L'OBIETTIVO DI ROCCO: PIÙ IN ALTO DEL SETTIMO POSTO
“L’intenzione è quella di migliorarsi, arrivare più in alto del settimo posto”. Parole di Rocco Commisso, pronunciate l’altra sera dagli studi di Sportitalia e Italia 7. Una frase che non lascia spazio ad interpretazioni, il significato è uno solo: accrescere il risultato finale. A dire se la Fiorentina ci riuscirà o meno, sarà la classifica di fine stagione. Ma quali sono i numeri che, in linea generale, consentono alle squadre di piazzarsi al di sopra della settima posizione, dunque in una casella valida almeno per l’Europa League? Procediamo per gradi:
I DATI DEL RITORNO IN EUROPA
La Fiorentina, al primo anno con Italiano sulla panchina, ha concluso la propria stagione in Serie A con 19 vittorie, 5 pareggi e 14 sconfitte. Numeri derivati da una squadra che non difettava troppo nella confidenza con la porta nemica, terminando il campionato con ben 59 gol fatti. Alto però è stato pure il numero delle reti subite, 51, considerando che anche Atalanta e Torino, entrambe arrivate alle spalle dei viola, ne avevano incassate meno.
Non solo. Il rendimento interno dello scorso anno era stato addirittura il secondo migliore della Serie A per punti guadagnati (41), meglio del Milan scudettato e alle spalle solo dell’Inter. Ma il trend fuori casa era stato dei peggiori, perfino il tredicesimo del campionato. Il risultato finale, lo conosciamo tutti, è stato il settimo posto. Bene, ma per migliorarlo e quindi raggiungere l’obiettivo esposto da Commisso, quali numeri servono?
CIÒ CHE OCCORRE PER SODDISFARE IL PRESIDENTE
Le statistiche, ogni anno, mettono sempre in chiaro le cose: le sconfitte non possono essere più di 10/11. Tolta infatti la Lazio del 2020/21, che arrivò sesta con 12 gare perse, la soglia sotto cui bisogna stare per i primi sei posti è sempre stata attorno alla decina di sconfitte. Un altro evidente dato riguarda i gol subiti. Anche in questo caso, quella Lazio lì fu l’eccezione che fa la regola, arrivando sesta con 55 reti incassate. Poi, la classifica ha sempre parlato chiaro: per arrivare almeno sesti, i gol subiti non possono essere più di 47/48, anzi, spesso sono stati anche sotto i 46. Addirittura 40 nel 2015/16 (fu il Sassuolo a riuscirci). Infine, nella stagione scorsa, che comunque fu a dir poco positiva perché certificò il ritorno in Europa, la Fiorentina è stata l’unica delle prime sette squadre a non rientrare tra le prime 10 per media punti fuori casa, con soli 1.11 punti a trasferta.
Quindi in sostanza, se la truppa di Italiano vuole rendere realtà quel che ha detto l’altro giorno Commisso, rispetto alla (ottima) stagione scorsa deve necessariamente abbassare la casella delle sconfitte, quella dei gol subiti e migliorare il rendimento esterno. Per adesso ci sta riuscendo? Nei 7 match di campionato disputati finora il Franchi si è confermato essere un fortino, con le uniche due vittorie arrivate proprio tra le mura amiche, peraltro mai infrante da nessuno. Ma il piatto, per quanto riguarda il bottino in esterna, piange assai: 3 uscite di cui 2 sconfitte, con 0 vittorie. Sempre in questo frangente temporale, la squadra viola ha segnato 7 gol e ne ha subiti 6: in confronto, l’anno scorso di questi tempi (cioè alla settima partita) erano di più sia i gol fatti (10) che quelli presi (11).
Detto tutto ciò, l’avvio di stagione in Serie A della Fiorentina ci ha detto che: i dati sui punti raccolti in casa e sulle reti subite possono essere incoraggianti, ma quelli sul ruolino di marcia fuori Firenze e sui gol realizzati sono assai inferiori a ciò che serve per migliorare il settimo posto del 2021/22.
Sta ad Italiano e ai suoi uomini riuscire ad ottenere ciò che la classifica chiede ogni anno alle squadre che vogliono centrare i primi sei posti, ovvero esaudire l’obiettivo pronunciato a parole dal presidente Rocco Commisso.