IL 10 E LA VIOLA 3.0
C’è ancora Firenze in primo piano, anche se il ritiro e il lavoro di Italiano sta già entrando nel vivo. La prima domenica sulle Dolomiti scorre via tra le risposte a distanza che vedono le posizioni di Giancarlo Antognoni e Joe Barone sempre più distanti, mentre sullo sfondo resta da immaginare anche la reazione di Commisso. Che certamente non si aspettava un finale di questo tipo per la storia dell’Unico 10 nella sua Fiorentina.
Forse, visto che di numeri 10 si parla, non sarà stato un grandissimo spot (almeno per più di un tifoso) aver distribuito maglie viola con un numero così pesante durante l’inaugurazione del Viola Village, ma è chiaro che a questo punto solo tempo e campo permetteranno un po’ a tutto l’ambiente di superare lo strappo con un simbolo che (lo ripetiamo) poteva e doveva esser gestito diversamente.
Anche perchè se il mese di giugno non ha troppo aiutato la ripartenza viola adesso è sulle spalle di Italiano che faranno leva le aspettative dei tifosi, tanto più se durante il ritiro - come pare - non dovessero registrarsi movimenti di mercato. Mentre restano sulle sfondo le idee Nastasic, per la difesa, o Skhiri e Sensi per il centrocampo (visto che su Messias o Simy è calato il silenzio) resta soprattutto da capire quali e quante uscite riguarderanno il prossimo mese.
Da Pezzella a Pulgar passando per un presente di Amrabat non del tutto cristallino (almeno sotto il piano fisico vista l’operazione per pubalgia) la squadra a disposizione di Italiano è per forza di corse in evoluzione, seppure le basi gettate in queste prime due settimane di preparazione da parte del tecnico siano destinate a lasciare il segno. Non resta che augurarsi che siano anche sufficienti a superare quegli ostacoli che la Fiorentina si è creata praticamente da sola muovendo i primi passi della sua stagione 3.0.