MILENKOVIC, Sfiduciato da Pioli negli esperimenti
Gran parte delle critiche piovute addosso a Stefano Pioli dopo il pesante ko rimediato dalla Fiorentina sul campo della Sampdoria lo vedono reo di aver sperimentato troppo in una partita che probabilmente richiedeva invece più certezze possibili, data l'importanza della posta in palio per rilanciare le ambizioni in zona Europa. L'assunto di base è che il lavoro di Pioli nella preparazione alla partita sia stato reso più complicato dalle assenze di tre colonne come Astori, Veretout e Thereau. Ma è altresì vero che il forfait dei primi due, assenti per squalifica, era ben noto da prima della sosta. E la loro sostituzione si è rivelata la chiave tattica più delicata: detto e ribadito della pessima idea Eysseric mezzala, va sottolineato che anche in difesa le cose non sono andate granché meglio.
Qui il discorso si ricollega inevitabilmente al modulo adottato da Pioli, il 3-5-2. Nel mirino non può che andare la scelta di Laurini da terzo centrale a destra: l'ex Empoli da terzino si è disimpegnato quasi sempre con efficacia, ma il ruolo affidatogli nella partita di Genova gli risultava praticamente inedito. Perché non dare fiducia a Milenkovic? Il giovane centrale serbo nella sua unica uscita da titolare in campionato sul campo del Cagliari ha ben figurato interpretando proprio il suddetto ruolo. Laurini, a quel punto, avrebbe potuto rendersi forse più utile come quinto a destra, pur con tutti i suoi limiti nello sviluppo della fase offensiva, e avrebbe altresì permesso a Chiesa di giocare in una posizione offensiva, diversamente da quanto accaduto domenica. Certamente trattasi di discorsi teorici, difficili da riscontrare in un atto pratico con il senno di poi, anche se è inevitabile ribadire come degli undici viola, per l'occasione in maglia rossa, in molti si siano trovati snaturati, o fuori ruolo.