ITALIA, Da Pitto a Castrovilli: il viola di questi 110 anni
Giornata di celebrazioni e balzi indietro con la memoria per l'Italia del calcio quella di oggi, visto che la Nazionale festeggia i 110 anni di storia. Da quella prima vincente, 6-2 sulla Francia, del 5 maggio 1910 ne è passata di acqua azzurra sotto i ponti del calcio, e se ci si ferma ad osservare con attenzione si noterà che ci sono, ben visibili, pure delle forti sfumature di colore viola. Sì, perché la Fiorentina ha contribuito alla realizzazione delle fortune italiane spesso e volentieri: per intendersi, in tre dei quattro Mondiali vinti dall'Italia - unica eccezione il 1938 - c'era almeno un giocatore della Fiorentina tra i convocati, poi sceso in campo.
Il primo fu Alfredo Pitto, fortissimo mediano degli anni Venti che fu tra i principali contribuenti per le fortune della neo-nata società di Firenze, nel 2-2 contro la Cecoslovacchia del 5 novembre 1931, ed ha aperto la strada a tanti altri dopo di lui, ben settantadue sono infatti i giocatori viola ad aver arricchito la Nazionale maggiore italiana in questi 110 anni. I campioni del Mondo sono sette, di cui ben cinque nell'indimenticabile 1982: i giovani Giovanni Galli, Pietro Vierchowod e Daniele Massaro, che non ebbero ruoli di primissimo ordine, ma soprattutto Giancarlo Antognoni, costretto a saltare la finale, e Francesco Ciccio Graziani, che la finale l'ha giocata ma solo per pochi minuti a causa di un infortunio. Il primo viola a godere di questo beneficio fu però Mario Pizziolo, protagonista di una storia tra l'amaro e lo sfortunato: nel Mondiale del '34, ai quarti, si fa male gravemente ai legamenti proprio nella sua Firenze, e il regime fascista non lo riconosce come campione del Mondo in quanto onorificenza riservata solo a chi aveva giocato la finale. Problemi che non hanno riguardato Luca Toni, partecipante a pieno titolo dell'ultimo, sofferto, successo del 2006.
In mezzo una galassia a tinte viola che spazia dagli eroi del primo Scudetto, Giuliano Sarti, Ardico Magnini e Armando Segato giusto per citarne tre, fino ai record dell'italo-argentino Miguel Angel Montuori, primo giocatore di colore a vestire la casacca della Nazionale nonché primo oriundo a portare la fascia da capitano. Tempo dopo sarebbero stato tempo di chiamata alle armi anche per il difensore Enzo Robotti o per gli imprendibili Ugo Ferrante e Giancarlo Picchio De Sisti, coperti d'argento a Messico '70, evento teatro della Partita del Secolo. Districandosi tra le parate di Francesco Toldo (chi ha detto Euro 2000?) a cavallo dei due millenni, per planare sui tempi moderni, un ricordo ancora oggi va alla memoria, anche quella azzurra, di Davide Astori, gli ultimi, il presente e forse il futuro, ad aver risposto ad una chiamata del commissario tecnico sono Federico Chiesa e Gaetano Castrovilli. Su di loro la Fiorentina vuole costruire le sue fortune attuali, così da poter regalare ancora talento purissimo alla propria Nazionale.