta e Milenkovic, anche se i viola sono si sono esaltati anche per demerito di un Cagliari decisamente non all'altezza. Mercoledì però c'è la Lazio e la domanda che ci sorge è questa: serve un’altra Fiorentina contro le grandi squadre?
I numeri parlano chiaro: nelle ultime 16 partite (da inizio stagione scorsa ad oggi) contro le sette sorelle la Fiorentina ha vinto 3 volte, pareggiato in un’occasione e perso le altre 12. Anche se uno di questi due successi, la vittoria di Bergamo dello scorso mese, è arrivato con Italiano, pure con il tecnico siciliano è parso evidente la difficoltà dei viola ad essere competitivi contro una squadra tecnicamente più forte. Sia con Roma, Inter e Napoli i viola hanno messo in campo una prestazione convincente solo per una parte dell’incontro, per poi accusare il divario qualitativo alla distanza. Un conto è trovarsi di fronte un Cagliari ammaccato e sterile, un altro affrontare una Lazio che, seppur in una situazione ambientale instabile, può schierare giocatori di assoluto valore come Acerbi, Luis Alberto, Milinkovic-Savic e Immobile. Italiano potrebbe quindi cambiare qualcosa, sia in termini di uomini che di compiti assegnati, per evitare di far nuovamente valere il fattore tecnico.
Ad esempio, il migliore in campo ieri è stato Riccardo Saponara, giocatore dai colpi fantastici ma dal rendimento a singhiozzo, capace di esaltarsi soprattutto se i ritmi del pressing avversario (come successo ieri) sono blandi. Alla sua velocità Ricky fa sempre la differenza ma, con il rientro di Sottil dalla squalifica e visto il ravvicinato impegno, Italiano potrebbe risparmiarlo (almeno dal primo minuto). L’altro Mvp di ieri, Dusan Vlahovic, è invece una garanzia sia dal punto di vista della presenza in campo (nonostante abbia giocato il 99% dei minuti in stagione Italiano non conosce turnover per il serbo) sia soprattutto per l’apporto offensivo: parlando di big match, gli unici in cui la Fiorentina ha ottenuto punti nell’ultimo anno portano tutti la sua firma. Doppietta all’Atalanta a settembre, doppietta proprio alla Lazio nel successo al Franchi di maggio e due gol alla Juventus tra andata e ritorno; il nove sembra quindi l'uomo perfetto per invertire la tendenza in quelli che, se la Fiorentina vorrà continuare ad alimentare il sogno europeo, sono a tutti gli effetti scontri diretti.
Per Italiano la continuità della formazione non è una priorità e mercoledì potrebbe arrivare la decima formazione diversa in dieci giornate; in più nella testa del tecnico ci potrebbe essere la voglia di provare qualcosa di nuovo per farsi valere anche nelle sfide in cui i viola partono sfavoriti. L'unica certezza è Vlahovic: anche se la viola cambierà vestito per adattarsi al meglio al galà dell’Olimpico, di certo non si priverà del suo diamante più prezioso.