RITMO DA RADDOPPIARE E CURA ANTISTRESS: COSA SERVE A IACHINI PER SALVARSI
Dal tardo pomeriggio di ieri, è ormai chiaro a tutti: Giuseppe Iachini siederà sulla panchina della Fiorentina anche nella prossima partita di campionato, domenica alle 18 contro l'Udinese. E mentre sullo sfondo, per buona parte della tifoseria, rimarrà comunque lo spettro di Sarri ad aleggiare sul suo conto, per potersi definire tranquillo l'allenatore gigliato dovrà assolutamente provare a dare una svolta, ad imprimere un cambio di ritmo, visto che fino a qui della tanto reclamizzata media da 58 punti tenuta l'anno scorso, uno dei motivi alla base della conferma voluta da Commisso per questa stagione, non si vede neanche l'ombra. Anzi, attualmente il motore sta girando a metà della potenza prevista: con il punto di media a partita raccolto fin qui, sarebbe un'annata da 38 punti. Troppo presto ovviamente per avventurarsi in certi calcoli, ma serve per capire come mai il posto di Iachini riceva già certe sollecitazioni. Il ritmo va almeno raddoppiato.
Se il gioco latita, e il calcio champagne non è esattamente in cima alla lista dei suoi pensieri, perlomeno il mister viola dovrà provare a ripartire dai risultati. E da una vittoria - l'unica fin qui - che manca dalla prima giornata, quando al Franchi il Torino dell'esordiente Giampaolo si è dovuto arrendere al gol di Castrovilli. Da lì una parabola discendente di prestazioni - eccezion fatta per Milano con l'Inter, che comunque agli atti rimane una sconfitta con zero punti in dote - ma soprattutto di risultati, culminata con le deflagranti delusioni contro Sampdoria e Spezia. Un contesto negativo nel quale è più facile veder emergere l'insoddisfazione e in alcuni casi, come in quello dello scambio di - dure - opinioni ad alta voce tra Biraghi e il vice Carillo o un Ribery che si sbraccia continuamente perché poco seguito dai compagni, persino l'aspetto più nervoso del gruppo. Una cura antistress è perciò propedeutica ad una sua maggior tranquillità, e c'è da giurarci che la sua attenzione, oltre al lato tecnico e alla possibilità di lavorare col gruppo a pieno regime, sarà indirizzata anche al lato mentale. D'altronde è questo, far sì che lo spogliatoio non l'abbandoni, ciò che gli serve per salvare se stesso e la sua panchina da uno scuro destino, e per evitarlo - o quantomeno rinviarlo a giugno - sarà necessario provare ad invertire rapidamente la rotta, partendo subito dall'Udinese domenica. Perché Commisso ha sì ribadito la sua fiducia, ma non all'infinito.