LO SPARTIACQUE

24.04.2016 13:20 di  Luciana Magistrato   vedi letture
LO SPARTIACQUE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

La partita contro la Juventus sarà un autentico spartiacque per capire qualcosa di più sulla stagione della Fiorentina. In particolare sulla sua forza mentale perché, a quattro giornate dalla fine e con l'Inter che ieri sera è fuggito a cinque punti per colpa dell'ex Jovetic, serve vincere per salvare il salvabile e chiudere una stagione a tratti strepitosa in un modo quanto meno dignitoso.

Ma serve soprattutto vincere contro la rivale per eccellenza, la Juventus, la squadra che anche quest'anno arriva come la più forte della serie A che già a Firenze (pur dovendo poi aspettare il Napoli in campo domani alle 15 a Roma). Una rivale che anche in Toscana ha tanti estimatori che stasera riempiranno lo stadio; anche ieri i duecento tifosi a Peretola  (e basta andare sui social per vedere selfie anche in ritiro) sono quasi un affronto in un feudo giustamente viola. C'è anche da riconoscere che al centro sportivo, a parte la delegazione di dieci rappresentanti della Fiesole a caricare la squadra, tifosi non ce n'erano proprio- complice la pioggia -se non un paio di fan affezionate.

Questo fa capire che il famoso spartiacque vale anche per i tifosi viola ormai stufi di questa squadra, che le daranno oggi al Franchi l'ultima possibilità di riscatto, riempiendo sì lo stadio ma pretendendo anche di vedere undici leoni in campo ed uscirne poi stremati e dopo aver dato tutto contro la Juve, qualunque sia a quel punto il risultato. I tifosi ieri sono stati chiari "la Juve a Firenze non deve passare, ma soprattutto voi dovete dare il massimo" hanno detto a Sousa e a Rodriguez e Valero.

E da questa prova anche la società farà le sue valutazioni sulla capacità dell'allenatore di riprendersi nei momenti di difficoltà (finora non ne è stato capace) e sulla forza mentale dei giocatori con un insegnamento anche in chiave mercato: solo vincere abitua a vincere, aspetto che finora -al netto delle solite battute o considerazioni sugli arbitri- solo la Juve mette in pratica in Italia e comprare sempre e solo giocatori che per loro caratteristiche, storia e club di provenienza sono mediocri, retrocessi, a fine carriera o reduci da infortuni più grandi della loro forza di volontà non si crea una mentalità vincente. Insomma, se Ibrahimovic o Messi non sono alla portata, l'armata brancaleone non sempre ha la meglio, a volte servono dei leader che sappiano come vincere e trasmettere agli altri questa mentalità e forza. Nella rosa a disposizione di Sousa di certo uomini con queste caratteristiche non ce ne sono, anche se stasera hanno una grande opportunità per smentirci.